Il giorno più felice è sempre domani, non ieri
Pubblicato il 22 Agosto 2013 da Mamma Felice • Ultima revisione: 23 Agosto 2023
Cambiare vita non è facile, non sempre. Nestore e io abbiamo cambiato tante volte, e possiamo raccontare almeno 5 vite ciascuno, se ce le chiedete. Perché siamo irrequieti, perché vogliamo stare sempre un po’ meglio di prima, perché se la vita ci offre un’occasione non tentenniamo, perché ricominciare è sì faticoso, ma anche straordinario.
Quanti restano ancorati a una vecchia casa, o un vecchio posto di lavoro, o una vecchia città solo per attendere il momento giusto di partire (non esiste il momento giusto, esiste solo il momento), e poi restano ancorati all’infelicità?
Noi abbiamo sempre pensato che non fosse salutare vivere e respirare sempre nello stesso posto, nello stesso quartiere, nella stessa casa di famiglia. Abbiamo sempre pensato che i ragazzi ad un certo punto debbano partire per il mondo, imparare a vivere da soli, lavorare per pagarsi le bollette, non considerare la casa di proprietà come un fine ultimo a cui arrivare, ma piuttosto alleggerirsi, saper traslocare da un posto all’altro, inscatolare la vita e portarsela dietro.
Questo io spero per mia figlia.
Che non abbia paura di cambiare, che non abbia bisogno di vivere tutta la vita nello stesso posto, che non abbia bisogno di radici fisiche, ma che possa costruirsi radici intime, da portare sempre con sé per sentirsi sicura e a casa in ogni luogo del mondo.
Come genitori, la parte più difficile sarà esserci, senza esserci. Essere presenti, ma anche assenti. Essere vicini, ma abbastanza lontani.
In questo primo trasloco della sua vita, avvenuto all’età di 5 anni, Dafne ha faticato a lasciarsi alle spalle il piccolo mondo che si era costruita. La sua amica del cuore, Sara, che lei dice sia la sua univa e vera amica. Ma anche la Bolognina, la casa rossa e blu, i quattro punti di riferimento che avevamo lì: il centro commerciale Minganti, il parco della scuola, l’uscita 9 e la sua cameretta.
Avevamo un mondo ristretto, piccolino e con cari amici con cui trovarci in un baretto sgangherato alla sera prima di cena. Avevamo un ufficio sotto terra, al piano interrato, in un piccolo cortiletto invisibile dalla strada. Piccole tenere semplici cose a cui affezionarsi e legarsi.
Adesso che è tutto cambiato, e che abbiamo anche più spazio, più sole, più amici, più familiari… abbiamo sentito l’esigenza di regalare a Dafne un libro di ricordi, dei primi 5 anni della sua vita. Un piccolo libro fotografico da sfogliare per ricordare i momenti salienti della sua vita, la casa di Bologna e la sua cameretta, quella vacanza di tre giorni che ci siamo concessi l’anno passato a Cento, i suoi vecchi compagni di asilo.
Tutti e tre insieme abbiamo riguardato migliaia di foto, un pomeriggio d’estate.
Le foto del primo giorno di vita, il primo bagnetto, la pappa sul seggiolino bianco in cucina, quel pomeriggio freddissimo al Minganti, i compleanni, i lavoretti fatti insieme per passare il tempo.
Abbiamo scelto circa 30 foto insieme, e le abbiamo stampate con un programma di stampa foto online. Abbiamo intestato il pacco a Dafne, cosicché potesse riceverlo per posta direttamente a suo nome, aprirlo, sfogliarlo, toccarlo.
Avremmo potuto aggiungere tante parole, poesie, ricordi scritti, e anche descrizioni minuziose di luoghi e situazioni. Ma non lo abbiamo fatto. Sopra ogni foto abbiamo fatto stampare solo una didascalia, per poter raccontare la sua storia a voce, ogni volta aggiungendo un particolare. Io volevo che la sua storia fosse liquida: un racconto orale, una memoria, un momento di evocazione che le parole, da sole, non avrebbero potuto dare.
Nell’ultima pagina abbiamo fatto stampare solo una frase: Adesso continua tu.
Adesso che andrà alla prima elementare, e sarà abbastanza grande da ricordare e scrivere la sua storia, noi non siamo più la sua memoria. Adesso noi potremo aiutarla a diventare la donna che sarà in futuro, ma non parteciperemo più davvero alla sua vita, non saremo più il centro del suo universo.
A volta fa paura. Pensare di aver cresciuto un nuovo essere umano, e ripensare a tutte le cose fatte, a ciò che potevamo fare meglio, a quello che potevamo fare di più.
A volte il pensiero della vita è come una traccia di infinito, come quella frazione di secondo in cui pensi di aver colto il mistero della vita, in cui pensi di aver compreso ciò che è incomprensibile… finché tutto ti sfugge di mano e torni ad essere un semplice essere umano.
Ma non fa abbastanza paura da smettere. Non fa mai abbastanza paura da pensare di incatenare i figli, renderli deboli per poterli proteggere ancora, impedire loro di crescere prepotentemente.
Le foto dell’album sono bellissime, ma non ho nostalgia di quei momenti.
Il giorno più felice è sempre domani, non ieri.
Solo il tempo ci darà le giuste risposte: nostra figlia sarà felice? vivrà a lungo? troverà il lavoro dei suoi sogni? si innamorerà di una brava persona?
Nella vita bisogna rischiare. Imparerà a rischiare anche lei.
La felicità è sempre un rischio.
E meno male.
Mi sono concessa un attimo di pausa in una mattina in cui ci stiamo preparando ad un grande cambiamento: il passaggio di Matilde dalla scuola elementare alla scuola media.
La sua cameretta crescerà con lei ovviamente. Tante modifiche per renderla più adatta alle sue future esigenze di studio ma spero ancora di gioco.
Ci siamo imbattute nelle fotografie scattate alla scuola materna e alla primaria e Matilde stentava a riconoscersi.
Matilde è cresciuta e cambiata tantissimo negli ultimi mesi. Fisicamente, di testa, negli atteggiamenti.
Cambiamenti tangibili, ogni giorno quasi.
Mi fa un po’ di paura questo e crea qualche malessere. Ma come dici tu questa paura non può, non deve bloccare.
Lei ha più attitudine al rischio. Meno male!
Spero di farcela a rischiare anche io.
Grazie per questo post. Era proprio quello che avevo bisogno di leggere in questi giorni un po’ confusi!
Un abbraccio
Certo che ce la fai: le hai dato la vita, il resto sarà più facile. 😉
Secondo me cambiare la cameretta è un bellissimo gesto: le stai dicendo che è grande, la aiuti a cambiare. Capisco la paura. Ma deve essere anche bellissimo.
bellissimo, mi serviva un post simile pieno di buone prospettive in un momento per noi di cambiamento.
ho sempre lottato per dare ai miei figli la stabilita,
le abitudini… “cambiare”, l’ho qausi sempre visto come un sconfitta anche quando sconfitta non era (come in questo momento).Mi piacciono molto le tue parole, mi piacerebbe riascoltarle tutte le sere finche non mi abituo al cambiamento.
Ciao Mamma Felice,
condivido totalmente quello che hai scritto e proprio in questo periodo stiamo valutando con la girl maggiore dove potrà andare a studiare l’anno prossimo: USA o Australia? Abbiamo un anno ancora da condividere molte cose, ma con la consapevolezza che poi tutto sarà diverso. Questo è quello che abbiamo sempre desiderato e voluto per le nostre girls: la possibilità di scegliere dove e cosa fare con o senza di noi.
Anch’io ho pensato di scriverle un diario, ho già preparato una scatola con alcuni oggetti che sono stati importanti per la sua crescita, ora manca la parte più difficile, ma importante.
Un caro abbraccio a tutte voi, in maniera particolare a te, Mamma Felice e a Nestore. 🙂
Carole, in bocca al lupo. Facci sapere cosa avete deciso!
vuoi essere anche la mia mamma?
perché il regalo vero non è solo l’album, non è solo quello che c’è scritto e le foto che vi sono raccolti, sono anche gli spazi bianchi, che significano tempo che io ho intenzione di dedicarti quando guardiamo insieme questo album, non solo il tempo che ho speso a confezionartelo. e l’invito a continuare, che è quella spintina affettuosa della mamma che invita il suo uccellino a spiccare i primi timidi voli fuori dal nido.
Ma quanto siete belli tutti e tre insieme?
Abbiamo i nostri momenti, Siro, come tutti.
I giorni in cui io sono scazzatissima e non ho voglia di vedere né lui, né lei… e viceversa.
Pensa che i miei genitori hanno sempre ragionato nel modo opposto al vostro: il cambiamento (casa, lavoro, opportunità) vissuto come minaccia e come rischio, con la conseguenza di scoraggiare in noi figli qualunque aspirazione a spostamenti e opportunità che non fossero sotto casa.
Questa mentalità mi ha condizionato moltissimo nelle scelte professionali, e di riflesso ha condizionato anche quella di mio marito. Mio marito ed io stiamo facendo l’opposto con nostro figlio, cercando di coltivare in lui una mentalità più flessibile al cambiamento e non radicata necessariamente nel posto in cui viviamo.
Avete fatto un bellissimo regalo a vostra figlia, e non mi riferisco solo al libro.
Martina, capisco quello che dici. Io per questo sono sempre stata la pecora nera, quella che doveva sempre essere diversa o che veniva definita ‘ribelle’ (ma de che, poi….).
Poi passa. Ci vanno rimedi drastici, comunque.
@martina, anche a me è successa la stessa cosa. ho ancora impressa nella mente la frase tipica di mio papà quando volevo uscire, viaggiare, evadere “ti sta stretto…”. e così sono cresciuta troppo attaccata ai luoghi, alla casa. i miei figli stanno acquisendo una mentalità più aperta perchè nel tempo anche io ho cercato di evolvermi, ma mi rendo conto che hanno dei punti di riferimento importanti.
il regalo più bello che si possa far loro sono appunto le esperienze e gli insegnamenti per spiccare il volo. per far scrivere il loro libro della vita
bene, asciugate le lacrime 🙄 ti posso dire che avete fatto una cosa fantastica, di cui Dafne avrà memoria per sempre . Mi hai ricordato i due traslochi che abbiamo affrontato (il primo solo con la prima, il secondo con due piccoli -ora basta, non è che col terzo ci trasferiamo di nuovi eh!!-) e le riflessioni che avevo fatto a suo tempo…e i ricordi che ti porti dietro e lo zainetto di memorie che prepari per loro e la spinta per andare avanti che serve a te come a loro!!! Ma, chissà come mai, detto da te è ancora più poetico!!
Carla io però al prossimo trasloco brucio tutto e non mi porto più niente: mammaaaaa che fatica!!!
…esaaattoooo!!! ti immagini in 5??!! Naaaa… 😆
Siete fantastici!!!
Spero di trovare il tempo per comporlo e regalarlo a mio marito.
Io che sono molto ancorata ai ricordi e al passato terrò stretta la tua frase: “Il giorno più felice è sempre domani, non ieri”.
Grazie, non vedo l’ora di passare nuovi momenti insieme
Stiamo giusto giusto decidendo dove cavolo ri-traslocare (figlio di tre anni, già un trasloco all’attivo e un altro previsto entro dicembre…).
Sono d’accordo con te sul non creare radici fisiche e sul non impostare la vita sul lavoro o la casa definitivi. Ma i traslochi li odio comunque, ti tolgono tempo ed energie, ti fanno spendere e arrabbiare. Cambiare casa e abitudini può essere positivo, il trasloco NO!
Comunque grazie eh, ti leggo sempre e commento ogni tanto. In questo periodo i tuoi post, chissà come, calzano sempre a pennello con le situazioni della mia vita e leggere i ragionamenti altrui su certi argomenti aiuta a vedere le cose in modo più obiettivo.
Mi hai fatto riflettere… e anche emozionare….!
Che bello questo post! Complimenti! Davvero una ventata di energia e di positività’! Sono contenta di essere capitata qui! Grazie ancora Federica
Post commovente.
La Tata a settembre inizia la scuola materna. Io sono emozionata perché sta diventando grande ma anche un po’ triste perché in un certo modo inizierà la sua vita. Una vita fuori casa, con amichetti, delusioni, gioie, sconfitte, vittorie, traguardi suoi, solo suoi, che io vivrò dai suoi racconti.
Non è semplice lasciar andare ma credo che l’amore incondizionato dei genitori sua proprio fatto di questo. Regalare ai nostri figli la loro vita.
E non è poco avere il privilegio di contribuire ed assistere alla creazione, in tutte le sue accezioni, di una nuova vita.
E’ vero, è bello e importante ricordare il proprio passato e la propria storia..e per i bambini è l’inizio di un viaggio, chiamato vita.
C’è un proverbio canadese che a noi piace molto:”i figli hanno bisogno di genitori che preparano loro un nido, ma anche le ali per volare”.
a presto
Marta & Sara, mammechefatica.it
In questo periodo sono più emotiva del solito, e leggendo il post ero in stato iperemotivo 😉 bello e intenso! Sì, il cambiamento parte da dentro, e fa la forza, quando voluto… Amo migliorare, al tempo stesso mi affeziono alle cose; la prima casa dove è nato Nic ( umida piccola e mansarda) ho faticato per trovarne prontamente una nuova ( le meraviglie di stare in affitto) 🙂 e poi, al momento del trasloco ho provato il classico mix di gioia e malinconia. Mi è successo col mio ex lavoro, facendo scelte ‘folli’ o forse dettate dalla voglia di stare bene umanamente, ma cambiare è un motore potente. Grazie per queste belle parole!
come sempre le tue parole arrivan dritte al cuore, emozionando tanto…
Continua sempre a regalarci attimi di gioia, di serenità e darci la voglia di cambiare,di osare, di creder nei nostri sogni!
un abbraccio forte,
😀
Grazie mille, Heka!
bellissima storia!! chissà se sarò capace anche io di lasciare andare la mia Margerita…ancora non è nata e già ne soffro!