Un fagiolo salverà il mondo
Pubblicato il 23 Marzo 2012 da Mamma Felice • Ultima revisione: 20 Marzo 2015
Dammi un fagiolo, che ti solleverò il mondo. Era così, vero? Beh, quasi… 😉
In questi giorni penso tanto al Brasile, e alle cose che vorrei dire di Action Aid, e ho anche ripensato a fatti tragici della mia esperienza brasiliana, ma onestamente la tristezza è un impegno davvero grande, e io oggi invece vorrei camminare sul filo dei ricordi belli, sulle cose che mi piacciono del mondo.
Per esempio i fagioli. Beh, i fagioli mi piacciono meno del cioccolato (che invenzione sarebbero dei fagioli al gusto di cioccolato, eh?), ma sono una vegetariana, li mangio al posto della carne, e li trasformo in qualunque cosa, anche in hamburger.
I fagioli dicono tante cose.
I fagioli raccontano storie.
Come quella di Antônio Torres, che ho trovato ieri sera girovagando in Rete, e che vi traduco sommariamente (il mio portoghese-brasileiro è più che arrugginito, perdonatemi).
Os pés de milho cresciam desembestados, lançavam pendões e espigas imensas. Os pés de feijão explodiam as vagens do nosso sustento, num abrir e fechar de olhos. Toda a plantação parecia nos compreender, parecia compartilhar de um destino comum, uma festa comum, feito gente. O mundo era verde. Que mais podíamos desejar?
Le piante di mais crescevano a dismisura, con spighe immense. Le piante di fagioli, che erano il nostro sostentamento, esplodevano letteralmente, crescevano in un batter d’occhio. Tutta la semina sembrava comprenderci profondamente, sembrava condividere un destino comune, una festa comune. Il mondo era verde. Cos’altro avremmo potuto desiderare?
E assim foi até a hora de arrancar o feijão e empilhá-lo numa seva tão grande que nós, os meninos, pensávamos que ia tocar nas nuvens. Nossos braços seriam bastantes para bater todo aquele feijão?
E così venne il momento di raccogliere i fagioli e farne un mucchio così grande che noi ragazzini pensavamo di toccare le nuvole per la gioia. Le nostre braccia sarebbero state in grado di battere tutti quei fagioli?
No dia seguinte voltei para a escola. Pelo caminho também fazia os meus cálculos. E quando deu meio-dia e a professora disse que podíamos ir, saí correndo. Corri até ficar com as tripas saindo pela boca, a língua parecendo que ia se arrastar pelo chão.
Il giorno seguente andai a scuola. Durante il tragitto facevo i miei calcoli (su quanti fagioli avrei avuto). E quando a mezzogiorno la maestra disse che potevamo andare, io uscii correndo. E correvo così forte da avere la lingua di fuori.
E foi logo ali, bem no comecinho da cerca, que eu vi a maior desgraça do mundo: o feijão havia desaparecido. Em seu lugar, o que havia era uma nuvem preta, subindo do chão para o céu. Dentro da fumaça, uma língua de fogo devorava todo o nosso feijão.
Durante uma eternidade, só se falou nisso: que Deus põe e o diabo dispõe.E fu proprio lì che vidi la più grande disgrazia del mondo: i fagioli erano spariti. Al loro posto restava solo una nuvola nera che sale dalla terra al cielo. Dentro quel denso fumo nero, una lingua di fuoco aveva divorato tutti i nostri fagioli. E in questo tempo che sembrava eterno, noi non riuscimmo a dire più nulla: ciò che il Diavolo propone, Dio dispone.
Ed è, questa, una storia che parla di molte storie. E’ la storia di Bahia, ma era, nel 1997, anche la storia di Antenor Garcia, la favela dove passai la mia estate di missionaria. La favela con la terra rossa e polverosa, la favela senza acqua, la favela dove scendere a piedi perché la pirua non poteva camminare per le strade piene di voragini.
Ed è stato lì che per la prima volta ho capito che i fagioli salveranno il mondo. Quando i miei compagni, laureati in agraria, insegnavano alle famiglie a piantare i fagioli. Dietro ‘casa’. La casa che era un rettangolo di mattoni di fango, chiusa da un tetto di lamiere.
Così fa Action Aid a Bahia, per Dionisio e la sua famiglia: tramite il sostegno a distanza, finanzia la creazione dei quintais, i piccoli orti domestici che servono per il sostentamento familiare.
E così sorrido. Provo a fare finta che Dionisio sia come Jack and the Beanstalk, Jack e il fagiolo magico. Proprio dentro il suo quintal, Dionisio, da grande, pianterà un fagiolo magico. E la pianta di fagioli in una sola notte crescerà, e crescerà, e crescerà… crescerà a tal punto da bucare il cielo, e arrivare dalla parte opposta della Terra. Sarà a sexta-feira, un venerdì mattina. Mentre mi lavo i denti strizzando il tubetto dalla punta (cosa che fa arrabbiare sempre Nestore), il fagiolo magico aprirà un piccolo buco proprio in mezzo al salotto.
E non ci saranno uova d’oro, né giganti cattivi e puzzoni. Ci sarà solo un ‘toc toc’: è permesso?
E Dionisio avrà 35 anni (la mia età di adesso) e Dafne ne avrà 36, e noi saremo vecchi e raggrinziti e con un piede già nella fossa.
Ma Dionisio avrà 35 anni. Che qui da noi son niente, e a Bahia sono impossibili.
E sarà vivo. E avrà dei bambini. E avrà un futuro.
E sarà lui stesso ad aiutare Action Aid a piantare ancora fagioli magici, altrove.
Perché non c’è felicità che non possa essere ricambiata.
Per sempre.
Che bello questo articolo e quanti ricordi! 😳 Anche noi siamo stati in Brasile due anni fa, e ci siamo portati dietro il nostro bimbo, che aveva 9 mesi. Siamo stati nel Goias, a costruire una casa per gli ammalati che venivano a farsi curare lì (se passi di stato in stato, non hai copertura sanitaria e non hai diritto alla permanenza in ospedale) … Marcotto è stato svezzato a arroz e frijoles!
L’iniziativa di ActionAid è meravigliosa: una persona a cui voglio molto bene mi ha insegnato che “non serve regalare il pesce, serve insegnare a pescare. e una volta che uno sa pescare bene, imparerà anche a regalare il pesce pescato e a insegnare a pescare a chi ha vicino” ed è proprio questo che mi auguro per il Brasile e per tanti altri posti del mondo.
Grazie del bellissimo ricordo. buona giornata!
Mamma mia! Da twitter pensavo a un post sui tuoi fagioli bio che non si cuociono mai e mi ritrovo questo.
Grazie
ahhaaa in effetti ce lo potevo scrivere, che a me i fagioli secchi non si cuociono mai!!
E’ molto bello questo post. Parla di una realtà che sembra lontana, ma in realtà parla di tutti noi.
Buona giornata 🙂
Ieri sera pensavo che viviamo in due mondi diversi, ma alla fine è sempre lo stesso mondo… è troppo, per me.
Uao che post, commovente e con tanto stile.
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