Vogliamo fare un gioco?
Pubblicato il 6 Aprile 2012 da Mamma Felice
Vacanze di Pasqua. Interno ufficio. Io continuo a chiedermi: ma come fanno quelli che lavorano?
Beh, pure noi lavoriamo, ma l’ufficio è il nostro: possiamo portarci la bimba e rispondere al telefono con le sue musiche di sottofondo. Ma la gente seria, intendo, che fa?
La concentrazione è quella che è: inizio a scrivere dei testi per un grosso cliente, e inizia la sfila: mammapapà, mi scappa la pipì, ho fame, ho sete, ho sonno…
A turno ci alziamo, e borbottiamo, e perdiamo il filo, e rispondiamo al telefono facendo finta di essere very profescional, e facciamo la cartapesta e poi torniamo a concentrarci di nuovo.
– Mamma, vogliamo fare un gioco?
– Certo…
– Ho bisogno dello scotch, carta crespa, cartoncino e poi la colla e un po’ di biglietti!
– Ok, ho scritto tutto.
– Hai detto anche pennarelli?
– Aehm, no… li prendiamo?
Ma ho davvero il diritto di stressarmi per queste cose?
Prendo i materiali per Dafne dagli scaffali e penso alla baracche del Brasile.
Penso che quando entravamo in favela c’erano famiglie che vivevano in un quadrato di mattoni ricoperto dal tetto in lamiera, in un’unica stanza, con quei materassi poggiati per terra, e quelle coperte sporche… con quella tremenda puzza di pipì, e il niente: né un tavolo, né un lenzuolo, né un bagno. In quelle tombe di case, che se vuoi entrare non c’è il campanello, e allora batti le mani: in favela batti le mani per annunciare il tuo arrivo.
Mi fa stare meglio, tutto questo? No.
La cosa orribile è che mi sento stressata lo stesso.
Eppure questa vita qui, questa vita fatta di glitter e pennarelli… non l’ho meritata. Non mi è stata data per nessun motivo, ma solo per caso.
E batti le mani, in favela. Batti le mani.
Come cambia la vita?
Quanta fortuna abbiamo avuto… e davvero, non l’abbiamo meritata, ma solo avuta in dote.
Credo che far capire questo concetto ai nostri bambini sia la sfida più grande, senza cadere nel luogo comune…
è importante ricordarsene ogni tanto!
Si è vero….è importante che ogni tanto ce ne ricordiamo noi ma soprattutto che insegniamo qualcosa ai nostri figli. Da quando mio figlio è piccolo una/due volte l’anno mettiamo in ordine la sua stanza e i giochi che non usa li mettiamo in una stanza per i bimbi poveri. Lo facciamo già da qualche anno ed ormai è lui stesso che ogni tanto prende i giochi e li destina ai bimbi poveri.
Moonlitgirl
Io domenica mattina ho ricevuto diverse telefonate di lavoro, in sottofondo mia figlia che strillava come una pazza per richiedere attenzioni, e all’altro capo del telefono nessuno se ne è fregato!
Non sono tanto sicura che alla favela debba pensare solo io, o mia figlia. Io in favela ci manderei diversi personaggi che se ne fregano e le mani le batterei volentieri su di loro! :argh:
Naturalmente l’empatia con il prossimo è ben da insegnare ai propri figli e anche a noi stessi.
So che in questo momento c’è chi sta peggio di noi, ma so anche quanto è dura conciliare scuola e lavoro, quando appunto ci sono lunghe vacanze per le festività che non corrispondono mai con quelle lavorative. Leggevo proprio ieri che a Milano una società permetteva ai genitori di portare i figli in ufficio e di intrattenerli con attività ludiche dalle 9 alle 18, dovrebbe essere così almeno per tutte le grandi aziende o comunque i comuni dovrebberò offrire un simile servizio anche a pagamento per chi lavora. Io mi sono sempre arrangiata con l’aiuto dei nonni, alternando le ferie con il marito o lasciandoli da soli ora che sono grandi!!! E’ dura!! Buona Pasqua Barbara a te e a tutti i lettori.
io a te le batto le mani per questa cosa bella di Action Aid e per come la porti avanti.
batto le mani e entro a casa tua.
permesso?
Sono passata ad augurarti Buona Pace, ciao.
ti auguro di trascorrere una serena Pasqua con Dafne e Nestore e tutti i tuoi cari!
Ciao Barbara,
son passata da qui per augurarti Buona Pasqua,
Amalia