La paura di cambiare
Pubblicato il 17 Ottobre 2012 da Mamma Felice • Ultima revisione: 23 Agosto 2023
Certe volte come mamma mi trovo a un bivio: da una parte la mia vita, che procede lesta e spedita, e piena di idee e di cambiamenti, e di azioni coraggiose ancora da compiere; dall’altra parte la vita di mia figlia, che ha tempi differenti, più lenti, e spesso si esprime con il dissenso, o con la diffidenza.
Un po’ di giorni fa ero a pranzo con un’amica, che ho incontrato dopo anni di frequentazione solo virtuale, e tutti insieme parlavamo proprio di educazione, di bambini diversi tra loro, di sentimenti che come madri (e padri, visto che c’era pure Nestore), a volte ci creano preoccupazione, o ansia, o semplicemente ci mettono nella situazione di dovere capire, e interpretare e trovare – soprattutto – soluzioni.
Noi negli ultimi anni, intendo Nestore e io, siamo cresciuti proprio tanto. Abbiamo affrontato mille vite, abbiamo aperto un’azienda, abbiamo preso decisioni forti su noi stessi, abbiamo cambiato idea e opinione su tante cose. Ci siamo evoluti e siamo cresciuti così tanto, che adesso siamo più grandi di prima, e forse anche con qualche pensiero in più.
Ma soprattutto siamo pronti a cambiare vita. Di nuovo.
Non sto a raccontarvi la rava e la fava, perché ad essere onesta non saprei nemmeno da dove partire, e cosa dire, e quali parole usare (non chiedetemelo: ve lo racconto appena posso, ok?). Ma in questi mesi c’è stato tanto dolore, e poi è arrivata anche tanta speranza, nella nostra vita. Tanto che ho ritrovato la mia famiglia, e questo è il picco massimo della mia felicità, perché è inutile che io stia qui a dirvi quanto mi mancava tutto questo, quanto mi sentivo sola, quanto ho desiderato questo momento. C’è l’idea di cambiare aria.
E noi con la testa siamo già lì, in una nuova vita, perché se c’è una lezione che ho imparato dalla felicità, è proprio che non si deve avere paura di cambiare.
Il cambiamento mi piace, sempre. Mi piace cambiare vita, mi piace cambiare idea sulle cose e sulle persone, mi piace cambiare aspetto, mi piace cambiare prospettiva. Mi piace cambiare quello che è vecchio, e pensare alle cose nuove, alle cose belle.
Ma qui torniamo al punto della doppia velocità: noi grandi siamo pronti a cambiare, Dafne invece ha una terribile paura di tutto ciò che cambia. Dafne non vuole andare al corso di inglese e nemmeno a nuoto. Dafne non vuole conoscere persone nuove. Dafne vuole andare a cena sempre nello stesso ristorante.
Dafne ha paura del cambiamento, ha paura delle novità, fatica a recepire i cambiamenti come qualcosa di positivo, ma anzi li trova destabilizzanti.
Per dirne una: abbiamo finalmente cambiato la macchina, questa estate, perché davvero l’auto non ce la faceva più. Non abbiamo fatto altro che prendere una comune utilitaria, senza frizzi né lazzi.
Eppure Dafne per settimane rifiutava l’auto nuova, dicendo che lei voleva di nuovo la sua macchina blu, e che la macchina nera non le piaceva, e che le faceva PAURA.
Ora, ridimensioniamo. Diciamo che Dafne innanzi tutto è una bambina con una vena recitativa drammatica, che sa quindi esternare in modo molto teatrale tutto ciò che pensa, soprattutto quando le fa comodo.
Non è dunque una paura vera, quanto un suo modo di essere, una sorta di attaccamento alle cose che invece noi non abbiamo.
E nel caso in cui noi cambiassimo casa? Che si fa?
Quanto è ‘normale’ che una bambina di quattro anni e mezzo abbia ‘paura’ del cambiamento, o, meglio: ne provi fastidio?
Capita anche a voi?
Così mi ritrovo in un percorso tortuoso: da una parte una nuova vita che non voglio tardare a vivere, dall’altra parte c’è una bambina che vuole restare attaccata a tutto ciò che è vecchio, sicuro, tranquillo.
Eppure non le manca la faccia tosta, non è timida affatto, non ha paura degli altri.
Vuole, semplicemente, la sua ROUTINE quotidiana.
E sono qui, nel mezzo del mio percorso di crescita e di vita, che io ho 36 anni e la routine per me è come una frustata sulle gengive, e invece per lei è la ninna nanna che la tranquillizza.
E la vita non è facile, e non lo sarà mai per nessuno, tanto meno per noi. E però in qualche modo non dovremo pur viverla?
E ancora una volta situazioni che ti sembra di vivere in solitaria le vedi scritte nero su bianco e dici: ci sono anche io!!! Se posso dirti la mia umile esperienza ti faccio partecipe di alcune mie riflessioni:
– mio marito, nato, cresciuto, vissuto… sempre nel solito posto, cambierebbe con molta facilità qualsiasi cosa, c’è anche da dire che ha superato una separazione e un divorzio, cresciuto due figli allora adolescenti e adesso ha rifatto con me la sua famiglia e cerchiamo di crescere insieme il nostro cucciolo, dice sempre che i cambiamenti destabilizzano ma l’essere umano ha la capacita di cercare nuovamente, e con buona fortuna ritrovare, il proprio equilibrio;
– io, che per il lavoro di mio papà ho sempre girato, sempre cambiato casa, non ho mai avuto abbastanza tempo per crearmi rapporti di amicizia duraturi nell’età in cui chiunque aveva l’amichetta/o del cuore, e oggi cerco prepotentemente di avere una sensazione di radici;
– il cucciolo che come tutti i piccoli sta scoprendo il mondo e la cosa, come a qualsiasi essere umano anche più cresciuto, incuriosisce e nello stesso tempo spaventa, e povero piccolo in quest’altalena cerca di capire ciò che lui stesso forse ancora non sà e cioè cosa va bene e cosa no.
In tutto questo??? A volte è meglio chiudere gli occhi e lanciarsi! Il pensiero positivo aiuta e forse ciò che ci aspetta è anche meglio di ciò che pensavamo, ma se così non fosse ne abbiamo passate tante e tante ancora ne passeremo e ciò che non ci uccide ci rende più forti!
Un grossissimo IN BOCCA AL LUPO!
Roxy, grazie. Il tuo commento è proprio illuminante, e mi incoraggia anche tantissimo. In effetti alla fine lanciarsi è la cosa migliore: in qualche modo ce l’abbiamo sempre fatta, perché adesso dovrebbe essere diverso?
Certo, per le persone abitudinarie i cambiamenti non sono facili. Te lo dico io che, nel tempo, ho iniziato a comprendere che adoro la mia routine, che mi fa stare bene, che dopo tanti cambiamenti ora basta. Se Dafne ha paura dei cambiamenti, faticherà un po’ ad accettare la nuova vita, ma piano piano acquisirà la sua quotidianità, sicuramente, perchè ci siete voi accanto che siete genitori attenti e premurosi. Non le mancherà nulla. Parola di pedagogista 😉
Grazie Arianna! Come pedagogista, hai qualche consiglio specifico da darci? Per esempio come spiegarle tutto, o quali attività farla fare…?
Sicuramente avvicinarla gradualmente alla nuova realtà, partire per tempo, spiegarle non solo a parole quello che sarà la nuova vita. Poi, ovviamente dovrei avere più dettagli di quella che sarà la nuova situazione. Se hai voglia puoi scrivermi in privato. Sono di Bologna possiamo anche prenderci un caffè e fare due chiacchiere 😉
Carramba!! Moooolto volentieri!
io mi sento molto come Dafne, il cambiamento mi tenta ma mi spaventa moltissimo, ho un compagno emigrato in italia dal senegal ben 11 anni or sono e coltiva da sempre la speranza (credo ovvia visto che ha lasciato famiglia e vita)di un ritorno, dall’altra parte ci sono io che in 32 anni di abitudinarietà soffro le vacanze lontano da casa per più di 2 settimane sento proprio il bisogno di tornare tra le mie cose (affetti a parte) e poi c’è il piccolo che come tutti i piccoli, all’inizio è spaventato ma poi pian piano si abitua……ti invido per il coraggio che hai e che hai dimostrato e spero un giorno di trovare almeno un pò di quel coraggio….ion bocca al lupo per tutto e soprattutto per questa “nuova vita” misteriosa…
Beh, certo che fino in Senegal avrei un po’ paura anche io: è proprio un bel trasloco gigantesco!
Noi ci spostiamo solo di un paio di città, è più facile. Comunque giuro, non sarà un mistero. E’ una cosa tranquillissima. Ma mi serve ancora qualche giorno per sistemare tutte le idee, più che altro…
ciao.
mi chiamo serena e ti seguo abbastanza, ma sinceramente non ricordo se ho mai commentato. questa volta xò l’argomento mi tocca proprio e non potevo esimermi.
probabilmente le cose che scriverò saranno un pò sconnesse ma… tant’è.
io, pur avendo 38 anni, sono come la tua bambina di 4: ho paura dei cambiamenti e tutto ciò che tu hai scritto ti piace cambiare, io nn lo cambierei mai! ma x questo mio timore, x questa mia infinita titubanza, ci ho smenato parecchio della mia vita in tutti i settori possibili (privato, economico, professionale). al momento potrei definire la mia vita “stagnante”. triste vero? già, e siccome non voglio + stagnare ma scorrere, ho deciso di cambiare anke io, anke se con tempi lunghi, anke se 1 briciola alla volta, anke se questo, si, mi destabilizza e mi spaventa.
ammiro te x la tua capacità opposta alla mia e ti capisco bene quando parli del bivio in cui noi mamme ci troviamo periodicamente.
il mio bambino, lorenzo, quasi 4 anni, non è un tipo scaltro ke si butta a capofitto nelle cose: se gli propongo qualche attività nuova che vorrei facesse, lui dice subito “io non voglio fare niente”, e so ke dice così perchè non sa quello ke lo aspetta, perchè dovrà incontrare un ambiente sconosciuto e ha bisogno di tempo e di capire. daltronde è figlio mio, forse non poteva crescere in altro modo. forse devo parlare di “colpa”: se io non fossi/fossi stata timorosa, lui sarebbe stato + sciolto? e allora tento di entusiasmarmi io x prima x proporgli le varie novità in modo allegro e spensierato cercando di studiare le sue reazioni e cercando di capire se è il momento di spronarlo 1 po di + o di lasciar perdere. questa estata lho portato a dei pomeriggi di attività libera prezzo una scuola materna montessoriana o ogni volta lui piangeva dicendo che non voleva andarci ma io facevo lo stesso 20 km ogni giovedi perchè poi lui era orgoglioso di mostrarmi i suoi lavori e a settembre, un giovedi mi ha chiesto perchè non lo portavo + alla casa dei bambini…
infine aggiungo solo il commento della ns psicopedagogista: “i bambini hanno una grande capacità di adattamento e di ripresa”. e noi ce l’abbiamo?
buona giornata e scusa per il papiro.
Sere.
Ciao Sere, intanto GRAZIE per il commento.
Sai, hai descritto perfettamente il carattere di Dafne: anche lei mi dice le stesse cose, e pur di non provare le cose nuove, preferisce perdersi anche delle cose divertenti. Ti dico solo che ogni Lunedì fa storie per andare a scuola, perché già i due giorni di weekend per lei erano una routine casalinga piacevole.
Le uniche situazioni in cui non fa storie sono quelle ‘protette’, dove c’è un adulto di fiducia. Per esempio adesso ci stiamo facendo aiutare da una settimana da un’amica che la va a prendere a scuola, perché io ho un impegno di lavoro straordinario e non riesco a staccare dall’ufficio alle 16.30
Ecco: lei sta con Paola (è il nome della nostra amica) per due ore scarse, eppure non fa la minima storia. Stessa cosa con i suoi nonni, con la zia… proprio un paio di settimane fa l’abbiamo lasciata con mia mamma e mia sorella, e non ha fatto una piega.
Mi sembra di capire che lei abbia ‘paura’ dei posti dove ci sono TANTE persone (per tante comunque intendo una classe di inglese con 10 bambini, eh, mica lo stadio 😀 ). E allora lì si blocca. Se noi la ‘obblighiamo’ ad andarci, allora lei poi si diverte e non vuole più uscire. Ma se non la obblighiamo, lei preferisce di gran lunga stare con noi.
Ecco. E considera che sia io che Nestore siamo abbastanza ‘avventurosi’, quindi penso sia proprio questione di carattere, mica di educazione… per dirti che tuo figlio probabilmente ha solo quel carattere lì, che non dipende mica da te.
Secondo te, in queste attività pomeridiane, è giusto obbligarla, o è meglio lasciar stare?
oh mamma mi si kiede un parere! e adesso io cosa faccio, cosa dico?!?! 😉
la risposta non è semplice, e non te la posso dare io, ma ti posso dire quali sono stati i passaggi mentali ke ho fatto nel caso dell’esperienza “casa dei bambini”. e tieni conto ke anke x lorenzo 5 bambini insieme costituiscono 1 folla! mentre reagisce come dafne nell’essere “affidato” a terzi.
a) perchè voglio fargli fare questa cosa?
b) non si butterà a capofitto, avrà timore e non vorrà far niente.
gli incontri erano circa una decina. il primo incontro è stato di “prova”, sono stata con lui a fare le cose ke facevano i bambini dall’inizio alla fine.
c) è stato titubante e lo scopo è farlo diventare autonomo, ke faccio, lo iscrivo, cioè rischio dei soldi, ci riprovo forzandolo o lascio e torniamo al solito inamovibile conosciutissimo parketto e risparmio?
e si torna al punto A.
col secondo l’ho raggirato chiedendogli se mi accompagnava, “senza fare niente xò!” e, dopo 1 po, è stato lui a partecipare mentre io ero in vista ma in 1 altra stanza facendo finta di fare altro. il metodo del “tu accompagni me ma non fai niente” di solito con lorenzo funziona ;D così ho pagato i miei bei soldini x l’iscrizione.
gli altri sono stati una alternanza di tranquillità e pianti x tutto il tragitto. credo che a 3 anni emmezzo sia legittimo non aver sempre voglia di rispettare una attività cadenzata ma momentanea (sopratutto quando fuori c’è il sole e tutti i tuoi amici che giocano nel parketto li accanto all’asilo). in quei casi mi chiedevo se non fossi stata egoista:
d)farlo piangere perchè IO volevo che facesse questa attività, x aver pagato e non dover sprecare soldi?
ma mi sono detta che era 1 bella attività, che a lui piaceva, che gli dava tanta soddisfazione e orgoglio, perchè in fondo piangeva in macchina ma poi andava e faceva i suoi lavori orgoglioso.
e) se piangesse anke quanto entra? se si rifiutasse di partecipare alle attività? bè, vuol dire ke avremo speso soldi x niente. in fondo coi bambini succede sempre di spendere soldi x cose peggiori e inutili sapendo già che sono a “fondo perduto”.
(dopo 3 anni di piscina, lorenzo piangeva ogni volta che era il momento di andarci e piangeva fino a bordo vasca e anke dentro, bè, non mi è stato difficile capire che era 1 chiaro modo x dire “non voglio più venire in piscina).
in sostanza. tu conosci la tua bambina, sai quando le sue paure sono da “prima donna” o sono reali e fino a che punto. inoltre lei è fortunata perchè tu sei pronta e le puoi stare accanto in questi cambiamenti, io ogni volta devo combattere con me stessa prima che con lorenzo! quanto è importante (divertente, interessante, educativo) portarla a fare queste attività? quanto lo è x te e quanto ritieni possa esserlo x lei?
io mi do 2, max 3 tentativi, poi credo si abbiamo già gli elementi x decidere: se non voglio che si perda delle possibili opportunità ci provo, altrimenti lascio perdere, in fondo sono bambini, non è giusto caricarli troppo o x forza.
spero di esserti stata utile e mi scuso ancora x la lungaggine ma proprio mi riesce impossibile essere breve. sorry.
Quanta saggezza che hai messo nel tuo commento, ti ringrazio di cuore…
Mi sembra anche di rileggere tutti i pensieri che ho sempre in testa quando la porto a fare qualunque attività, e anche quel senso di ‘ansia’ che mi prende, a pensare sempre: chissà se adesso reagisce male/bene?
Cedo che questo sia anche diventato un ‘gioco’ tra noi tutti, in cui lei un po’ ci tiene in pungo, sapendo che noi non sappiamo come reagirà.
Poi, ovvio, voglio tranquillizzare tutti: non è che si comporta da pazza. Magari va bene 10 volte, e una volta va male. Ma è l’imprevedibilità che mi crea ansia…
Ma è l’imprevedibilità che mi crea ansia…
ma non sei tu quella avventurosa? non sono avventure quelle che ci fanno vivere i nostri bambini con le “sorprese” e la loro fantastica imprevedibilità??;)
e se sono riuscita a studiare “un piano strategico” io allora tu non avrai sicuramente problemi di sorta, basta avere 1 piano A di base e 1 piano B in caso d’emergenza e poi stare a vedere ke succede! 😉
(ma il problema non si pone. 10 volte va bene e 1 no vuol dire ke va bene e basta, d’altronde anke noi a volte non abbiamo voglia d fare qualcosa e basta, no?)
tanti auguri x tutto!
Abbiamo studiato ( ) tutte noi sappiamo quanto i bambini amino le cose “certe”,che li rassicurano. Addirittura – ne abbiamo parlato più volte – le regole e i paletti che fanno loro storcere il naso e fare i capricci sono rassicuranti.
Eppure allo stesso tempo i bambini secondo me incarnano IL cambiamento: crescono, cambiano da un giorno all’altro, si evolvono, si adattano.
Hanno bisogno di sostegno e guida, certo, e di essere rassicurati e accompagnati, ma tutto questo a Dafne non mancherà. Vedrai che starà – starete – bene.
Io ci sono dentro al cambiamento radicale: ci siamo appena trasferiti all’estero da un paesino di provincia. Alla fine sai qual è la parte peggiore? Il prima….perchè ti fai mille domande, e ansie, e la paura sale….e poi quando ci sei dentro la vita scorre. E diventa tutto una nuova scoperta. Non posso dirti di avere trovato ancora un equilibrio ma arriverà, lo sento.
E alla fine la bambina (3 anni) è quella che sembra ne abbia risentito meno e si è adattata benissimo al nuovo asilo, alla nuova città, alla nuova lingua. Basta creare una nuova routine ed è fatta 😉
Spero proprio che le tue parole siano profetiche… mammamia quanto lo spero.
Io sono un pò come Dafne, i cambiamenti mi spaventano ma poi alla fine mi so adattare benissimo e sono certa che anche lei si adatterà, in fondo le abitudini possono essere ricreate anche in una nuova casa, a quella i bambini piccoli si abituano facilmente, soprattutto se si va a migliorare. La situazione peggiora se si fanno cambiamenti così drastici quando sono grandi, ma fino a che non iniziano la scuola elementare, non è difficile, forse ci spaventiamo più noi. Io la preparerei piano piano, cominciando da subito a vedere se possibile la nuova casa, e quello che c’è intorno e vedrete che andrà tutto per il meglio. In bocca al lupo.
Tra l’altro stavo pensando che poi quando sarà adolescente e vedrà che su Mammafelice parlo dei fatti suoi, non so mica quanto sarà contenta buhhahaaa
Mi sa che hai ragione, non sarà mica tanto contenta…va beh non è detto che si legga tutti i tuoi post da qui a quando sarà adolescente e poi puoi sperare che avrà molto di “meglio da fare” che rileggere quello che scriveva la sua mamma…E ti assicuro che avrà molto da fare e poco tempo, se ti può consolare…
Non so se mi consola ahahahaa 😆 😆
Ma quanto mi piace:
“abbiamo cambiato idea e opinione su tante cose”
“la rava e la fava”
“non si deve avere paura di cambiare”
“una comune utilitaria, senza frizzi né lazzi”
“la routine per me è come una frustata sulle gengive”
Dafne amerà la routine…ma è fortunata 😉
io mi sento molto simile a Dafne, anch’io in genere ho paura del cambiamento anche se so che invece cambiare può essere solo positivo. Anch’io spesso mi crogiolo nella routine e spezzare un ingranaggio a volte mi fa rimanere ferma dove sono quando invece farei bene a cambiare. Io spesso sono frenata dalla paura, dal fatto che sono troppo razionale e questa mia razionalità frena la voglia di tentare di buttarmi verso l’ignoto e a volte è proprio l’ignoto quello che può renderci felici. ti abbraccio, ciao
Credo che tutti abbiano i loro tempi. Io con il mio primogenito attaccato alla routine come una zecca lavoro molto con i libri. Ci sono delle storie che aiutano, lette (non spiegate) e lasciate a fare il loro effetto, come un semino che germoglia a distanza di tempo. A Bologna avete un sacco di biblioteche: prova a farci un salto e farti consigliare qualche titolo da cominciare a leggere in preparazione del cambiamento. Con una storia i bambini riescono ad estraniarsi da loro stessi, ma nello stesso tempo ad immedesimarsi. Il “potere” delle fiabe stava tutto lì. Non ti assicuro miracoli in 24 ore, ma è un modo per affrontare le difficoltà che a parole si fa fatica a spiegare a un bambino.
Spero che i tuoi sogni si avverino.
Un abbraccio forte
E’ un ottimo consiglio, ti ringrazio tanto.
Ora devo solo farmi venire la voglia di leggere la storia, perché la sera a leggere storie a me prende un sonno, ma un sonno, ma un sonno….
sono fantastici per questo, i libri del Topo Tip
Mese scorso ho dipinto camera di mia figlia da arancione a lilla. l’avessi mai fatto!!!! dopo l’entusiasmo iniziale ora non passa sera che prima di addormentarsi mi dica che vuole ritornare al colore di prima.
anche mia figlia è un abitudianria e si sente protetta dalla routine. giustamente… io invece, dopo un po’, ci affogo..!!
ciao!
miiiiiiii, mi sembra Dafne!! 🙄
noi abbiamo appena cambiato casa, e anche un po’ vita quindi (ma siamo sempre nella stessa città)… ed è incredibile lo spirito di adattamento che hanno dimostrato le bimbe, magari dafne ti stupirà.. in bocca al lupo!
Ho un rapporto ambiguo con i cambiamenti. Mi piaccio ma mi spaventano da morire. Sono risorse, sono inizi nuovi ma rappresentano anche la fine. Credo quindi che il rapporto ambiguo sia normale. Ogni cambiamento porta potenzialità inespresse e nuove chances ma non tutti siamo uguali nel recepirle. Perchè non senti uno psicologo per bambini specializzato in queste cose? Forse lui potrebbe darti gli strumentio per decifarere le paure di tua figlia e gli strumenti per farglele accettere. In qualunque caso ti auguro di realizzare i tuoi sogni.
Raffaella
Anche il mio Camillo è molto molto abitudinario, ha difficoltà a passare dalle maniche corte alle maniche lunghe, immagina tutto il resto.
Alla domenica deve sempre fare le stesse cose, a letto sempre alla stessa ora ecc ecc ecc.
Anche io vorrei fargli fare nuoto ma non vuole, mi dici no mamma non m’interessa.
All’inzio cercavo di “prepararlo” alle novità parlandogli con anticipo di quello che avremmo fatto come nuova attività. Ma poi per i giorni che anticipavano l’evento (che poteva essere un’uscita fuori porta, una cena, una festa ecc)rimaneva agitato e nervoso.
Ora non gli dico più nulla, scopre la novità nel momento in cui la facciamo e vedo che cosi funziona, non fa capricci e alla fine si diverte. Si rassicura perchè comunque io sto con lui.-
Insomma cerco di sorprenderlo!
In questi giorni che qui a MIlano fa freddo, lui assolutamente non voleva saperne di mettere il giubbotto pesante. Gli ho detto bene esci in maglietta, sentendo il freddo mi ha chiesto lui di potersi coprire.
Insomma con tanta tanta fatica sono riuscita a cercare di non arrabbiarmi più e non perdere la pazienza perchè Camillo cosi faceva l’esatto contrario di quello che gli dicevo.
Ora riesco a rimanere tranquilla, a sorprenderlo e a fargli capire le cose con “atti pratici”.
Il lavoro su me stessa è stato lungo e diffcile (con piantie e sconforto) ma alla fine credo di essere riuscita a stabilire un buon metodo di confronto con il mio piccolo
scusa se mi sono dilungata ma è un argomento che mi preme molto
Sul fatto di fare sempre al contrario, guarda, ormai sono diventata una fine psicologa. 🙄
Ma non dicevano che erano i terrible twos? Noi qui siamo quasi a 5 anni, e ancora bastian contrari!
Ciao cara mammafelice sono contenta che hai ritrovato la tua famiglia e che hai nuovi progetti in ballo, Fist ha 6 anni e mezzo, ha cambiato scuola ed é una settimana che stà facendo una tragedia, mi hai fatto ricordare che ne ha fatta una anche per la macchina nuova, identica alla vecchia solo 5 porte invece di tre che lui aveva chiesto perché si scocciava di abbassare la testa per entrare 0_O
Comunque i bambini sono sì abitudinari ma credo che si abituino anche prima di noi grandi quindi vuoi cambiare vita? Perché no? In bocca al lupo alla fine la famiglia é ciò che siamo non dove stiamo, vostra figlia sarà felice anche altrove
Ida è uguale (tanto per cambiare ).
Addirittura invita tutti gli amici di scuola qui a casa ma senza di me lei da loro si rifiuta di andare.
A equitazione (che adora) devo starle vicino. L’unica eccezione è la ginnastica dove i genitori devono stare oltre la porta (e ne approfitto per un’ora di zumba 😆 ).
Io penso che voi siate i paletti di Dafne e finchè voi tre sarete uniti le sue certezze non crolleranno. Non si tratta infatti di fare una cosa nuova da sola ma di farla con voi, fra l’altro avvicinandosi al resto della famiglia.
Abbi fiducia, andrà alla grande!
io se potessi cambiare tutto tutti i giorni probabilmente lo farei. I cambiamenti mi esaltano, mi danno una carica come nient’altro. Per fortuna (non so come a dire il vero) sono riuscita a trasmettere le mie stesse sensazioni positive a mio figlio sin da quando era piccolino.
Io … ero un po’ come Dafne, ero angosciata dal primo giorno di ginnastica correttiva, dal primo giorno di inglese…. ero angosciata dall’ignoto…! A me le sorprese per questo non piacciono ancora troppo! Il mio cambiamento è arrivato pian piano quando mi sono buttata nel mondo del lavoro, quando facendo la supplente a pd in un mese cambiato 5 asili, un mare di bambini e di colleghi!…. Alla fine c’ho fatto il callo! Ho imparato ad affrontare meglio le novità…. incrociandone tante nel mio cammino! Io credo che anche a Dafne il cambiamento farà bene…sopratutto quando vedrà quanto fa bene a voi!
Grazie veramente di questo post! Ne avevo bisogno!
Mio figlio (2 anni compiuti ad agosto) ci chiede continuamente (con crisi isteriche e pianti) di rispettare sempre la sua routine. E anche di non stare in mezzo alla gente, di cui purtroppo ha paura.
E così anche partecipare al battesimo di un bimbo di amici diventa veramente difficile. Non tanto per la fatica dei suoi pianti, ma perchè ci chiediamo dove abbiamo sbagliato, cosa dobbiamo fare e non sappiamo come muoverci. Sicuramente la nostra strategia NON è quella di rimanere a casa e non partecipare al battesimo. Perchè non si può chiudere il mondo fuori. Cerchiamo quindi di calmarlo prendendolo in braccio e con il contatto fisico, ma dimostra una grande tenacia nel cercare di ottenere quello che lui ha deciso (mi sa che sono i terrible two): cioè di tornare a casa!
Un altro eppisodio recente: normalmente lui passa la giornata o coi nonni o con noi genitori e dopo pranzo fa la nanna nella casa dove si trova. Un giorno i miei dovevano fare una visita medica e così sono uscita prima dal lavoro e sono andata a prenderlo: ha fatto una crisi isterica non appena ha visto che invece del lettino doveva uscire di casa. Certamente era stanco e aveva sonno, ma sono molto spaventata quando vedo che non riesce a sopportore il più piccolo cambiamento. E non è stato possibile calmarlo in alcun modo; una volta a casa nostra l’unica cosa possibile è stata metterlo nel lettino piangente (poi è crollato addormentato in pochi minuti: e ti credo piangeva di un pianto isterico da 20 minuti e non si calmava neanche in braccio).
Non so come affrontare queste crisi in un bambino che di solito è molto molto tranquillo e mi rendo conto che non sono capricci … è proprio come se avesse paura. Vorrei che almeno a fronte della paura imparasse a consolarsi. Prima lo faceva mettendo il pollice in bocca e succhiando (ovviamente la cosa non mi faceva impazzire per i possibili effetti sui denti, ma non ho voluto levargli il suo modo di darsi una consolazione): ora vedo che non lo fa quasi più, succhia solo un po’ per addormentarsi, ma non si consola più così! Non so cosa fare per lui :-(.
Francesca, non scoraggiarti: a due anni i bambini sono davvero tenaci e testardi e fanno capricci anche stupidissimi. Me lo ricordo bene, eccome! Mi ricordo un giorno che Dafne si è buttata in terra al supermercato con tutti che ci guardavano… semplicemente perché LEI aveva deciso che non voleva entrare lì.
Passa. Te lo giuro. Quella fase di contestazione passa.
e quel giorno ormai è nella memoria di molti 😛
Sono contenta di sapere che è una fase, che poi passa … nel frattempo sopravvivo anche grazie a voi; perchè ovviamente al battesimo ci guardavano tutti, ma non è quello che mi pesava di più. Mi pesa il non vederlo felice e il non sapere cosa fare per modificare il suo stato d’ansia.
io cambierei continuamente. la routine, le solite cose mi angosciano. mi fanno sentire ferma, immobile. io invece ho bisogno di fare cose nuove, progettare e pensare cambiamenti. grandi o piccoli che siano. tutto questo mi fa sentire viva.
durante i primi 28 mesi di mia figlia mi sono resa conto che la sua capacità di adattamento è sorprendente. allo stesso tempo però mentre cresce, cresce sempre di più la sua voglia di rimanere radicata alle cose di sempre. (anche solo se cambiamo strada per tornare dai nonni, lei mi chiede “perchè mamma stasera andiamo di qui?” 😯 ).
da qualche parte ho letto che per approcciarsi ai bambini bisogna pensare a loro come a delle persone che arrivano in un paese completamente straniero. devono imparare la lingua, gli usi e i costumi. dall’inizio. e devono trovare una figura di riferimento. una o delle persone che li facciano sentire al sicuro.
l’incertezza spaventa tutti. noi adulti però abbiamo, chi più chi meno, la capacità di organizzare, prevedere, pianificare o anche ripartire dal dopo cambiamento. i bambini no. è normle che vogliano rimanere ancorati alle certezze, alla routine. lì sono al sicuro.
vivi il cambiamento con serenità, anche dafne ne trarrà giovamento.