Mamma Felice

I falsi miti dell’allattamento

Pubblicato il 27 Luglio 2012 da • Ultima revisione: 20 Aprile 2015

falsi-miti-allattamento

L’allattamento è una delle cose più antiche e più ‘primitive’ del mondo, se ci pensiamo, eppure ancora oggi ne sappiamo poco, o ne sappiamo in modo incompleto, e facciamo ancora tanta fatica ad affrontarlo, sia fisicamente che psicologicamente. Ma perché allattare è diventato difficile? O lo è sempre stato?

Certo, diciamo che un tempo non c’erano grosse alternative, e la mortalità infantile era decisamente più alta. Oggi, per fortuna, ci sono tante soluzioni per nutrire i bambini anche se ‘non si ha latte’. Ma si può non avere latte, in senso lato?

Siccome io sono quella che sa tutta la teoria e poi ha sempre problemi nella pratica, risponderò sia in maniera sensata, sia in maniera personale. Tutti i libri che avevo letto, e pure i forum, mi hanno sempre spiegato che tutte le mamme hanno il latte, e che è rarissimo non averne. Basterebbe mangiare sano, allattare a richiesta per stimolare la produzione di latte, e in modo esclusivo almeno per i primi sei mesi di vita. Per fortuna oggi ci sono molte associazioni che sostengono l’allattamento, ma ciò che sembra facile sulla carta, non lo è altrettanto nella vita reale, quando ti scontri con un bambino che urla e che tu devi nutrire. Questo passaggio ha davvero qualcosa di atavico e di rituale, e tocca così profondamente le corde di una mamma, che qualsiasi indicazione pratica o a volte anche supporto, è di troppo.

Io ricordo che, con un metro di neve, quando portai Dafne a casa, ero piena di teorie e di buone intenzioni. E poi tutto mi è crollato addosso, e l’allattamento non è stata l’esperienza mistica che io credevo, ma è stato solo mistico e basta. Ma io non sono una persona che campa di sensi di colpa, e me ne sono fatta una ragione: non mi è mai piaciuto associare il fallimento dell’allattamento al fallimento di una persona, non lo penso, e nessuno dovrebbe pensarlo.

Ma allora, cos’è che a volte non funziona?
Io credo che a volte sia un mix tra paura ed entusiasmo, e anche una risposta di frustrazione alle pressioni esterne.
– Hai latte? Lo allatti al seno?
– Allatti a richiesta?
– Lo sai che per aumentare il latte devi (e qui aggiungeteci una qualsiasi idea stramba, come: imparare il mandarino, stare a testa in giù, cantare il ballo del qua qua).

Quali sono i falsi miti dell’allattamento che vi hanno fatto ridere più di tutti?
E quali dubbi vi sono rimasti?

Per esempio, visto che in questi post si parla di nutrizione e stiamo raccogliendo domande da fare agli esperti durante le live chat di Settembre: secondo voi esistono cibi ‘che fanno latte’? Sarà vero che la birra aumenta la produzione di latte, e che il cavolo fa venire le coliche al bambino?

Aiutatemi a fare una lista di cibi che ‘fanno latte’, così potremo chiedere ai medici se è tutto vero, o cosa è vero, o se niente è vero.
Voi, in prima persona, come avete vissuto l’alimentazione durante l’allattamento?
Avete avuto benefici da qualche cibo in particolare?

Io, nel frattempo, condivido con voi la risposta della psicologa Raffaella Conconi, sul valore dell’allattamento in termini di relazione mamma-bambino:

Fin dalla nascita il bambino è caratterizzato da un’intensa vita emotiva ed è in grado di influenzare ed essere influenzato dai sentimenti e dalla personalità delle figure che si occupano di lui.
Durante i primi mesi di vita il momento dell’allattamento può essere considerato come uno dei principali momenti in cui il bambino esprime i propri desideri, sentimenti affettuosi, di gioia, dubbi, paure, essendo alcune competenze (come ad es. quella del linguaggio) ancora da sviluppare.
La relazione che si instaura al momento della poppata può essere considerata come il fondamento di tutte le relazioni future, essendo la prima reale esperienza che il bambino fa di mettere qualcosa dentro di sé (nutrimento, amore, conforto, soddisfazione), prendendolo dall’altro. Questo primo eccitamento, che la madre produce, metterà il bambino nella condizione di poter richiedere a sua volta il soddisfacimento dei suoi bisogni. Farà cioè passare il bambino da un individuo passivo ad uno attivo, introducendolo al rapporto con l’altro.

Insomma: conforto e felicità.



Commenti

62 Commenti per “I falsi miti dell’allattamento”
  1. Ho allattato mio figlio per i suoi primi 9 mesi di vita, poi ho smesso perchè nel frattempo il latte era diminuito sensibilmente. Intorno al III mese, complice anche la stanchezza, avevo avuto un calo notevole di latte, di conseguenza ho iniziato a mettere in atto tutta una serie di strategie per cercare di “farlo tornare”. Sono arrivata a bere fino a 3 lt di acqua al giorno e ho iniziato a prendere degli integratori alimentari per favorire la produzione di latte. Mi avevano detto che i finocchi cotti aumentassero la produzione del latte e ne mangiavo in grandi quantità. Non so se sono tutte stupidaggini e se l’unico effetto oltre ad allattare esclusivamente il mio bimbo con il mio latte (e quindi stimolare continuamente la produzione con la suzione)sia stato quello placebo, ma con questi accorgimenti, ho avuto latte a sufficienza per 9 mesi.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Grazie Serena! Certo che è una bella fatica… e psicologicamente, tu, come ti sentivi?
      Io per esempio praticamente non ho allattato. Inutile dire che i primi tre mesi ci ho provato, perché mi sentivo una schifezza, ma non c’è stato niente da fare.

      • Non è stato semplice e molto faticoso,felicissima di allattarlo in teoria ma di fatto vivevo nel costante incubo che il latte finisse, che non fosse sufficiente, che non ne avessi abbastanza per la poppata successiva .. un vero incubo per me, dettato anche dall’inesperienza e dall’allergia al latte vaccino di mio figlio (scoperta a 2 mesi con l introduzione di qualche biberon di latte in polvere e confermata a 4 mesi con l’introduzione delle pappe lattee)che mi spingeva a far di tutto pur di poterlo continuare ad alimentare col mio latte.

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

        immagine livello
        Guru
        Mamma di Dafne (17 anni)

        IO mi domando spesso che tipo di aiuto servirebbe in questi casi. Certo, ci sono associazioni che aiutano, ma te le devi andare a cercare. Non sarebbe meglio se il sistema sanitario prevedesse delle visite a casa di una ostetrica, come fanno nei paesi del Nord? o sarebbe un’invasione di campo, per una mamma che è già in difficoltà?

      • Esatto, lo fanno in germania e anche in francia. Personale specializzato che viene a casa tua a controllare che tutto proceda bene e ti da il supporto necessario, anche pratico, aiutandoti nelle faccende domestiche (ma questo accade soltanto nei paesi del Nord).No, a mio avviso, non sarebbe un’invasione di campo, ma credo che siamo moooolto lontani dalla possibilità di ricevere un’assistenza del genere. Purtroppo.

      • secondo me sarebbe bene se ci fossero poi se uno non le vuole può sempre dire no, grazie, ma aiuterebbe tutte quelle mamme che vorrebbero un aiuto ma non sanno a chi chiedere, per esempio la leche league io l’ho scoperta solo quando ho aperto il blog e Second ormai aveva un anno e mezzo, praticamente non ne avevo più bisogno e sinceramente non sò nemmeno se c’è una rappresentanza dalle mie parti in genere qui ci si arrangia con mamme e nonne per chi ce le ha. Nel mio caso mia mamma mi ha allattato pochissimo ma erano gli anni 70 i pediatri ti liquidavano con signora avete poco latte passate alla bottiglia, anche se non sò se é meglio adesso quando ti dicono: “é quasi impossibile che non hai latte!”, ergo se non ci riesci sei un incapace!

      • alice

        qui a Parma il consultorio offre un “ambulatorio allattamento” ad accesso libero, al quale ci si può rivolgere in caso di dubbi e difficoltà (ma secondo me anche solo per sentirsi dire “va tutto bene”, che è altrettanto importante).
        quando il mio pupetto si decide a nascere :mrgreen: penso di andarci, vi farò sapere.

      • barbara

        Ciao. Sono di Parma, e 6 anni fa ho provato l’ambulatorio dell’allattamento. Per la mia esperienza personale, ci sono luci ed ombre. E’ stato bello trovarsi con altre mamme, e avere anche ostetriche che dessero consigli e confermassero che andava tutto bene. Ma ci sono stati molti giorni in cui avrei fatto meglio a stare a casa: a volte si trattava solo dei tempi di attesa biblici. Ma soprattutto in alcune occasioni ho trovato ostetriche talebane dell’allattamento al seno, bravissime a farti cadere nella depressione piu’ nera perche’ ovviamente e’ colpa tua se il bambino non mangia. Il mio piccolino ci ha messo quasi un mese a riprendere il calo ponderale della nascita, perche’ semplicemente era troppo pigro per poppare e dopo 2 tirate (2 di numero, non per modo di dire) si addormentava come un ghiro. Ma naturalmente era colpa mia che non lo stimolavo abbastanza (in effetti non l’ho mai picchiato per cercare di tenerlo sveglio), e che non gli dedicavo abbastanza tempo (passavo le giornate intere in poltrona con lui attaccato al seno a dormire beato).
        Inutile dire che per il secondo ho evitato con cura di andarci: quando ho visto che era pigro come il primo non ho perso tempo e ho comperato un tiralatte (che per il primo nessuno mi aveva suggerito neanche di sfuggita, nemmeno il pediatra da cui andavo ogni 2 giorni). Con un po’ di impegno, sono riuscita a dargli il mio latte per 8 mesi, anche se comunque ho dovuto ricorrere all’artificiale perche’ il mio non bastava.
        Il mio consiglio e’ di provare ad andare, ma occhio a chi trovi e non farti problemi: e’ giusto impegnarsi per dargli il tuo latte, ma una mamma stressata e angosciata non e’ quello di cui avra’ bisogno il tuo piccolino.

      • Chiara

        Nella mia ASL le ostetriche ti seguono molto nell’allattamento, ma anche tra di loro le opinioni sono diverse. Con il mio primogenito sono tornata dall’ospedale che avevo 5 grammi di latte da un seno, zero dall’altro. L’ostetrica insistette perché allattassi, perché tutte le mamme hanno il latte, così come tutte le mucche hanno il latte (tutte le mucche hanno anche le corna, perché nessuno prosegue il paragone?) per più di un mese, io mi ritrovai sull’orlo dell’esaurimento e per fortuna mia e del bambino dopo 5 settimane di strizzamenti assurdi e di attaccamento continuo (con ragadi e tutto nonostante fosse attaccato bene, a detta dell’ostetrica) lasciai perdere. Mio figlio è cresciuto sano e forte, non si ammala mai e io non sono una madre degenere. O almeno magari lo sono, ma non perché ho smesso di dargli quei 30 gr di latte totali al giorno.

        Con la secondogenita, uguale. Solo che l’ostetrica dell’ASL era un’altra, dopo una settimana fu lei a dirmi di lasciar perdere, perché era uno strazio senza senso. Aggiunse anche che non è vero che tutte le donne hanno il latte, come non è vero che tutte le mucche hanno il latte. Anzi, lei sosteneva anche che le mucche che non hanno latte sono quelle che fanno i vitelli migliori e negli allevamenti vengono coccolate e riempite di attenzioni. Non so se è vero, ma io ho vissuto i primi mesi con la bimba molto, molto meglio rispetto al primogenito. E nemmeno io riesco a farmene una colpa se non ho potuto allattarli.

  2. salve
    ho 2 bambini: il primo, ora 12 anni, l’ho allattato x 6 mesi affrontando questo momento in maniera naturale ed è andato tutto bene x 6 mesi: nessuna ragade nonostante non avessi passato i 9 mesi della gravidanza ad ungere con misture magiche i miei seni!L’unica cosa, forse, la naturale insicurezza di una primipara circa la sufficienza del latte materno a far crescere bene il bambino, la quale insicurezza purtroppo si è scontrata con l’ostentata sicurezza di un ginecologo che al 1° dubbio: ” ma il latte c’è ancora? mi sembra diminuio!”…non mi ha datto nesuna rassicurazione psicologica nè la possibilità di scegliere e mi ha etichettata dicendomi: “ma che allatti a fare a 6 mesi ancora”””ormai il latte è acqua!!! prenditi queste pillole!!! io inesperta presi le pillole e da quel mom è iniziato un vero calvario x poter far mangiare il latte a mio figlio che rifiutava biberon e quant’altro: immaginatevi a 6 mesi il latte col cucchiaino, che volava qua e la alla prima manata del bimbo!
    La seconda figlia, adesso 3 anni e mezzo…l’ho portata a casa e allattata con la stessa naturalezza del primo, solo più decisa e convinta che questa sarebbe stata una cosa solo mia e così è stato…anche stavolta nessuna preparazione di seni, nessuna preoccupazione di essere a casa o fuori ad allattare e…la allatto ancora!!! ha 3 anni e mezzo ma io la allatto ancora!!!certo devo fare i conti con tantissima gente che quotidianamente mi critica e mi considera strana, non moderna x la mia scelta ma lo sguardo di mia figlia che si illumina quando io le do il seno…quella gente non sa neanche cosa significa…e x fortuna che mi è piaciuto cosi tanto allattarla perchè con lo svezzamento abbiamo scoperto che lei era allergica al latte vaccino!!!!e senza il mio latte, quale altra fonte di nutrimento avrebbe potuto avere almeno finchè non avesse completato lo svezzamento?
    dimenticavo, è allergica anche al latte di soia!
    per quanto riguarda l’alimentazione, mi dicevano che facevano male i formaggi, i salumi , i peperoni e i carciofi avrebbero reso amaro il latte…bene, io ho solo evitato i frutti di mare e i crostaci x evitare rischi di allergia alla mia bimba cosi come kiwi e fragole x un mio eccesso di prudenza fino all’anno di età…ma x il resto nessun alimento ha mai reso sgradevole il latte x mia figlia!
    allattate mamme!!!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Grazie Ivana! E’ allucinante che un pediatra allo scadere dei sei mesi ti consigli di non allattare più. 😯
      Io non ho allattato, quindi non ti so dire, ma ho una curiosità: la scelta di allattare fino a tre anni è principalmente dovuta alle allergie alimentari o è una scelta che avresti avuto anche in assenza di allergie?

  3. Io ho rischiato di morire durante il parto. Ho avuto una brutta emorragia e i primi due giorni dopo quello che tutti chiamano lieto evento non sapevo nemmeno dov’ero. Avevo latte, ma non avevano tempo di portarmi la bambina e io non potevo alzarmi dal letto (ci avevo provato un paio di volte per l’esasperazione, ma in entrambi i casi mi avevano trovata distesa per terra). Così ho rischiato la mastite. Bimba era nata di 4kg e 200g e aveva una gran fame. Quando sono tornata a casa 6 giorni dopo il parto ho cercato di impegnarmi, ma avevo la sensazione che non mangiasse a sufficienza anche perchè perdeva sensibilmente peso. Sono andata avanti circa un mese e mezzo spinta più dalla paura di fallire che da un sano istinto materno. Poi ad un certo punto l’istinto ha preso il sopravvento e ho ascoltato finalmente quella vocina interna che mi diceva di fare di testa mia fregandomene delle restanti n-voci esterne che sembravano non capire come mi sentissi. Sono passata al latte artificiale e ho iniziato ad uscire dal tunnel. Anche dare il biberon è un momento bellissimo perchè se tu sei serena va tutto meglio e poi vedere anche il papà che allatta è una bella emozione!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Cavolo Cristina, che storia pazzesca, la tua! Innanzi tutto mi fa piacere che tu sia qui a raccontarla, e che tutto sia finito bene.

      Io penso che le parole della psicologa significhino proprio quello che hai sottolineato tu: il momento dell’allattamento è importantissimo, ma lo è in ambo i casi, e può esserlo anche per il papà. Anche per noi è stato lo stesso.

      • Poi ogni gravidanza è a sè.. Se dovessi avere un altro figlio riproverei sicuramente e con meno paranoie. Mia mamma ad esempio ha allattato me senza problemi, invece con mia sorella è passata dopo poco al latte artificiale. Siamo cresciute bene entrambe 🙂

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

        immagine livello
        Guru
        Mamma di Dafne (17 anni)

        Che fatica… e pensare che quella è solo la prima di tante!!

    • Sono d’accordo.
      Anche io non ho potuto allattare. Sono uno di quei rarissimi casi in cui persino la Leche League dice che è inutile sforzarsi: introflessione gravissima di entrambi i capezzoli = il latte mi si è formato, due seni spaventosi e dolenti ma NON POTEVA USCIRE! Nè tiralatte, nè paracapezzoli sono serviti per placare le urla di fame del secondo piccolo. Disperata, ho poi letto sul sito della LL che “l’allattamento è impedito solo in rari casi di introflessione seria del capezzolo”. Eccomi 🙂
      Con il primo pupo, quei tre mesi in cui offrivo il seno per sentirlo piangere dopo cinque minuti e rasserenarsi solo dopo il biberon integrativo sono stati tremendi: io mi sentivo inadeguata, ero frustrata e nervosa, temevo che quel distacco dal mio seno significasse in qualche modo ledere il rapporto fra noi. Questo nonostante il pediatra avesse insistito dall’inizio per l’integrazione col latte atrificiale perché il calo di peso era eccessivo e il bimbo a otto giorni di vita non aveva mai evacuato perché era quasi denutrito. Dal giorno in cui mi sono rassegnata a dare solo biberon, tutto è cambiato, e l’allattamento è diventato davvero un momento sereno.
      Col secondo è andata anche peggio perché aveva molta più fame, mi è venuta la mastite e alla fine una consulente per l’allattamento mi ha confessato che era inutile, che a meno di un intervento chirurgico non avrei allattato naturalmente, e siamo passati al biberon appena tornati dalla clinica.
      Secondo la mia esperienza, quindi, l’allattamento al seno è preferibile, MA SOLO SE VA BENE! Non sono per l’ossessione, e mi preoccupa anche questa idea secondo cui solo se allatti al seno cementi il legame emotivo con tuo figlio. Non è vero: se tuo figlio si illumina quando gli dai il seno non è solo perché è felice di stare così con te, ma perché sa che stai per placare la sua fame, sei il suo biberon. Penso che sia fondamentale, più che l’alimento pratico con cui lo nutri, nutrire tuo figlio con la serenità e la pace interiore che sperimenta fra le tue braccia, e se per avere quella ci vuole il biberon, ben venga. Di latte artificiale, mi disse la pediatra dal nido, non è mai morto nessuno. Di una mamma depressa sì.

  4. Ti segnalo un bell’articolo che ho tradotto dall’inglese sui gorilla in cattività che non sanno accudire i neonati e tantomeno allattare.
    Si ipotizza che l’allattamento non sia un comportamento istintivo tout court, ma che invece la norma biologica preveda che venga appreso dall’osservazione. Cosi’ ai gorilla che partoriscono negli zoo, devono mostrare i video dei gorilla in natura che allattano…

    http://www.genitorichannel.it/I-figli-crescono/Primo-anno-di-vita-e-allattamento/La-gorilla-che-non-sapeva-allattare.html

    Da noi è raro essere a contatto con neonati prima di diventare mamme, e ancor piu’ raro vedere allattare. Un tempo non era cosi’. Forse la radice e’ li?

    Allattare all’inizio è dura quasi sempre, ma poi diventa davvero una cosa facile e la panacea a tutti i mali.

    Chi non riesce ad allattare semplicemente non ha trovato il giusto sostegno intorno a sè. Dare o darsi colpe non è mai la strada giusta.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Barbara, grazie per questo commento, è un pensiero che non avevo mai fatto, ma a pensarci lo trovo geniale!
      In effetti noi siamo di una generazione ‘solitaria’. Si è persa davvero la familiarità e l’intimità dell’allattamento, che è diventata una questione personale e non ‘di comunità’.
      Questo commento mi ha aperto gli occhi, grazie!

    • Nadia C.

      Io sono stata vicino e consigliata anche da una consulente della lega del latte, molto brava ma non è servito a nulla il mio latte non è arrivato come avrebbe dovuto… 🙁

  5. Nadia C.

    Ciao a tutte
    Io come tantissime mamme, mi ero preparata ad un parto magnifico, con lezioni di yoga, corsi di ginnastica, e sopratutto avevo frequentato la lega del Latte… Ho acquistato libri e letto moltissimo (ho avuto la mia prima figlia a 40 anni). Pertanto mi sentivo preparata, invincibile e sarei riuscita a fare, allattamento e parto naturale come mi era stato detto ed insegnato perfettamente… Non è stato così. La mia bimba è nata con parto cesareo d’urgenza e io ho rischiato complicazioni respiratorie in sala parto. La cucciola invece per fortuna era sanissima. La prima cosa che ho pensato quando sono uscita era…sono viva…e poi ho pensato a mia figlia. Il mio latte non è arrivato se non dopo 8 giorni di tribolazioni e cmq. non bastava mai. Lei è nata di 4 Kg al nido le davano latte artificiale anche perchè dopo 2 giorni che non mangiava la pediatra mi ha detto che era meglio così e io mi sono sentita malissimo, tutto mi era crollato adosso come un castello di carte… Quanta paura quando l’ho portata a casa perchè non volevo darle il latte artificiale e il mio no arrivava… Alla fine ho ceduto e facevo 3 poppate naturali anche tirandolo il latte, e 2 artificiali a circa 1 mese dopo tante coliche sono passata al latte in polvere di capra (mi sono trovata benissimo solo che è un pò più costoso) e sono andata avanti fino a 3 mesi con allattamento misto… Ma posso dire che i miei sensi di colpa sono spariti molto molto tempo dopo… Ora se avrò un’altro figlio non mi preoccuperò più di nulla allattamento naturale/allattamento artificiale, penso che con entrambi i bimbi crescano bene io ho optato per quello di capra che mi ha tolto qualche senso di colpa probabilmente… Mia figlia oggi è un gigante ha 25 mesi e pesa 14 Kg insomma scoppia di salute…

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Nadia, grazie per il tuo commento!
      Secondo te, se ci fosse stata una maggiore assistenza post parto, l’allattamento al seno sarebbe stato più semplice? Cosa avrebbe potuto cambiare le cose, secondo te?

      • Nadia C.

        Secondo me il trauma del cesareo forse ha cambiato qualche equilibrio e anche la paura per la morte inconsciamente ha infliuto.
        Sono tutte riflessioni che ho fatto molto tempo dopo, inoltre io “non ho amato subito mia figlia” è brutto dirlo così ma questo forse è dovuto al fatto che ho rischiato di morire e ne ero consapevole… L’amore è venuto con il tempo un pò di tempo…
        Come ho risposto a BS, io ho frequentato la lega del latte e chi meglio di loro poteva consigliarmi, un giorno disperata sono andata a casa da una consulente che mi è stata dietro per 2 ore… Non è servito…

    • Ciao Nadia mi permetto di risponderti perché anche First é nato di 4,200 kg, causa cesareo il latte é arrivato dopo tre giorni quindi al nido lo allattavano con la bottiglia, per un mese ho fatto l’allattamento misto prima il mio poi se aveva fame gli davo l’aggiunta poi non ce nè stato più bisogno, ma concordo con te queste sono le nostre esperienze alla fine i bambino crescono comunque benissimo ed é l’unica cosa che conta un abbraccio 😀

  6. Ho vissuto benissimo l’allattamento, ho allattato i Child per un anno a testa e avrei continuato se la gente non mi rompeva le scatole dicendo che ormai erano troppo grandi, ho bevuto molto perché avevo letto che i liquidi aiutano e mangiato di tutto, anche i broccoli che dicono che faccia il latte amaro e venire le coliche. Nessuno dei due ha mai avuto una colica o si é girato schifato quando gli ho proposto la tetta 😉
    In effetti i falsi miti sono tanti, come i pregiudizi. Allattavo alla luce del sole e mi sono sentita dare della zingara, ma le mie amiche de davano la bottiglina sono state ugualmente attaccate perché poi i bambini non ricevevano gli anticorpi … in definitiva l’unico consiglio che mi sento di dare ad una neomamma é fregatevene! Fate quello che é meglio per voi! Sarà sicuramente il meglio anche per il vostro bambino che non é uguale a quello di nessun altro nemmeno ad un altro vostro figlio! Quindi non c’è esperienza che tenga!

  7. Silvia

    Ho partorito in un ospedale che aderisce al Programma ONU “Ospedale amico del bambino” e, in virtù di questo, considerano il parto naturale e l’allattamento dei veri e propri mantra. Tra le altre cose, il bambino è sempre in stanza con la mamma proprio perché possa esserci una risposta efficace ed immediata alle richieste di latte del neonato. A dispetto di tutto questo, mia figlia era una bimba sana e di peso nella media, ma troppo piccolina per il mio seno. Subito dopo il parto portavo tra la decima e l’undicesima.In sostanza, la piccola non riusciva ad avere una suzione abbastanza “potente” da stimolare la produzione del latte. Oltretutto lei si coccolava talmente tanto che si addormentava continuamente. Il risultato erano poppate di un’ora e mezza, poco latte, crescita bassa. La soluzione è stata trasformarmi in una vera e propria latteria: con il tiralatte elettrico sempre in funzione, tranne quando era attaccata la piccola. Sono riuscita a stimolare il latte e tutto è andato progressivamente per il meglio. L’ho allattata fino al quarto mese. Una brutta influenza intestinale ed il ritorno al lavoro hanno comportato una progressiva e inesorabile diminuzione del latte.Il Bilancio? L’esperienza è stata devastante dal punto di vista fisico e psicologico, finché il latte non è iniziato ad arrivare a sufficienza (prime 3-4 settimane). Dopo la prima fase, tuttavia, l’allattamento è stata una delle esperienze più intime, coinvolgenti ed empatiche della mia vita. I momenti di sconforto non sono certo mancati, anche perché con l’allattamento al seno tua figlia dipende davvero completamente da te e quindi il tuo tempo è ancora più fagocitato, quasi cannibalizzato, da lei. Non avere più tempo per te, per tuo marito, per i tuoi interessi, per il lavoro, … è stato certamente l’elemento più destabilizzante nella prima fase dopo il parto. Nonostante ciò, è stato altrettanto traumatico smettere di allattare perché quello è stato, credo, il primo reale momento di distacco di me da mia figlia, un distacco progressivo che si accentua sempre più nella crescita, man mano che da neonata si sta facendo bambina e poi ragazza, sino a diventare un’adulta indipendente ed autonoma, come del resto è giusto che sia. Coraggio a tutte, Silvia

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Silvia, grazie. Il tuo commento è bellissimo. Credo che riassuma tutte le paure, le incertezze e anche le vittorie delle mamme.
      Ai corsi pre parto dovrebbero far leggere commenti come questo!

      • Silvia

        Grazie a te perché sicuramente anche la condivisione delle esperienze in rete tra mamme è dirimente e può, se non salvarci dal babyblues, almeno dare una spinta decisiva! Silvia

  8. Leggendo tutti i commenti prima di me mi rendo conto che non ci sono generalizzazioni…ogni coppia mamma-bimbo è diversa e questo dovrebbero sempre ricordarselo anche gli esperti…
    La mia esperienza di allattamento è partita con un cesareo programmato forse con troppo anticipo: la bimba era sempre addormentata e non aveva voglia di attaccarsi, faceva troppa fatica! Quando si è “svegliata”, a 4 giorni dal parto io stavo per esplodere di latte 😆 e abbiamo iniziato il nostro percorso di allattamento. Per i primi mesi durissimo: 2 mastiti con febbre alta, candidosi, dolori vari quando si attaccava….e poi non so per quale magia, dopo 4 mesi di allattamento “perché sono dura e non mi arrendo” è passato tutto e l’ho allattata per 29 mesi, finchè un giorno non mi ha detto: “mamma, voglio il latte nella tazza!”
    Per me è stata un’esperienza meravigliosa ma mi sono resa conto che se non avessi avuto una mamma della LLL da chiamare per avere supporto durante i primi mesi, non so come avrei fatto.

    Un giorno mi sono presa una tisana al finocchio: mi ha fatto venire talmente tanto latte che ho quasi avuto un ingorgo! :mrgreen: :mrgreen:

  9. io non ho potuto allattare mio figlio, per problemi miei di salute. gravi. ero completamente in balia degli altri. e ne ho sofferto tantissimo, non poterlo prendere in braccio, non dargli il latte. ancora oggi ad anni di distanza la vivo come un colpa. so che sbaglio a pensarla così, che sono lo stesso una buona mamma, ma questo è un lato della mia maternità che vedo tuttora carente nonostante mi sforzi sempre di pensare che a quei tempi è stata l’unica scelta possibile per me e mio figlio. però scriverlo qua sopra mi sembra già un enorme passo avanti nel palesare una sofferenza che mi porto come un macigno da anni dentro.scusa lo sfogo barbara,scusatemi!

  10. http://unamammatuttofare.blogspot.it/2012/07/io-allatto-perche.html

    Io allatto perchè….
    Allatto perchè ho un buon latte, perchè è sempre pronto, perchè fa bene ai miei figli e perchè è gratis 🙂
    Mentre allatto mi annoio, gioco al cellulare, mi guardo intorno, leggo le mail e non vedo l’ora che finisca.
    Quando allatto mi viene un sonno pazzesco.

    Ho allattato Alice non sapendo cosa/come fosse. Al corso preparto l’ostetrica ha fatto un sacco di terrorismo psicologico sull’allattamento al seno (va fatto in esclusiva, non dovete mollare, è importante farlo, non date il ciuccio, non date il bibe con la camomilla, bla bla bla bla) e non si è nemmeno mai parlato di LA.
    Alice pur non essendo piccola ha fatto fatica ad attaccarsi, dalla fatica del parto i capezzoli mi erano rientrati, ho usato i paracapezzoli per circa un mese tant’è che mi si è spaccata la pelle, dopo una settimana che allatavo mi sono venute le ragadi, ho provato diverse creme al colostro per poi arrivare (finalmente) al fantastico OLIO VEA. Mentre mi guarivano le ragadi nel seno dx allattavo con il sinistro e avevo la bimba che piangeva a sguarciagola perchè non avevo capito che il latte tolto con il tiralatte dal dx dovevo darglielo con il biberon sempre a causa del terrorismo di cui sopra (pensavo al bibe come ad un oggetto infernale). Passate le ragadi portavo le coppette raccogli latte perchè mentre allattavo con un seno dall’altro mi usciva una montagna di latte, sembravo la donna-bionica ed ero sempre impiastricciata di latte. Alice i primi venti giorni di vita, quando piangeva, ciucciava il mio dito mignolo (vedi sempre terrorismo di cui sopra) e poi finalmente, quasi di nascosto, le ho dato il ciuccio che ha ben apprezzato.
    A cinque mesi e mezzo dal parto mi è tornato il ciclo e quel giorno la bimba piangeva più del solito. Ho preso il telefono e ho dello alla peddy “mi è tornato il ciclo, forse ho meno latte oppure ha un sapore strano – lo avevo letto su internet – perchè non diamo l’aggiunta di LA?”. Non so se lei abbia sentito nella mia voce un grido di aiuto ma mi ha detto subito di si. Nel giro di venti giorni ho smesso di allattare, ho dato il bibe con LA e ho iniziato lo svezzamento.
    Ero finalmente libera.

    Luca si è attaccato al seno dopo un ora che era nato. Il primo mese mangiava ogni ora ed il secondo ogni due e spero nel terzo ad ogni tre 🙂
    E’ cresciuto 3 kg in due mesi ed io non vedo l’ora di smettere di allattare. Sono tornata al lavoro con lui di pochi giorni. Dal primo giorno il mio accessorio principale è stato un tubetto di olio vea con cui ho imbrattato canotiere e magliette ma le ragadi non si sono viste. Non perdo latte dall’altro seno mentre allatto e non ho paura di usare il bibe pieno di camomilla. Il ciuccio lo schifa e ha inizato proprio in questi giorni a ciucciare il pollicione… non so se sia un bene o un male ma tante volte si addormenta così, succhiando la sua manina e lasciando respirare la mamma.

    Allatto perchè ho un buon latte, perchè è sempre pronto, perchè fa bene ai miei figli e perchè è gratis.

  11. Cara Mammafelice, sono Angela, una mamma che ha allattato, ma anche una consulente per l’allattamento. Quindi ti scrivo perché questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Mi trovo ogni giorno a parlare con mamme che vivono questa esperienza, ad aiutarle a superare tutti i piccoli grandi probemi che incotrano e soprattutto a fronteggiare quelle emozioni così contrastanti che si provano.
    Allattare è diventato più difficile perché è tutta la società ad essere cambiata. Per secoli è stato normale. Ogni donna era affiancata dal supporto di mamme, nonne e zie che lo avevano fatto. Era compresa, aiutata e incoraggiata. Oggi, al contrario, bisogna lottare con una società che rema contro, spesso in totale solitudine e con l’incalzare di ritmi frenetici. Non è così che funziona!! In quei momenti si ha bisogno di conforto, supporto e aiuto. Così è nata la figura della consulente per l’allattamento.
    Approfitto di questo tuo post per offrire a te e a tutte le mamme che lo desiderino il mio aiuto.
    Spero che il mio contributo possa essere d’aiuto a tante mamme e ti prego, Barbara, conta pure su di me!

  12. Bimbiuniverse

    Io avuto qualche problema nell’avvio dell’allattamento perchè la bimba si attaccava, ciucciava un po’ e poi si addormentava e di conseguenza cresceva poco. Mi sono sentita dire di tutto e la pediatra che mi seguiva mi continuava a dire di smettere perchè anche lei non aveva mia allattato, dal suo seno usciva sangue e le sue figlie sono cresciute bene lo stesso. Io uscivo da quello studio e piangevo ed ero piena di sensi di colpa ma credevo che fosse giusto perseverare perché volevo allattare . Questo pero mi creava non pochi sensi di colpa. Dopo una di queste visite in cui come sempre sono uscita distrutta sono tornata a casa e mi sono attaccata al pc e ho cercato qualcosa che mi aiutasse a capire se ero nel giusto. Ho trovato il sito della Lega Latte, ho contattato una consulente che mi ha ascoltata è venuta a trovarmi ed è stata la sola a capire che mia figlia aveva il frenulo corto. Adesso grazie al mio perseverare mia figlia ha 2 anni e 1/2 e io l’allatto ancora. Nel periodo di crisi le ho provate tutte: prendevo integratori, mangiavo finocchi, bevevo tisane perchè siccome mi devo la colpa della non crescita facevo tutto quello che mi consigliavano per far crescere la produzione di latte. A posteriori dico che sono felice di essere stata testarda! Ovviamente ho cambiato pediatra 😀

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Questa cosa dei pediatri che scoraggiano l’allattamento al seno secondo me è davvero grave. Secondo me dovremmo fare qualcosa, magari proprio usando il Lab della nutrizione per mandare un messaggio forte ai pediatri. Secondo me ce la possiamo fare!

      • Bimbiuniverse

        Proviamoci! Ora ho trovato un pediatra che quando gli ho detto che allattavo ancora mia figlia e se dovevo smettere mi ha detto di stare tranquilla, prima o poi la bimba si staccherà da sola…lo adoro!

  13. laura

    Quando è nato Andrea lo hanno messo subito in incubatrice x uno stres respiratorio e l‘ho visto il giorno dopo in terapia intensiva dove abbiamo provato ad attaccarlo, ciucciava bene ma x i 5 gg successivi di ricovero gli hanno dato subito il ciuccio e il biberon sia artificiale sia il mio che mi tiravo….ne avevo cosi tanto che mi avevano suggerito di donarlo!! Poi finalmente lo abbiamo portato a casa e lo allattavo a richiesta poi nel giro di una settimana ho perso tutto e lui è calato 100 grammi in due giorni! Cosi purchè mangiasse ho fatto quella stramaledetta aggiunta e da quel giorno piano piano non si è piu voluto attaccare. spero col prossimo, se arriverà, di riscattarmi dal momento del parto!

    una delle cose piu odiose che ricordo è la domda “hai il latte?“ grrrrr

    ciao Laura

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Hai ragione, è una delle domande più odiose.
      Io da quando sono diventata mamma, l’unica domanda che faccio alle altre neomamme è: tu come stai? stai bene?

    • madonna del carmelo
      “ma gli dai il tuo latte???????”
      sopratutto mia suocera che aveva paura che lo facessi morire di fame :argh:

      • neurette

        In effetti, nonne, mamme e zie sono un vero peso durante l’allattamento.

        Ho una bambina di 10 mesi e ho iniziato facendo l’allattamento misto perché, in verità, all’inizio avvertivo disagio. Le ostetriche del consultorio mi hanno incoraggiata così, assecondando quella che poi ho scoperto essere una mia debolezza.
        Ancora più deleteria è stata la presenza di mia madre e altre donne della sua generazione che non facevano che incoraggiarmi a smettere di dare il seno. Mi facevano notare che mia figlia aveva sempre fame: latte c’era, ma sicuramente non era abbastanza nutriente. Mi raccontavano (si raccontavano?) che era successo anche a loro e che, per fortuna, un pediatra “illuminato! le aveva fatte passare al latte artificiale dopo uno, due, tre mesi. Tutto nella norma.

        E facevano profezie: quando tornerai al lavoro (al quarto mese), dovrai smettere per forza. Mi davano “ottimi” consigli: ai sei mesi, con lo svezzamento, sarà meglio diradare.. Oppure: “eh, devi toglierle il vizio, si è intestardita, ormai non poppa per nutrirsi, ma solo per divertirsi”

        Bene. Poi sono arrivate le prime coliche della mia bambina. Niente di che. “Normali” colichette. Ma l’ho sentita piangere disperata. Il pediatra (un bravo pediatra) mi fa: togli l’aggiunta di latte artificiale e tienila al seno, quanto vuole e tutte le volte che vuole.
        Ho fatto così. Adesso allatto solo al seno. A casa, in strada, nei ristoranti, negli uffici pubblici. Sono tornata al lavoro. Allatto più di prima anche se passo meno ore con la bambina. Allatto senza orari, senza preoccuparmi di quale sia il bisogno da soddisfare (fame, coccole, “divertimento”? fa lo stesso). La bambina non ha avuto più coliche. “Tetta” è stata una delle sue prime parole. Sono felice di aver fatto così e ora aspetto, senza fretta, che decida lei quando e come smettere.

        Mia madre, ogni giorno, mi ripete che devo “toglierle il vizio”. E io penso alla violenza che ha subito, da parte di pediatri ignoranti e in malafede. Una violenza che continua a condizionare molte donne, figlie di quelle donne che, tra gli anni ’70 e ’80, sono state oggetto di una campagna feroce contro l’allattamento al seno. Ho molte colleghe che hanno partorito negli scorsi due anni e sono l’unica che allatta. Mi dispiace sapere che, per molte di loro, la fine dell’allattamento al seno è vissuta come una “liberazione”. Per me invece, allattare è un modo di affermare la mia libertà.

      • francesca

        che bella testimonianza, grazie!

  14. Io ci ho provato….
    e paracapezzoli e tiralatte….e Ale che non cresceva e pediatra dell’ospedale che mi diceva “non sfiancarlo che è già magrino dagli l’artificiale”…e io che cmq lo tiravo…ma non usciva una cippa lippa!!!!
    Quando mi hanno tolto la seconda tornata di punti, la mia infermiera preferita mi aveva detto…
    a me è arrivato dopo un mese nn demordere…anche lei cesarizzata…
    a me dopo un un mese ne usciva pochissimo, il seno era minuscolo….io mi vergognavo quasi di mettere in frigo quel nulla… ne stavo facendo una malattia! ne sono uscita quando ho riconsegnato il tiralatte ….per tutto il resto!

    • io credo che il cesareo non influisca affatto sul latte.
      ne avuti tre e il latte l’ho sempre avuto, non ho saputo “gestirlo” con le prime due diciamo, ero debole fisicamente e soprattutto psicologicamente, ma il latte c’era.
      con la terza uguale, cesareo a 38 settimane e il latte c’era già all’uscita dall’ospedale.
      è solo una credenza, ho avuto amiche che hanno avuto anche loro parti cesarei a hanno allattato per almeno 24 mesi i figli.
      una signora che è venuta a farmi visita mi fa: ” ce l’hai il latte? eh… ma quanto durerà…” 😯
      non ti dico che soddisfazione averla smentita :mrgreen:

      • credo che influisca sul fatto che Ale per esempio è nato di 38 settimane e non era pronto, non aveva voglia di attaccarsi, io faticavo a mettermi in posizione a letto e un seno piccolo non aiutava! nemmeno io credo influisca sulla produzione del latte penso sia una rottura in piu’ che nn aiuta! io nn avevo molte circostanze favorevoli dalla mia parte….poi sono convinta che ogni diade mamma/nano sia una storia a se

  15. Ciao a tutte.
    Oggi hai trattato un argomento che mi è sempre stato tanto a cuore.
    Ho tre figlie, l’ultima ha 11 mesi e l’allatto ancora.
    Con le altre due non è stato così: con la prima ero piena di paure, piena di teoria (come dici tu), piena di chiacchiere che ti riempivano la testa (fai così, fai colà, io ne ho allattati cinque ecc ecc)…
    La prima l’ho “allattata” per 1 mese e mezzo, era pigra, non voleva fare la fatica di ciucciare e questo credo soprattutto per colpa nostra che le abbiamo ficcato il ciuccio in bocca appena nata.
    Avevo tanto latte che ho avuto un ingorgo e per farglielo mangiare il più possibile lo tiravo con la tiralatte, una tortura indescrivibile.
    Ho avuto le ragadi e nessuno, nessuno, ha saputo darmi una soluzione per non sentire quel dolore atroce e continuare il mio lavoro, in primis la pediatra.
    Le ho provate di tutte: l’olio di mandorle, il ravanello, le creme in farmacia… ma non sopportavo quel dolore che ti entrava fin dentro le ossa.
    Ho resistito per un mese e mezzo poi il latte è andato via e sono passata all’artificiale.
    Mi sono sentita tremendamente in colpa e non è stato facile accettare quel “fallimento”, ho pianto, mi sono disperata ma alla fine lei doveva mangiare e io non potevo fare altrimenti.
    Con la seconda uguale: lei però aveva tanta voglia di ciucciare, si adattava a tutto biberon o seno, ma le ragadi dinuovo dietro l’angolo, se ne aprì una terribile, sembrava che si staccasse un pezzo e così senza esitare passai anche con lei all’artificiale, dopo circa 15 gg, più o meno.
    Anche qui ci fu il senso di colpa, il fallimento, ma lo accettai diversamente.
    Ho dovuto fare il terzo per provare l’ebbrezza-gioia-soddisfazione di allattare.
    Lei è sempre stata volenterosa e io testarda: ce la devo fare! mi dicevo.
    Al primo accenno di ragadi comprai una cremina-olio che non aveva bisogno nemmeno del risciacquo prima della poppata e mi ha aiutato tanto, il dolore c’era ma la voglia di andare avanti e di sopportare era più grande.
    La paura che il tuo latte non basti c’è sempre, tante volte ho rischiato di mollare tutto per passare al biberon, ho avuto tante volte la sensazione che il latte fosse poco ma continuavo, inesorabile, per la mia strada.
    E ho vinto: sono riuscita ad arrivare a 11 mesi e ancora allatto, è bellissimo, davvero, è una gioia indescrivibile, il contatto che c’è è un qualcosa di unico e fin che potrò continuerò.

    • Per quanto riguarda l’alimentazione questo è un capito a parte.
      Le credenza popolari voglio che tu mangi brodo, brodini e pappette, che bevi birra e non mangi fagioli… con le prime due mi sono ingozzata di brodino di pollo e prezzemolo (fa latte, dicevano) ma io non ho visto niente di diverso da quando mangiavo pasta al pomodoro, fettina ai ferri e bevevo molta acqua.
      Con la terza invece non ho seguito alcun accorgimento per l’alimentazione: ho mangiato brodino, ma non tutti i giorni, ho mangiato carne, quando ne avevo voglia e fagioli altrettanto (certo non proprio i primi mesi, li ho introdotti un po’ per volta come se stessi seguendo uno “svezzamento”).
      Non credo ci siano alimenti che “fanno latte”, bere molto aiuta sicuramente, è di liquidi che si ha bisogno, ma anche variare l’alimentazione è importante.
      Ho bevuto anche il mio bicchiere di birra, una volta a settimana, ma non ho visto o sentito scoppiarmi le tette 😆

  16. francesca

    Ciao a tutte,
    io sono partita subito con l’angoscia di non avere latte, questo perchè mia mamma non ha mai allattato nessuna di noi 3 figlie… Mi diceva sempre con rimpianto: ho le tette grandi per niente 🙂
    Io ho cercato di informarmi bene prima del parto (confesso anche per non dover preparare e lavare i biberon)!Ho letto di tutto e frequentato corsi preparto con consulenza specifica sull’allattamento. Mi ero fatta l’idea che comunque i fattori in gioco per la riuscita fossero tanti: un piccolino che ciucciava tanto, rooming in, attaccarlo subito dopo il parto…Come preparazione del seno ho smesso di lavarlo con il sapone mesi prima e qualche volta massaggiavo i capezzoli con un po’ di olio di mandorle.
    Ho anche avuto la fortuna di poter osservare una cara amica allattare il suo bambino con successo.
    Il parto è andato molto bene: Dario era molto vispo e volevo attaccarlo immediatamente. Purtroppo non me l’hanno permesso, ma comunque dopo circa 45 minuti l’ho fatto: ciucciava alla grande. Nei giorni successivi ho cercato di attaccarlo il più possibile e il latte è arrivato…tanto latte! Ma avevo paura lo stesso perchè mia mamma diceva di avere latte in ospedale ma che poi al ritorno a casa inesorabilmente le andava via.
    In ospedale incoraggiavano l’allattamento al seno, Dario era in stanza sempre con me, ma quando ho avuto problemi con l’attacco a un seno non sono riuscita ad avere un supporto adeguato. Cosi mi sono trascinata il problema per circa un mese: ragade subito rimarginata e poi dolore inspiegabile pur con capezzolo e seno perfetti! niente tagli, nè candida o altro…Dario si attaccava bene…Vai a sapere cos’era! Comunque ho cercato e trovato supporto da parte di un’ostetrica conosciuta al corso preparto e il problema si è risolto pian piano. Mi sento di dire che un aiuto professionale di fiducia è fondamentale.
    Aggiungo anche che a casa ho avuto la possibilità di riposare molto e dedicarmi solo al bambino. Dopo la dimissione Dario ha cominciato a crescere molto di peso e questo mi ha tranquillizzata sul buon andamento dell’allattamento e sulla quantità di latte prodotto. All’inizio il mio obiettivo erano i 6 mesi, ora spero di allattarlo fino all’anno e magari oltre, se lui vorrà.

    • francesca

      Per quanto riguarda l’alimentazione ho ricevuto informazioni contrastanti: chi ha detto che durante l’allattamento si può mangiare qualsiasi cosa si sia mangiata in gravidanza, chi ha detto di evitare cibi piccanti perchè irritanti.. Io in gravidanza mangiavo pochissimo perchè avevo una nausea tremenda, adesso sto mangiando di tutto.
      Ho esitato davanti alle fragole, poi non ho resistito: nessuna conseguenza!! Evito solo di bere alcol e troppo caffè o tè e limito al massimo i cibi confezionati.
      Dario non ha mai avuto le classiche coliche, ma per ridurre il ” mal di pancia” la pediatra mi aveva suggerito di limitare i latticini, visto che alcuni bambini sono disturbati dalle proteine del latte vaccino.
      So che non ci sono evidenze scientifiche dimostrate, ma io ho preso un integratore in gocce alla galega e ogni tanto bevo un decotto di erbe miste al finocchio…per me ha funzionato, magari è l’effetto placebo!

  17. Io ho allattato mio figlio fino a 11 mesi. Di teoria ne sapevo come tutte penso, ma finchè non ti vedi lì non capisci veramente cosa sta sucedendo .Lo attaccavo a demanda e basta. E’ andata bene subito appena nato. Lui si è attaccato e anche se le prime settimane mi facevano male, dopo è passato subito e siamo arrivati a 11 mesi, e lì il latte pian pianino era sempre meno e siamo passati al latte vacino.
    Cibi che ti fanno fare più latte? non credo. Devi solo mangiare sano e bere tanto. Ricordo che bevevo tanta acqua.
    Invece cibi che fanno venire le colique secondo me sì, ci sono. Quelli che gonfiano la pancia gonfiano anche loro 🙄

  18. Carolina

    Ho letto tutti i commenti e in un modo o nell’altro mi ci sono ritrovata.
    è vero: ogni mamma e bambino è una diade a sé, e quello che magari va bene per alcuni per altri non funziona.
    Io ho avuto due bimbe: la prima nata con cesareo … non programmato! Mi ero preparata con cura, avevo seguito le riunioni della LLL, insomma avevo un mucchio di aspettative: Il cesareo d’urgenza mi ha completamente sconvolto. La bambina piangeva e non voleva attaccarsi, e quando si attaccava si addromentava subito. Mi hanno dimesso con il consiglio di dare l’aggiunta perché era calata troppo di peso. Sono tornata a casa che ero una straccio sia fisicamente che psicologicamente: non volevo rinunciare all’allattamento ma avevo l’angoscia di non avere latte. Per fortuna ho trovato l’appoggio della puericultrice dell’Asl che è venuta a domicilio e semplicemente mi ha rassicurato. Mi ha detto: va tutto bene, dormi, riposati, abbi fiducia in te. Dopo un mese la piccola – che stava attaccata 18 ore al giorno! – era cresciuta quasi di 1 kg!
    Io credo che a volte lo stress, il fatto di non avere appoggi, conti veramente tanto: una neomamma deve essere rassicurata sulle sue capacità, e spinta a fidarsi del suo istinto. Fare “terrorismo” come fanno purtroppo molti pediatri è veramente controproducente.
    C’è da dire anche che l’allattamento al seno è molto impegnativo e presuppone un legame esclusivo e coinvolgente, una disponibilità totale della mamma al bambino: non ci sono orari o la possibilità di demandare ad altri.
    Io ho allattato la prima bambina fino a 25 mesei, la seconda fino a 30 e smettere è stato come tagliare ancora il cordone ombelicale…

    Questa è una provocazione: che l’insuccesso oggi di tanti allattamenti dipenda anche un po’ dalla paura di perdere la propria “libertà”?

  19. Aganfa

    un pò in ritardo rispetto al post, ma volevo comunuqe esserci e raccontare la mia esperienza.
    sono arrivata al parto preparatissima! avevo letto tutto e di più sull’allattamento ma cosa più importante mi ero appuntata il numero di due ostetriche seriamente preparate.
    la tata si è attaccata subito ed è stato subito perfetto. non so che cosa significhi avere male al seno. non so cosa significa “il bambino si attacca male!”. l’esperienza è durata quasi 12 mesi.
    ho smesso di allattare perchè ho commesso un errore. ho lasciato che lei si abituasse ad addormentarsi attaccata a me. ad un certo punto mi sentivo in colpa perchè non le stavo dando modo di imparare a dormire da sola.
    le ostetriche di cui sopra sono state fondamentali. il mio consiglio per le future mamme è quello di rivolgersi a personale qualificato in caso di dubbi. i consigli di mamme, zie, amiche e suocere in base alle loro esperienze sono andati bene per loro, non è detto che vadano bene per voi e possono mettere in crisi (a me è successo!).
    per quanto riguarda il cibo per me la regola è stata molto semplice: pasti sostanziosi (visto le calorie che si consumano allattando!) e sani. sono caduta pure io nel tranello degli integratori per avere più latte. non funzionano.
    fidatevi del vostro istinto materno, quello sì che funziona, sempre!

  20. Nella mia provincia (BZ) è previsto un vero e proprio accompagnamento: quando vieni dimessa dall’ospedale puoi fare richiesta di un’infermiera pediatrica che ti segua nell’avvio all’allattamento.
    Penso che la presenza di questa donna e i suoi consigli abbiano fatto la differenza, abbiano messo a tacere molti dei miei timori. Per un po’ di tempo, alla mattina, lei veniva in casa, parlava con me, prendevamo il caffè, pesavamo Elisa e poi proseguiva per il suo giro. Potevo chiamarla a qualsiasi ora ed era la stessa a cui potevo appoggiarmi anche al consultorio del mio comune.
    Un’altra cosa per me fondamentale è stato l’aiuto di un’amica (Santa subito e mamma di tre bimbi), che la prima sera è stata a palpeggiarmi il seno per più di un’ora 😯 , avevo una montata da paura ed Elisa non riusciva ad attaccarsi per bene: mi ha insegnato la spremitura manuale ma sopratutto mi ha fatto sentire meno sola.
    Io sono convinta che l’allattamento al seno dipenda molto da come una mamma si sente, da chi ha intorno e da quello che vuole veramente (non è facile capirlo, io per esempio sapevo di voler allattare ma ero così infarcita di nozioni che sono andata in palla, non riuscivo a mettere ordine a tutte quelle informazioni ed emozioni).
    Non sempre si è disposti a riconoscere con umiltà, che si ha bisogno di una mano e sono felicissima di averla chiesta più volte. 😀

    Non ho seguito nessun tipo di regola particolare per quello che riguarda l’alimentazione, non ho mai evitato nessun cibo e ho allattato sempre felicemente.
    Il consiglio più folle che mi è arrivato è stato quello di bere infuso di prezzemolo (peccato che sia velenoso in decotto) o mangiarlo crudo, ma solo il gambo 😯 🙄

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *