Le cose normali

Pubblicato il 27 Aprile 2012 da

felice normalità

Le cose normali, così rassicuranti. Le mie certezze. Le cose banali: il conforto della mediocrità, e chi mi conosce sa quanto valore io dia a questa parola. Un valore positivo, perché nella mediocrità ho trovato la mia dimensione, di una ragazza che semplicemente si è accettata per ciò che è, e che non deve più competere per essere la migliore, o la più perfetta, o la più capace.
Semplicemente, mediocremente me stessa.

Le cose normali: quanto, quanto, quanto tempo ho impiegato per arrivare a questa ‘normalità’. Quanto ho sofferto, quanto. Tutto quel dolore che mi ha cambiata, mi ha lasciato cicatrici profonde, mi ha impedito di cogliere la felicità per tempo, prima di farmi troppo male, prima di fare anche del male agli altri. Quanti sbagli, quanti pianti, quante paure. Quanti giorni di felicità sprecata…

Ma adesso no. Adesso la mia vita è costellata di cose normali.
Mi sveglio e ogni mattina alle sette faccio la doccia, poi scelgo l’outfit del giorno (se vogliamo chiamarlo così…), poi a scuola.
Spesso ci fermiamo a comprare le brioches sulla strada dell’ufficio.
Poi in ufficio un lavoro difficile, ma sereno: tutto sommato, anche se ogni tanto mi viene mal di stomaco dalla preoccupazione o dal nervosismo, arrivo a sera che mi son calmata.

Le cose normali, queste qui. La riunione a scuola, le pinzette per le sopracciglia, le telefonate con le amiche, le email, preparare la cena, fare la lavatrice.

Ogni sera, da anni, quando vado a letto dico: questo è il momento più bello della giornata… che relax!

E guardo Real Time, poi mi addormento, la notte spesso Dafne viene un pochino nel letto, finché non la riportiamo nella sua cameretta, e poi è di nuovo mattina, e di nuovo ricominciano le cose normali.

Io mi sento male. Non riesco più a togliermi di dosso la foto di Dionisio.
Quando ero in Brasile i bambini morivano ogni giorno: di fame, di assenza, di malattie, di violenza, di droga.

Ogni giorno sterilizzavo l’ago e mi mettevo a togliere il bisciu du pè ai bambini: un parassita che corrode la pelle e la infetta, e si addentra nella carne anche per diversi centimetri, e il resto ve lo lascio immaginare.

C’è questo pensiero di Jonlennon, il bambino più bello del mondo, che non andava a scuola perché non aveva le scarpe.

E se mi concentro, sento ancora il potere della polvere rossa della favela, quel magnetismo animale della terra, una terra bellissima e difficilissima, e sento ancora il gusto dell’uva e del mandarino, dei ghiaccioli, di quelle due arance bellissime che ci furono offerte dentro una delle baracche.

Le cose normali.
Le scarpe, le arance.

Il profumo della pioggia che invade la terra, le colline magnifiche, la speranza di un futuro, la pirua che sobbalzava per le strade della favela, e io che non avevo proprio capito quanto può essere difficile essere ‘normale’, mentre il tempo mi portava altrove, al sicuro, ed io venivo traghettata via, verso questa vita, questa vita bellissima e felicissima.



Commenti

24 Commenti per “Le cose normali”
  1. simona

    non sei solo mammafelice
    sei mammaspeciale

  2. Mi hai fatta commuovere…
    io credo profondamente nella poesia delle piccole cose del quotidiano, nell’aurea mediocritas, nel saper guardare a ciò che abbiamo e non darlo per scontato, ma dire “grazie” per esso ogni giorno. Spero di riuscire a insegnarlo alle mie figlie…

  3. spaffola

    Guarda…io sono ancora giovane…ma mi rendo conto che sto crescendo perché la cosa che voglio di piú per me e mio figlio è una vita normale,una vita che mi consenta piccole certezze,quali uno stipendio,una casetta mignon,l’asilo per nicolas…senza ovviamente smettere di sognare e pormi limiti al desiderio di crescere in ciò che mi piace fare…ma una vita normale,senza lussi,senza viaggi strepitosi…la normalitá che oggi mi sembra così lontana…e quando questa arriverà…sulla mensola della nostra casetta colorata avremo anche noi la nostra foto di un piccolo Dioniso e saremo felici nel nostro piccolo di aver aiutato qualcuno che come noi sta costruendo la sua vita un mattone per volta…e tu…beh tu mi fai venire i goccioloni agli occhi…la mia stima per te aumenta ogni giorno di più… 😀

  4. roxy

    Come sempre hai colpito! E se la tua è mediocrità…bhe lasciamo perdere! Volevo solo dirti che sei così fantastica proprio anche grazie al tuo vissuto, come ciascuno di noi, e proprio per questo anche il dolore è da ringraziare! Kahlil Gibran ha scritto che “quanto più vi scava il dolore tanta più gioia saprete contenere” e ancora “la vostra gioia non è altro che il vostro dolore placato”. Ti volio bene

  5. Mi hai commossa… a volte lasciamo troppo per scontato le cose normali, poi davanti a questi racconti ti rendi conto che non è così.
    Ci lamentiamo perchè nella nostra vita avevamo altri progetti, ma poi se ci fermiamo un pò ci rendiamo invece conto che siamo fortunati e felici e forse anche per questo che amo le piccole cose, come un’arancia, il sole del mattino o il sorriso del mio bambino…
    grazie Barbara per queste riflessioni,
    Amalia

  6. C’è questa poesia di Stefano Benni che per me è un manifesto:

    “Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
    L’umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
    Perché quando saranno passati amori e battaglie
    Nell’ultimo camminare, nella spoglia stanza

    Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
    Ma braci, un sorso d’acqua, una parola sussurrata, una nota
    Il poco, il meno il non abbastanza”

    Si trova qui: http://www.stefanobenni.it/

  7. Con sofferenze, sforzi e un gran lavoro su me stessa anche io sono arrivata a capire l’importanza delle piccole cose, la fortuna che ci siano.
    E so, ho capito, che la ricetta per la felicità sta proprio lì: nel saper apprezzare e godere del bello che c’è.
    Grazie di avercelo ricordato.
    Buona giornata!
    🙂

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      A volte sembra tutto così difficile, o quasi impossibile…
      Io non sono mai stata una fan della filosofia del dolore, tipo: se soffri, apprezzerai la felicità. Sono sempre stata convinta che felicità chiama felicità.
      Però certo che dopo aver vissuto certi momenti, un po’ di consapevolezza in più ci arriva. E fa male, cavolo, fa davvero male.

  8. ti vogliamo bene, mammafelice. ♥

  9. Che bel post, davvero toccante
    Io sono una grande fan della “mediocrità” intesa come vita normale, vissuta e apprezzata.
    Mia nonna, che aveva perso un figlio piccolo per una banale influenza intestinale, mi diceva sempre che bisognerebbe ringraziare Dio con “faccia a terra” ogni mattina appena svegli. Ed io penso che abbia davvero ragione, perché a volte si ricerca la perfezione quando la perfezione spesso è la nostra normale vita!

  10. slow cat

    Proprio in questi giorni stavo ripensando alle ‘rinunce’ (in termini professionali) fatte per la famiglia, soprattutto per i miei tre figli, ma mi sono sentita stranamente ‘in pace’ , come se la normalità, magari mediocre, che vivo ogni giorno non fosse altro che ciò che avevo sempre desiderato… e sono proprio le piccole cose normali che mi danno quei momenti di felicità che la carriera a cui ho rinunciato non avrebbe potuto darmi. Felice della normalità che ho riconrso per tanti anni 😀

  11. Romina

    Voglio essere normale, mediocre e Felice!!! Grazie per ciò che scrivi!!!

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