I problemi della scuola pubblica

Pubblicato il 5 Settembre 2013 da • Ultima revisione: 7 Agosto 2014

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Continuano le riflessioni sulla scuola pubblica. Ogni giorno mi impegno a trovarne i lati positivi, e ogni giorno mi accade qualcosa di irritante che tenta di farmi cambiare idea: piccoli indizi di disorganizzazione, che poi diventano deleteri per le famiglie, per i rapporti casa-scuola, per i bambini stessi.
Piccoli momenti di frustrazione: non sapere fino all’ultimo la data e gli orari di inizio scuola, non avere la lista dei libri (o dei materiali), dover correre all’ultimo minuto per procurarsi qualche materiale comunicato a scuola già avviata, ricevere notizia di riunioni convocate alle 17, in pieno orario lavorativo.

Certe volte la mia impressione è che la scuola abbia perso i contatti con il mondo reale, dimenticando che il lavoro statale e il lavoro privato sono differenti, hanno diversi vincoli, diversi orari, regole diverse da rispettare. Non ne faccio una colpa agli insegnanti, ma al sistema scuola: alla decadenza dell’istruzione pubblica italiana, alla mancanza di fondi, alle strutture fatiscenti, agli ostacoli burocratici con cui scontrarsi ogni giorno.

MA. Ma anche il giustificato burn out deve, secondo me, avere un limite: da una parte comprendo il senso di rassegnazione degli insegnanti, perché hanno in mano l’educazione dei giovani e non hanno nemmeno i soldi per la carta igienica. Dall’altra però la rassegnazione penalizza tutti, e soprattutto irrita le famiglie che poi, invece di appoggiare gli insegnanti stessi, fanno muro. E ci rimettiamo tutti.

Il fatto è che ci vorrebbe proprio poco: solo un po’ di organizzazione. Organizzare le riunioni in orario non lavorativo; fornire la lista di libri e materiali a Giugno invece che a scuola già iniziata; aprire un blog scolastico su blogspot per scrivere tutte le comunicazioni ai genitori, con tanto preavviso. In fondo i programmi scolastici sono gli stessi da decine di anni: mi risulta incredibile non sapere che all’asilo vengono fatti i lavoretti di Natale a Dicembre, e che servono i materiali appositi; così come mi risulta incredibile che un insegnante di matematica non sappia che in prima elementare servono i regoli.

Ma a me non basta parlare di questo. Voglio parlarne con coscienza, e con obiettività.
A partire da un commento che Grazia, una maestra, ha lasciato pochi giorni fa su un post di Mammafelice:

Cara Barbara e amichemamme,
Io che nella scuola (materna) lavoro, posso testimoniare che la situazione e’ dura. L’entusiasmo e l’energia personali fanno tanto in questo lavoro, ma anche la disponibilita’ economica per i materiali fa una certa differenza. Se una maestra deve farsi un fegato cosi perché le facciano delle fotocopie per le attivita’ dei bimbi (non c’e’ carta, non c’e’ toner, “ma tanto alla materna i bimbi non fanno schede, non imparano, devono solo giocare”, la fotocopiatrice e’ guasta, etc etc), ogni giorno e’ un po’ piu’ avvilita e il lavoro con quelli che sono il nostro futuro (poca cosa, no?) ne risente.
Non e’ ero che a scuola materna devono solo giocare: il bambino deve avere un lasso di tempo dedicato anche a saper tenere una matita in mano, a concentrarsi, rispettare il lavoro dell’amichetto di fianco. E ad ascoltare i propri pensieri. Chi dice o rede che non sia cosi, non Sto arrivando! Che restituirei una banda di selvaggi inferociti ai genitori, se non venissero scandite le giornate in un’alternanza di ” doveri” e gioco. Ricordo sempre che ai bambini le regole piacciono. Si, anche a quelli che si ribellano (quasi tutti), perché dentro la regola si sentono liberi, autonomi e protetti.
Altra domanda: come si fa a pensare di insegnare il gusto del bello ad un bambino se e’ tutto fatiscente, con colorini da ospedale che nella migliore delle ipotesi non vengono ritoccati dagli anni ’40? E non voglio neanche toccare l’argomento sicurezza e parlare di cose accadute in prima persona, perche altrimenti si apre una voragine.
Credo moltissimo nella forza del bello: una cosa bella ti fa venire voglia di usarla/leggerla/studiarla/mangiarla. E’ un fatto assodato. Filosofi e pensatori hanno scritto migliaia di pagine sull’argomento. Ora perche un bambino dovrebbe essere ” esteticamente” costretto a frequentare un posto (che tecnicamente e’ quello che frequenta di piu’ in tutto l’arco dell’anno) e vedere muri scrostati, maestre che non possono abbellirli attaccando nulla perché altrimenti vien giu’ anche l’intonaco? E non vado oltre, gli esempi sarebbero infiniti. Un posto bello ti invoglia, la voglia ti rende una persona piu felice, la felicita ti rende produttivo ed efficace. Non sono un genio, ma mi paiono concetti lapalissiani.
Detto questo posso dire che anche io autofinanzio la mia classe: foto, biscotti fatti e confezionati con i bimbi e poi venduti, piccoli lavoretti. E pur non ottenendo grandi cose, posso permettermi di comprare qualche libro interessante per loro, materiale didattico, etc.

In questo commento c’è una grande verità: le scuole non ce la fanno. Manca tutto. Mancano i materiali, ma anche le cose essenziali come la carta igienica, i gessi, la carta. Altro che digitalizzazione e lavagne multimediali: non sono non ci sono i PC e Internet, ma nemmeno i gessi per le lavagne!
Le scuole sono BRUTTE. Sono sporche, cadono a pezzi, a volte sono progettate male da uccidere insegnanti e alunni. Se i genitori si offrono di imbiancare le classi, apriti cielo: lo Stato non lo permette, perché l’assicurazione blablabla. Vero, giusto, ma: a volte vorrei che qualcuno avesse il coraggio di eludere le regole della scuola per il bene della comunità.

Secondo me c’è solo una cosa da fare: stare dalla parte della scuola pubblica. Essere sempre presenti alle riunioni, comprare il materiale mancante anche se abbiamo già pagato tante tasse, sostenere le maestre anche quando non capiscono il nostro disagio. In cambio: pretendere la qualità assoluta dell’insegnamento. Io sono disposta a sacrificare il mio tempo e i miei soldi, se so che dall’altra parte una brava insegnante sta aiutando mia figlia ad apprendere quello che io non sarò mai capace di insegnare.  Ma questa qualità io la pretendo.

E, sì: io mi candido di nuovo come rappresentante di classe. Contro il consiglio di tutte le mie care amiche. E propongo lo stesso anche a voi: candidiamoci, seguiamo la scuola, proponiamo alle insegnanti nuove forme di comunicazione con le famiglie (= aprire un blog gratuito su blogspot e tenerlo aggiornato con tutte le informazioni della scuola). Per la scuola privata c’è sempre tempo. Diamoci una mossa, ma insieme.

Cambieremo il mondo della scuola?
No, ma magari cambieremo il nostro atteggiamento negativo. Chi lo sa.



Commenti

42 Commenti per “I problemi della scuola pubblica”
  1. Elena

    Cara Barbara,
    lo so, hai ragione. Ed è stato bello, per una volta, leggere un articolo che, oltre alle magagne della scuola pubblica, di cui tutte purtroppo facciamo le spese (ti dico solo che la “mia” scuola materna, oltre alla riunione fissata alle 17,00 manderà i bambini a casa dopo la mensa, alle 13.30, fino al 27 settembre, con buona pace di noi mamme che dobbiamo tornare al lavoro il pomeriggio) porta una ventata di energia e di proposte, come quella di candidarsi a rappresentante di classe per lavorare a più stretto contatto con le maestre e cercare di cambiare qualcosa “dal di dentro”. Resta il problema del tempo, che manca sempre. Io faccio l’avvocato, e posso tornare al lavoro il pomeriggio solo pagando la baby sitter. Lo so che, se c’è la passione, si trovano il tempo e le energie per tutto. Ma – osservando la vitaccia che ha fatto l’anno scorso il nostro bravo e coscienzioso rappresentante di classe – sono titubante. E se non ce la facessi, a reggere il peso, considerato che, caratterialmente, tendo allo scoraggiamento facile? La tua esperienza dello scorso anno come è stata?

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      La mia esperienza all’asilo (i primi due anni, non l’ultimo), è stata terrificante, ma la rifarei. :mrgreen: :mrgreen:
      Il primo anno mi sembrava di essere totalmente inadeguata: non ne azzeccavo una, le maestre non erano mai contente. Magari da un giorno all’altro mi dicevano di procurare gli occhietti mobili, io andavo in giro per la città la sera, li trovavo… e poi non li usavano perché troppo grandi/piccoli. Dal secondo anno è migliorato tutto perché alla prima riunione ho detto: se volete qualcosa me lo dite con 5 giorni di preavviso, altrimenti ciao. E allora, cambiando il mio atteggiamento, ed essendo meno passiva e più propositiva, le cose sono andate proprio meglio.
      L’impegno non è così elevato: le riunioni sono poche, le maestre non chiedono ogni giorno qualcosa. E’ un impegno che si può portare a termine con facilità, ma bisogna restare calmi e lucidi, ed essere sempre propositivi. Secondo me possiamo farcela.

      • Elena

        Grazie per la tua risposta! Quello che davvero mi preoccupa, pensando all’esperienza dello scorso anno, è la raccolta fondi e, più in generale, il rapporto con gli altri genitori, più che con le maestre. Ricordo il povero rappresentante alle prese con continue mancanze di fondi, con genitori che non si facevano trovare, che non avevano mai a portata di mano i 5 euro richiesti, e cose del genere. Comunque ci penserò seriamente. Intanto in bocca al lupo per il tuo impegno!

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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        Guru
        Mamma di Dafne (16 anni)

        Anche da noi all’asilo era così, hai ragione: c’erano 10 famiglie che mettevano 10-20euro l’anno, e altre che non mettevano mai nulla.
        Una volta mi hanno detto: E’ obbligatorio? No? E allora non li metto.
        Io questo atteggiamento da una parte lo capisco, e dall’altra no.
        Capisco che ci sono famiglie in difficoltà economica, ma non penso sinceramente che 10eur l’anno possano essere così introvabili. Capisco anche che invece ci sia chi non contribuisce per protesta: ho già pagato le tasse, ora non spetta a me.

        Però, boh: sono i nostri figli. Io le questioni di principio non ci riesco a farle sulle spalle di mia figlia. Quando si fa muro per una questione di principio secondo me ci si perde tutti.

        Comunque se i soldi mancano, amen: le maestre faranno a meno di quei materiali. Purtroppo ci sono abituate. Ed è questo che io non riesco a perdonare al nostro Paese.

      • e poi ci solo le maestre, quelle brave, che pur di non far mancare il materiale ai bambini lo acquistano di tasca loro e anche questo non è giusto 🙁

  2. Ciao,
    ammetto di non essere riuscita a legger eil post bene bene, ma ne ho lette alcune frasi, poi rimedio! 😉

    Volevo solo dire che, per fortuna, qui abbiamo il sito generale della direzione scolastica, dove vengono pubblicati gli avvisi, le graduatorie ecc ecc. Ed è un bel passo avanti.

    Anche noi cominciamo quest’anno l’esperienza della scuola elementare, per cui non posso esprimermi a riguardo se non per dei sentito dire… staremo a vedere.

    E per quanto riguarda le strutture… è vero, sono vecchie e i tempi per costruire le nuove sono biblici. E quando le nuove scuole sono pronte sono già inadatte perchè la popolazione è cresciuta per cui manca lo spazio per tutti. Oppure ci si accorge dopo che alcuni progetti non sono poi così pratici.

    E sempre a proposito dei progetti: nel nostro comune c’è in pogramma la costruzione della nuova scuola dell’infanzia, e gli architetti a cui sono stati richiesti i progetti hanno proposto, tra le altre cose:
    – un laghetto con pesciolini (così i bambini poi ci si tuffano dentro! 😆 a parte gli scherzi, giàà ci sono problemi economici sulle cose necessarie, dove li prenderebbero i soldi per la manutenzione? Già nella attuale scuola, a causa della mancanza di fondi, hanno dovuto prendere un’eba sintetica si serie B, che procura ai bambini che cadono delle escoriazioni serie!);
    – il giardino sul tetto, con tanto di alberi, ovvero alto rischio di infiltrazioni all’interno dell’edificio + necessità di mettere reti alte per scongiurare che qualche bimbo possa cadere dall’altro + caldo insopportabile nelle giornate in cui la temperatura è alta e i bimbi escono all’aperto.

    Bene, mi fermo perchè da dire ce ne sarebbero tante di cose… 😯

  3. mio figlio inizia la scuola la prossima settimana, vivo in un Comune in dissesto finanziario e ieri ho partecipato all’incontro tra insegnanti e genitori. Ho visto insegnanti attenti e disponibili ma la cosa deprimente è vedere che di fronte alla carenza o mancanza assoluta di fondi non possono fare altro che allargare le braccia. Mi ha confortato (e un po’ stupito) trovare genitori reattivi e non disposti ad accettare risposte evasive.

  4. clarissa

    Sto vivendo anche io gli stessi problemi, convocazione genitori h 17.30; lista materiale non ancora ricevuto ecc…
    Io credo che la scuola sia rimasta indietro nei modi e nei programmi, vengono ripetute le stesse cose di anno in anno ma perché cosi è sempre stato e cosi deve essere, non capendo che il mondo cambia e che i bambini di oggi non sono uguali ai bambini di 10 anni fa. Credo sia un problema di ISTITUZIONE e non di maestre, io (forse sono stata fortunata) ho sempre incontrato maestre che lavorano con entusiamo, che nonostante le difficoltà ce la mettono tutta per insegnare bene, che alla faccia dei programmi istituzionali cambiano le regole anche in base ai bambini che si trovano di fronte di volta in volta.
    Anche io mi voglio candidare come rappresentante di classe, nella “sfortuna” di avere un contratto a progetto guardando il lato positivo della cosa mi posso gestire gli orari come voglio.

  5. Gloria

    Che dire? Io ho già 8 anni di esperienza alle spalle e tra poco cominciamo alle medie.in questi anni ho visto nonni dallo sguardo smarrito sostituire i genitori alle riunioni scolastiche per i motivi che citavi, proposte di colletta per riparare la fotocopiatrice cadute nel vuoto, pc da noi dismessi ma funzionanti proposti alle scuole (non si può motivi di inventario, bisogna convocare un direttivo, ecc). Neanche un toner siamo riusciti a regalare alla scuola, in compenso a fine anno le maestre ci hanno presentato il conto delle fotocopie!
    Non parliamo di blog! Siamo a malapena riusciti a comunicare con le email! Ho visto la rappresentante di classe appostarsi per fare la questua perché la scuola non volea che i bambini portassero i soldi a scuola.
    Eppure sostengo ancora questa scuola sgangherata, anche quest’anno metterò a disposizione tempo e denaro per senso civico, per insegnare a mio figlio che lamentarsi non basta, bisogna reagire, interagire, attivarsi.
    Io credo che la scuola DEBBA essere un interagire tra insegnanti e genitori. Nom ci parcheggiamo mica i figli li’ dentro! Il contatto con gli insegnanti deve essere più che una riunione.
    Certo quest’anno le cose cambieranno molto essendo i nostri figli più grandi, ma voglio essere partecipe. Probabile che questo darà motivo a lamentele da parte del figlio!

  6. claudia

    bellissimo e verissimo post!
    mio figlio è più grande, quest’anno andrà in terza media, pertanto un piccolo consiglio mi sento di scriverlo, dopo ormai dieci anni di frequentazione scolastica varia: partecipate più che potete, anche se uno non si candida come rappresentante, magari per impegni o problemi di orari, può comunque affiancarsi in altri modi ai rappresentanti stessi; è utilissimo riuscire ad entrare nel meccanismo scolastico, e le elementari sono perfette, perchè poi invece le medie sono molto meno “partecipative” e molto più caotiche……
    non scoraggiarsi mai e far vedere agli insegnanti che si è interessati ad ascoltare e a collaborare, a proporre ma senza voler imporre, insomma a creare qualcosa insieme! in bocca al lupo e buon anno scolastico a tutti!
    Claudia

    • mi accodo: anche la mia grande quest’anno va in terza media (secondaria di primo grado…hihihi) e condivido tutte queste raccomandazioni: partecipare, essere attivi, confrontarsi e proporre suggerimenti positivi, che anche gli insegnanti hanno un atteggiamento diverso se capiscono la voglia di migliorare, almeno quello che è possibile modificare!! Le complicazioni burocratiche ci sono sempre, ma nascondersi dietro i dettagli porta scoramento sia in noi genitori, che nei docenti, che (di riflesso) ai nostri figli!

    • lucia

      pure mio figlio adesso inizierà la terza media e in questi anni ne ho viste di tutti i colori…… anche situazioni veramente oltre il limite della vergogna (no coment) per quanto riguarda gli insegnanti, purtroppo. Nonostante tutto anche noi genitori dobbiamo fare un bel MEA CULPA, mi ricordo una volta alla scuola materna, dopo la prima riunione di inizio anno (mio figlio aveva 3 anni) ho pensato: “Cavolo, ma con certi genitori oggigiorno le maestre devono avere una specie di santa vocazione per reggere 3 anni certe mamme!!!! :argh: ” Qualsiasi proposta veniva obiettata, non andava bene nulla, ecc ecc svilendo le iniziative entusiaste delle povere maestre.
      Come dice Barbara però il problema è la scuola come istituzione, con tutta la sua burocrazia e i suoi meccanismi arruginiti. Le maestre GENERALMENTE cercano di darsi da fare con competenza ma bisogna avere TANTA TANTA TANTA pazienza e comprensione da ambo le parti. Comunque brava x farti avanti come capoclasse, sono curiosa di sapere come va a finire l’iniziativa del blog (idea validissima)…. (Noooooo, ci porta via troppo tempo, e poi chi lo aggiorna, e poi non so se è previsto dal regolamento, e poi abbiamo solo un computer rotto per 50 classi, ecc ecc.)

  7. Ciao Barbara! Questo post mi tocca, adesso come mamma in maniera più forte; da piccola ho fatto asilo e elementari in una scuola nel centro,(non perchè avevamo beni al sole, tutt’altro, con il sacrificio dei miei)la ritenevano più adatta alla scuola di quartiere (abbastanza squallida), e loro lavoravano in zona. Chi mi conosce ora, ride di cuore sapendo che io, proprio io, ho frequentato una scuola di suore 😉 Con tutto il rispetto, e poi avevo anche una brava maestra, lo ammetto! Il punto è che io, ho sempre detto a me stessa: non manderò mai mio figlio dalle suore! Ora, come ti dicevo abbiamo cambiato casa, Nic inizia l’asilo (lui è un quasi cinquenne)in una scuola nuova; rispetto alla precedente, mi è piaciuta moltissimo: ristrutturata, pulita, e anche le maestre mi sembrano davvero in gamba. Speriamo! Io amo la scuola pubblica, la verità del suo insegnamento, e le persone che ne fanno parte:papà, mamme, come siamo noi. Poi vedi un asilo (metti quello dove abitavo prima) fatiscente, decaduto, vecchio; dici a te stessa che per tuo figlio non vuoi questo!Allora meglio le suore! Come dice Grazia, il bello fa bene, non per pura estetica, ma per l’armonia; il bello non vuol dire perfezione, ma significa colore, funzionalità, organizzazione. Diritti punto. Non so ancora se vogliono o no il grembiulino, cosa serve…Da parte mia mi impegno a rendere per mio figlio, tutto a misura di bambino, e speriamo ci sia partecipazione di insegnanti e genitori, perchè l’istruzione è fondamentale da garantire, come i servizi alle famiglie, per tutti! Bacio 🙂

  8. Mara

    Concordo in pieno: lamentarsi e non fare nulla mi disturba parecchio..e so che avrò dei problemi con gli altri genitori!! :argh: :argh: :argh:
    Però ho già seriamente iniziato a “contare” quali maestre potrebbe ipoteticamente avere la mia bimba…ed informarmi se sono valide. Perchè io capisco la carenza di soldi e di strutture, ma a quello magari un rimedio pratico si trova. Ma io sono terrorizzata dal mandare la mia nana a scuola 5 anni (5 anni sono una vita!!!) da delle signore magari competenti, ma senza voglia di vivere, di aggiornarsi di sperimentare.
    Insomma, in un paese piccolo è facile sapere, sentire..ma lo trovo molto triste. E per fortuna c’è una scuola vicina sulla strada del lavoro.

    E non dite nulla, ma la mia bimba compirà tra poco 2 anni ed io già penso a tutto ciò…esagero??

    Probabilmente è perchè sono attiva nella nostra comunità e quindi voglio alzarmi dal mio grigio pigrume e fare qualcosa: per mia figlia ma anche per il mio vicino di casa (vabbeh, è mio cognato..) Ma se potessi verrei pure da voi. Qualcuno ha bisogno? :mrgreen:

  9. Paola

    Ciao, io ho due bimbi, uno alle elementari e una alla materna.
    Non faccio la rappresentante di classe da nessuna parte ma aiuto come posso, spalo la neve in inverno, raccolgo le foglie in autunno e mi rendo disponibile ad aiutare più che posso spesso in barba alle “regole, assicurazioni” ecc.
    Acquisto giochi, libri e materiale per le classi dei miei bimbi chiedendo solo in cambio alle maestre l’anonimato.
    Certo per me è molto facile, le maestre dei miei bimbi, tutte, sono persone fantastiche e insegnanti molto competenti e capaci, mi viene naturale aiutarle. Mi piacerebbe che esistesse un “posto” (blog, forum, altro) dove si possono trovare tante idee per l’autofinanziamento. L’anno scorso ad esempio seguendo uno spunto trovato in internet, alla festa di fine anno è stata fatta la bancarella dei vestiti usati che ha reso benissimo.
    Non molliamo la scuola pubblica, non investire su di essa equivale a non investire sul futuro perché i bambini di oggi sono gli adulti di domani.
    Grazie x questo post.
    Baci.
    Paola

  10. ginevrartù

    :lavoro nella scuola pubblica da 15anni.tutto il mio entusiasmo sta pian piano andando a farsi benedire.quando sbircio sui siti di certe scuole private esclusivissime penso ai miei che pitturano con la vecchia camicia del papà.quel che mi fa più male sono le possibilità.il bambino della pubblica avrà lo stesso avvenire di chi va in una privatissima,esclusivissima,meravigliosissima scuola d’elitè?

    • Paola

      Carissima maestra ginevrartù, non perdere il tuo entusiasmo, le meravigliosissime, esclusivissime, privatissime scuole di cui parli servono a poco se non sono dotate di bravi insegnanti!
      Non sono i muri e gli arredi che fanno di una scuola una buona scuola.
      Mi piace vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, i nostri bimbi (i miei vanno alla scuola pubblica) vivono la realtà, nella vita potrebbero non essere sempre circondati da tutto ciò di cui hanno bisogno ma se avranno avuto bravi insegnanti (maestre/i e genitori) fin da piccoli, sapranno come procurarselo.
      Ti prego non perdere l’entusiasmo, sii sempre positiva e trasmettilo ai tuoi bambini, questo ti ripagherà (moralmente parlando perché di soldini è meglio non parlare….. ha,ha,ha).
      In bocca al lupo per l’anno che sta per iniziare.
      Paola

  11. lima38

    Anche io ho una bimba alle elementari e una alla materna e anche da noi i problemi sono tanti, però devo riconoscere l’impegno delle insegnanti e la qualità del loro insegnamento.
    Per trovare fondi da noi viene spesso fatta una tombola, in occasione di feste come quella di carnevale o di fine anno: i premi sono prodotti locali offerti da artigiani e negozianti della zona (es. vasi di fiori, bottiglie di vino, cesto di prodotti tipici ecc.); inotre i genitori sono abbastanza attivi, anche se spesso quella che manca è una vera e propria comunicazione scuola-famiglia, ma credo che sia importante non abbattersi e essere sempre propositivi.

  12. Ciao Mammafelice. Anche noi non sappiamo il giorno del rientro a scuola il bello è che neanche la maestra lo sa (l’abbiamo chiamata e ci ha detto che ci saprà dire non prima di venerdì sera).
    Non so quanto possa essere gestibile un blog per le comunicazioni tra la scuola e le famiglie. Noi l’hanno scorso avevamo provato a fare un gruppo su whatsapp, con l’intento di facilitare la comunicazione tra le maestre e i genitori e l’abbiamo dovuto chiudere per disperazione. Per finanziare l’acquisto dei materiali a fine anno le maestre organizzano un mercatino. A giugno qualcuno non ha comprato le cose fatte dal proprio figlio, qualcuno ha preso i lavori del figlio e ha lasciato 2 – 3 euro … Si prospetta un anno impegnativo!

  13. Mamma Felice (Mappano) - Ariete

    immagine livello
    Guru
    Mamma di Dafne (16 anni)

    Vedo che tutte le scuole hanno progetti di auto finanziamento, mercatini, regalini, biscotti… e poi penso che in realtà non potrebbero farlo, e che hanno anche questo ostacolo: da quanto ne so io (correggetemi vi prego) le scuole non potrebbero organizzare eventi di questo tipo.
    Possono accettare donazioni volontarie… che però spesso diciamo che sono poco volontarie, ecco, nel senso che vengono richieste esplicitamente (e ci mancherebbe).

  14. Penso che abbia ragione tu. Il nostro mercatino è a offerta libera con cose fatte da bambini. E’ per questo che qualcuno è passato e ha salutato, qualcuno ha lasciato 2 euro e qualcuno ne ha lasciate 20! E lo so perchè al banchetto c’ero io (che l’anno scorso non ero neanche rapresentante!

  15. sono d’accordo sul fare la rappresentante di classe, l’ho fatta per First e ho deciso di candidarmi per Second perché in un certo senso sei “costretta” ad occuparti della classe di tuo figlio perché altrimenti, soprattutto alla suola primaria sei fuori, fai due colloqui all’anno e basta, non sai niente. Sulle comunicazioni scuola/famiglia ho una mia teoria, sono certa che la mia preside non è disorganizzata anzi è furba, pur di evitare le rotture di scatole delle mamme (ammettiamolo siamo terribili) 😉 ci dice tutto all’ultimo così non abbiamo il tempo di reagire, riguardo al blog al sud non siamo ancora pronte su 20 mamme solo 10 avevano l’indirizzo mail per comunicare devo telefonare per forza 😕

    • Stefy

      Il nostro preside (o dirigente scolastico) fa lo stesso… si riduce sempre all’ultimo minuto…e non so se è una manovra “furba” come dici tu, o è disorganizzazione oppure è davvero il sistema “istruzione pubblica” che non permette davvero di farlo…
      Ma se è il sistemache non funziona allora mi sembra giusto che siano gli stessi presidi o dirigenti scolastici che si rimbicchino le maniche per farlo presente a chi stà sopra di loro e cercare di cambiare un sistema sbagliato…(perchè noi genitori, te lo assicuro, nella piena collaborazione glielo facciamo notare puntualmente!)

  16. Innanzitutto voglio dire graze di cuore a Barbara. Perche’? Perche’ sentirsi ascoltati non e’ poi cosi usuale.
    In secondo luogo vorrei aggiungere che oltre alle mancanze istituzionali ci sono poi stuoli di dipendenti con una mentalita’ statale, che non prendono neanche in considerazione l fatto che fuori la gente non vive e non lavora come loro. A volte e’ questione di ristrettezza mentale dovuta al fatto che hanno sempre e solo lavorato in quel contesto e si sono infelicemente atrofizzati.
    Io vengo da una ‘”carriera” in altri ambiti. Ho fatto tanti lavori differenti per pagarmi l’universita’, tutti nel settore privato e spesso con contratti da usurai. Partecipai al concorso non so piu quanti anni fa, piu per dare un senso ai miei studi in ambito pedagogico, che con la speranza i entrare nella scuola. E bum. Vinto quello per la materna. Poi per anni non ho mai e dico mai gravitato nel settore pubblico e dell’insegnamento. Mi arriva, fulmine a ciel sereno dopo 14 anni la lettera dal Ministero che mi dava una cattedra. ” chi? Io? Non lo so se sono in grado di insegnare ai bambini. E se non mipiace?”. Questi erano i pensieri. E poi ho deciso di provare con l’idea che se non fossi stata portata avrei lasciato, posto pubblico o meno. Non dimentichero’ mai la frase che mi disse una maestra il Mio primo giorno di scuola”‘ma sei sicura di quel che fai? Qui si sta male, non abbiamo ferie”. A me che venivo dalle aziende normali sembrava l paese del bengodi. Poi con gli anni ho iniziato a capire. Il problema e’ che non ci sono incentivi personali. Puoi essere il connubio tra Mary Poppins e Mrs Doubtfire, ma gerarchicamente ed economicamente sei uguale a quella che se ne frega e arriva in ritardo e tira a sopravvivere. E questo non va bene, l’appiattimento come l brutto e lo sporco, degrada, svilisce e tira al basso, come la forza di gravita’. Probabilmente sono una delle poche insgenanti che alle proposte fatte di inserire delle valutazioni delle insegnanti, avrebbe risposto si. Non per vigilare (e poi ancora perche no), ma perche il sentirsi un minimo ” sulla graticola” ti stimola, ti incentiva a fare meglio, ad essere creativo. Proprio oggi vengo da una tristissima riunione in cui la preoccupazione principale e’ stata il sanare la situazione bagni, da me ne funzionano due su 9 e in totale ci sono 78 bambini, di cui un terzo hanno raggiunto il controllo sfinterico non da molto. in passato ho conosciuto amministratori che ci minacciavano dicendoci che dovevamo far pulire i bambini con al massimo duefoglietti di carta e non importava la “specificita’” della materia prodotta dal bambino 😀 . Non sono una santa, non lavoro soloper la gloria, ma e’ pur vero che questo lavoro non e’ come gli altri, da qualunque punto divista lo si voglia valutare. E l’appiattimento sociale, morale, umano ed economico non funziona, non serve, non aiuta. E abbiamo “qualcosa” per le mani di cosi prezioso da non poter prendere sottogamba neanche un aspetto. E allora che si fa? “Nuotiam nuotiam” come dice Dory in Alla icerca di Nemo.
    E noi questo facciamo. Nuotiamo insieme alle famiglie, ai bambini e a chi ci crede.
    Scusate la prolissita’ del messaggio, ma tutto questo mi sta tremendamente a cuore.

  17. Avevo scritto un lungo messaggio…forse il server si e’ rifiutato
    Vengo da una triste riunione in cui il focus e’ stato ” preside da noi funzionano 2 gabinetti su 9″, in una scuola di 78 bambini, di cui un terzo ha raggiunto il controllo sfinterico non da molto.
    Credo i non dover aggiungere altro per far capire in che condizioni versi la scuola e io non lavoro inun comune sperduto in cima ad una montagna.
    Per il resto Barbara e’ vero ci sono tante maestre in gamba, che mettono soldi, ore in piu’ prelevate alla famiglia e risorse ditasca propria.
    Ma per tante che sono cosi, ce ne sono molte altre che. CHE. Che si sono fatte risucchiare dal mostro dell’appiattimento, quel viscido insetto che striscia nel favoloso impiego pubblico e che se non stai attenta ti cambia. Da dentro. Si perche’ funziona un po’ come una parete imbiancata di fresco: bella, pulita e colorata. Mica hai voglia di sporcarla, anzi fai mille attenzioni. Ma se cade a pezzi…alla fine e’ sempre il concetto del bello che ritorna. Gia’ perche se uno vede intorno a se’ zero entusiasmo, sente lamentele, se dici va bene non possiamo comprare i fogli chiediamo alle famiglie un po di soldi e ti senti rispondere “le maestre non devono chiedere soldi” …che succede? E’ diffiile rimanere dritti e saldi con il vento ditempesta, specie se soffia, e forte, ogni giorno.
    Io non ho fatto sempre la maestra, vengo da una carriera che non mi manca per niente, in cui gestivo un sacco di soldi, non miei 😆 e non ne guadagnavo mica tanti. Non pensavo che mi sarebbe piaciuto stare con bambini cosi piccoli, sotto alcuni aspetti e’ alienante, ma sotto altri…e’ fantastico. Pero’ c’e’ un qualcosa che mi manca dello spirito di un’azienda mormale e cioe’ quello spirito di competitivita’ che ti spronava ad essere piu bravo o piu creativo.
    Tristemente nella scuola puoi pure essere un connubio tra MaryPoppins e Mrs Doubtfire, ma gerarchicamente ed economicamente sei alla stregua di quella che ritarda sempre, che tira a sopravvivere, che “galleggia”. Ed e’ anche questo che non funziona. L’essere umano ha bisogno di stimoli, a qualunque eta’ e in qualunque settore.

    Per il resto…dajeeeee Barbara dajeeee…abbiamo bisogno di genitori che ci credano. Per crederci un po’ di piu’ anche noi. Ogni giorno. Con i bambini.

  18. cmaq anche io ho deciso che mi ricandido!!!

  19. Hai scritto esattamente le stesse cose che penso, e che credo pensino migliaia di genitori che come me hanno i figli alla scuola pubblica. Che è e DEVE restare la principale in Italia. Libera da invasioni politiche, interferenze religiose e privatistiche. Libera e per tutti. E tutti ci siamo industriati, negli anni, per far sì che cambiasse, che fosse migliore, per i nostri figli e per i figli degli altri. Ma questo non accade e non accadrà tanto facilmente. Anche noi abbiamo chiesto alla Dirigente di poter imbiancare le classi, visto che non c’erano soldi ed anche a noi è stato risposto che l’assicurazione bla bla bla, anche noi abbiamo chiesto di poter mettere le tende alle finestre, fatte da noi, pagate da noi, messe da noi. Risposta, sempre no. Compriamo una lavagna in più? No. Compriamo [e paghiamo noi] gli appendiabiti x i bambini? No. Ma perché, perché sono tutti così terribilmente ingessati dietro le scrivanie? Dirigenti, Manager… Altro che Preside dei nostri anni. Questi badano solo a non sforare il piano di spesa. Il resto, ciccia.
    Io quest’anno ho deciso che non interverrò nemmeno più ai Consigli… Poi però un dubbio mi sorge: che la battaglia non sia ancora finita?
    Elli

  20. Cara Mamma felice questo post e’ uno dei motivi per il quale ho spostato i miei figli ad una scuola steineriana. Ho passato tre anni nella scuola statale con il primo figlio e purtroppo non ne vedevo via d’uscita. Purtroppo gli insegnanti ce la mettono tutta ma è’ il sistema carente in organizzazione e , come dici tu, molto lontano dalla realtà’! Basti pensare che la scuola chiude per ben tre mesi e non esiste Paese che faccia tutte queste ‘ferie’. Le famiglie devono fare i salti mortali tra nonni, centri estivi, baby sitter ecc. Uno scandalo per me che ho vissuto per tanto tempo all’estero!!! Buona fortuna Federica

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