Dai tempo alla vita
Pubblicato il 8 Novembre 2010 da Mamma Felice • Ultima revisione: 7 Agosto 2014
Questa è la storia del mio matrimonio. La storia di quando io e Nestore ci siamo sposati, 2 mesi prima che nascesse Dafne. E’ la storia del mio pancione grandissimo e di un bacio sul balcone della Sala Rossa, affacciata su Piazza Maggiore. Ma era la storia più antica di un blog, di un amico, di una borsetta rosa appoggiata sul cruscotto della macchina, di un paio di infradito nere e un bicchiere di Sangre de Toro.
Questa è la storia di quando sono nata, 6 anni fa. Sono nata e adesso ho 6 anni.
Eccola qui, tutta la mia vita. Nelle carezze di Nestore, persa nei sorrisi di Dafne, impregnata di odori strani, come il vin brulè e le castagne, i piedini che puzzano di formaggio, l’odore delle magliette bianche stese sul balcone.
Una vita così breve eppure densa di mille vite: di quando eravamo solo due blogger anonimi, di quando ci siamo incontrati per la prima volta in Piazza Adriano, di quella volta che sotto casa mia ci siamo baciati, vicino al cancelletto nero di ferro arruginito, quando mi tremavano le gambe e dovevo aggrapparmi alla sua giacca per non cadere, di quando abbiamo fatto l’amore e io ho pianto perchè non avevo mai capito che fare l’amore era quella cosa che mi stava capitando adesso.
Non l’ho sposato perchè lo amo. Non l’ho sposato perchè è il padre migliore del mondo.
Non l’ho sposato nemmeno per la sua dedizione, la sua tenerezza, la sua capacità di sdrammatizzare, per le poesie che lo facevano piangere o la faccia confusa e idiota che avevamo di fronte al test di gravidanza positivo.
Queste cose le sapevo tutte anche senza sposarlo.
L’ho sposato per non morire. L’ho sposato quando i dotori mi dicevano che mia figlia non sarebbe nata, che io avrei potuto morire. L’ho sposato quando al pensiero di perdere la mia vita, ho avuto la certezza che fosse lui, l’unica persona al mondo a cui avrei affidato totalmente la mia vita.
L’ho sposato perchè, se fossi morta, avrei voluto che lui impedisse ogni accanimento terapeutico e mi permettesse di realizzare un sogno: donare i miei organi.
E anche se non sono morta, e anzi quel giorno sono nata insieme a Dafne e insieme a Nestore, mentre piangevamo e ridevamo come due imbecilli di fronte a nostra figlia, così minuscola e fragile e perfetta, il mio desiderio è lo stesso di un tempo: voglio vivere, voglio essere felice, voglio vedere toccare amare esplorare ridere abbracciare respirare correre giocare scrivere cucire guardare commuovermi. E poi voglio morire e donare i miei organi. Che nel frattempo, magari, saranno anche tutti bellini e magrini, visto che avrò finito la mia dieta e comunque non ci tengo proprio a donarli prima di aver vissuto, e questo cuore che voglio donare lo voglio ancora riempire di tutte le emozioni del mondo, tutte le emozioni che sarò capace di vivere.
Così inizia questa favola, la favola del Mulino Storto. Storta anche perchè inizia dalla fine, dalla felicità.
Ma ormai il finale lo conoscete, e mi spiace di aver rovinato la sorpresa: io donerò i miei organi. E lo farò perchè amo la vita con tutta me stessa, la amo in modo prepotente ed esclusivo, la amo da vivere.
Vi invito a riscrivere il finale della vostra vita.
Per fare in modo che la frase ‘e vissero tutti felici e contenti‘ non valga solo per voi, ma anche per quelli che, dopo di voi, riceveranno i vostri organi.
Indice dell'articolo
Dai tempo alla vita
Nonostante l’Italia rappresenti un’eccellenza nel settore dei trapianti e delle donazioni degli organi, le liste d’attesa sono ancora molto lunghe ed è necessario un impegno più concreto per sostenere la ricerca scientifica. Ancora oggi, oltre alle difficoltà legate alla disponibilità di organi idonei per un trapianto, una delle problematiche più grandi è quella relativa alla sopravvivenza stessa degli organi trapiantati: pochi sanno che attualmente circa la metà dei pazienti trapiantati perde l’organo entro i 15 anni successivi al trapianto.
Ecco perché FITOT – Fondazione Italiana per l’Incremento dei Trapianti d’Organo e di Tessuti Onlus – ha lanciato “Dai Tempo alla Vita”, la prima campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, che sottolinea l’importanza fondamentale di una incessante attività di ricerca scientifica per il progresso della medicina.
Dal 7 al 21 novembre sarà possibile sostenere 3 importanti progetti di ricerca sul prolungamento della durata degli organi trapiantati portati avanti da CORIT, struttura operativa per la ricerca di FITOT, inviando un SMS al 45505 da cellulari TIM, Vodafone, Tre, Wind e Coop Voce oppure telefonando allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia.
La campagna di raccolta fondi promossa da FITOT è fortemente sostenuta anche delle più importanti associazioni nazionali collegate alla donazione e al trapianto di organi: AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule), ANED (Associazione Nazionale Dializzati e Trapiantati) e ACTI (Associazione Cardio Trapiantati e Cardiopatici Italiani).
Per coloro che volessero saperne di più, basta visitare il sito www.daitempoallavita.it
Amare fino a donare la propria vita per gli altri…
Stupendo post!
Ho letto solo ora questo magnifico post ed ho le lacrime agli occhi per l’emozione…grazie di essere tornata a vivere anche per tutte noi….
Mamma mia, che storia! ..e quante lacrime di commozione! Nestore è fortunato, anzi invidio Nestore.. 😆
(è dal 1994 che sono iscritta all’Aido e condivido perfettamente i tuoi motivi alla donazione organi)
un abbraccio e che bello, posso dirti, a domani!!! 😉
😉
E’ una favola bellissima perchè è vera e reale. E’ uan favola bellissima perchè dopo l’ultima pagina, il finale “e vissero felici e contenti” lo riscrivete ogni giorno.
Grazie
Uno dei post più belli che abbia mai letto in un sito/blog.
Mi unisco alla tua ode alla vita.
Amo la vita, la amo ancor più da quando poche settimane fa ho perso il mio adorato papà, la amo a tal punto che anch’io come te voglio donare i miei organi, la amo a tal punto che nella mia casa gli animali entrano solo vivi.
Sono profondamente commossa.
Un abbraccio grandissimo
Grazie
Michela
Michela, grazie a te…
per molti versi siamo simili.Quasi uguali. Un abbraccione forte . e grazie 🙂
che emozioni stupende mi hai trasmesso: grazie!
Grazie MammaFelice! bellissimo post pieno di vita e di emozione! sono riuscita a stento a trattenere le lacrime, ma il nodo alla gola ce l’ho ancora!!! tra l’altro, anche io ho sposato la mia dolce metà (da oltre 10 anni) quando abbiamo scoperto di aspettare Gaia perchè non volevo che se mi fosse mai successo qualcosa a me o a nostra figlia non fosse LUI l’unica persona che potesse scegliere la cosa migliore per me e/o per la nostra gioia! il foglio con l’autorizzazione a donare gli organi ce l’ho nel portafoglio da quando mi è arrivato a casa… e penso che sia assurdo che debba autorizzare una cosa che mi sembra la cosa più naturale e altruistica che si possa fare in quelle circostanze!
Grazie!!!