Come funziona il 118
Pubblicato il 2 Maggio 2011 da Mamma Felice • Ultima revisione: 20 Agosto 2012
In questi giorni mi sono molto arrabbiata: spesso i giornali e i giornalisti non conoscono a fondo gli argomenti di cui parlano, e questo danneggia tutti noi. In particolare sugli argomenti sanitari: certe volte sento degli strafalcioni che mi fanno drizzare i capelli in testa (per essere gentile). Ecco allora un piccolo vademecum sul 118 e sulla chiamata di soccorso in Italia.
Mi riferisco ovviamente al ‘Caso Sposini’: polemiche per un presunto ‘ritardo’ nei soccorsi, perchè dal momento del sospetto ictus, al momento del caricamento in ambulanza, sono passati 40 minuti.
Allora. Premetto, come già feci a suo tempo parlando della Chiamata di Soccorso, mi permetto la licenza di arrabbiarmi perchè conosco molto bene il sistema di soccorso italiano, visto che sono stata volontaria in Croce Rossa per quasi 10 anni, e soprattutto sono stata Formatrice sia di nuovi volontari, sia di Istruttori e Insegnanti. E il Sistema 118 in Italia FUNZIONA, eccome se funziona. Certo, al Sud è più carente, ma nelle altre Regioni è un’eccellezza mondiale. Grazie non solo a medici e infermieri, ma a centinaia di migliaia di volontari che sono ADDESTRATI e PREPARATI a svolgere il loro servizio.
Mi sono arrabbiata perchè i giornalisti, che devono sempre fare scoop sulle disgrazie altrui, hanno scritto che i soccorsi sono arrivati con 40 aminuti di ritardo. FALSO!
L’ambulanza è arrivata in 19 minuti, a quanto si apprende dalle registrazioni radio (TUTTE le comunicazioni via radio e via telefono sono registrate). E il paziente è stato caricato in ambulanza dopo circa 25 minuti, per STABILIZZARLO. Questo è importantissimo, cavolo! Perchè NON si carica un morto in ambulanza. Non si può fare. Per caricare un codice rosso (= assenza di segni vitali), occorre prima stabilizzarlo, ovvero intubarlo, rianimarlo, ventilarlo, somministrargli farmaci che facciano riprendere l’attività cardiaca. Se questo non viene fatto, il paziente in ambulanza morirà di sicuro.
E’ ovvio che, quando si sta dalla parte del parente o dell’amico che assiste alle cure di pronto soccorso, il tempo è infinito: quante volte mi sono sentita minacciare: Portatelo subito in ospedale o vi ammazzo!
E invece NO, è sbagliato, non fatelo, e soprattutto imparate a chiamare le ambulanze nel modo corretto, senza MAI portare un ferito con la vostra auto in un ospedale a caso.
Ecco le informazioni importanti da comunicare al 118:
– segnalare la dinamica dell’evento: cosa è successo?
– segnalare la località precisa, i riferimenti topografici, il numero civico della propria abitazione e il numero dell’interno, il piano, la scala, la presenza di ascensori;
– segnalare il nominativo presente sul citofono: se lasciamo un cognome diverso da ciò che è scritto sul citofono, non ci troveranno mai!;
– in tangenziale e in autostrada (dove NON ci si può fermare!), segnalare la direzione di marcia, l’uscita e il km;
… In ogni caso è sempre valida la regola di attaccare il ricevitore per ultimi.
Se caricate un ferito sulla vostra auto, perdete minuti preziosi: perchè il personale dell’ambulanza non è un servizio taxi, è un servizio di emergenza SANITARIA, ovvero vi fornisce del personale medico e infermieristico specializzato, che è capace di rianimare, intubare e medicalizzare un paziente già sul posto, per SALVARGLI LA VITA. Inoltre, portare un malato grave in un ospedale da soli, può ucciderlo per mancanza di informazione: non tutti gli ospedali sono uguali! Non tutti gli specialisti sono in turno nello stesso istante in tutti gli ospedali! Non tutti gli ospedali hanno posti liberi!
Il 118 serve anche per questo: perchè conosce in tempo reale i posti disponibili negli ospedali, i posti liberi in rianimazione, gli specialisti in servizio. E quindi serve per iviarvi l’ambulanza nel posto giusto, del tipo giusto, neml momento giusto.
Infine: è omicidio colposo caricare un ferito sulla propria auto, se questo muore durante il trasporto. Quindi verrete denunciati e processati per questo. E vi sta bene.
Ecco allora quello che è importante fare, dalla parte del cittadino: chiamate il 118 (se siete in una delle Regioni dove funziona) e dite BENE ciò che è successo, quando è successo, cosa è successo, a quante persone è successo.
E mentre aspettate l’ambulanza, scrivetevi su un foglio l’AMPLE, che è l’acronimo per:
Allergie: la persona è allergica a qualcosa in particolare? (soprattutto farmaci o cibi che provocano anafilassi)
Medicine: la persona prende medicine di qualche tipo? (soprattutto se è diabetico, infartuato…)
Patologie pregresse: ha qualche malattia importante? (patologie cardiache, ictus pregresso, problemi renali, fegato…)
L’ultimo pasto: quando ha mangiato l’ultima volta, e che cosa?
Evento: Cosa è successo esattamente? Cosa hai visto, cosa ha fatto la persona?
Fatemi un piacere personale, ve ne prego. Stampatevi l’AMPLE e anche le istruzioni per la chiamata di soccorso, e tenetele nel portafoglio. E’ solo un bigliettino, ma in casi gravi salvare la vita vale ben un bigliettino. E chiamate il 118: è fatto di persone preparate a salvarci la vita tutti i giorni.
Infine: qualcuno muore, succede, è la vita. La medicina ci aiuta a vivere fino a 100 anni, ma un medico è una persona, non è Dio. Non chiediamo miracoli, ma competenze. Ma per primi noi cerchiamo di essere cittadini competenti.
Ciao sono un ragazzo di 22 anni. Qualche mese fa ho avvertito dolori al torace sx e chiedo a mia mamma di chiamare il 118. Spiegando l’accaduto le passano un medico e la dottoressa chiede di poter parlare con me e con voce amichevole mi fa le domande di protocollo,in fine le dico forse non è niente ma ho paura per la localizzazione! e la dottoressa mi dice certo! ti mando l’ambulanza ciao. All’arrivo controllo parametri vitali tutto ok e dei gentili soccorrritori mi trasportano in ps in codice verde. analisi ed erano dolori costali. Peccato che l’ambulanza ha impiegato 15 minuti. Il medico di co sapeva che non era niente ma io no. Un po più di rispetto per la mia ansia?