Perchè crescere i figli all’estero

Pubblicato il 5 Novembre 2010 da

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Oggi ospito molto volentieri un guestpost di Aldo, creatore di Italians in fuga, sito amatissimo e ricchissimo dedicato a tutti gli italiani che cercano informazioni, consigli e idee per trasferirsi all’estero o per condurre al meglio la propria vita da expat. Noi leggiamo da molto tempo i suoi consigli, e, onestamente, ci stiamo facendo più di un pensierino… 😉

Aldo Mencaraglia è nato a Genova, è cresciuto a Borgo San Dalmazzo, ha studiato a Torino e Brighton, ha vissuto in Inghilterra, Taiwan ed ora vive a Melbourne, Australia. Scrive di emigrazione all’estero su Italiansinfuga.com

Indice dell'articolo

Perché crescere i figli all’estero

Attraverso italiansinfuga.com vengo contattato da moltissime mamme che chiedono consigli su come fare per crescere i figli all’estero. Emigrare con famiglia può riempirvi di trepidazione perché state prendendo una decisione che cambierà non solo il vostro futuro ma anche e soprattutto quello dei vostri figli.

Condividendo la nostra esperienza spero di potere ridurre la vostra ansia ed aiutarvi a prendere una decisione, qualunque essa sia.

Io e mia moglie viviamo in Australia dopo aver vissuto in Inghilterra (lei è Inglese ma ha studiato e vissuto in Italia) per una decina di anni ed aver passato un anno circa a Taiwan. Quando decidemmo di emigrare in Australia, patria di mia madre, quello che guidò maggiormente la nostra decisione era il ‘dove’ far cresceri i figli, al tempo non ancora nati!
Avendo avuto la fortuna di vivere in diverse nazioni avevamo una cognizione di base su cosa le varie nazioni offrissero. Volevamo puntare verso una destinazione che offrisse una ottima qualità della vita ed opportunità future soprattutto per i pargoli.

Scartammo l’Italia per questioni lavorative, pensando che non offrisse a noi come famiglia le stesse opportunità che avremmo incontrato in una società anglosassone. Scartammo l’Inghilterra per questioni climatiche e di qualità della vita, con molti alti ma anche molti bassi. Sarebbe rimasta la Spagna, dove i genitori di mia moglie erano nel frattempo emigrati a loro volta, ma una combinazione di scarsa conoscenza della lingua e scarse prospettive di lavoro contribuì a scartarla velocemente.
“Rimase” l’Australia per la quale aveveamo la fortuna di non dover fare la trafila per un visto, poichè io sono sempre stato cittadino australiano per parte di madre.

Arrivati a Melbourne nel Maggio 2002, Benjamin nacque nel Settembre 2003 e Lucia arrivò nell’Aprile 2008.
Cosa posso raccontarvi della vita di famiglia in Australia?
Penso sia più simile a quella in Italia di quanto vi immaginiate. Stanchezza dovuta alla mancanza di sonno, preoccupazioni legate alla propria ignoranza da neo-genitori, mancanza di tempo per se stessi. Insomma siamo tutti nella stessa barca anche agli antipodi!

Quello che posso confermare è che la decisione di mettere su famiglia in Australia si è rivelata, fino ad ora, ottima.
Le città australiane sono sempre in cima alle classifiche internazionali sulla qualità della vita e questo viene riflettuto nella vita di tutti i giorni dei bambini. Esiste una maggiore rilassatezza rispetto all’Europa secondo me anche legata agli ampi spazi ed al fatto che non si vive gli uni sopra gli altri.

Viviamo in un sobborgo tipico di Melbourne e nel raggio di cinque minuti a piedi abbiamo 4 parchi giochi immersi nella natura. Poco più in là abbiamo una spiaggia bellissima dove ci si può rifugiare dai 40 gradi dell’estate australiana.

Non avendo una storia e tradizioni millenarie con le quali occupare il proprio tempo libero, gli Australiani pongono una grandissima importanza sulla vita all’aria aperta e la pratica di una miriade di sport. In una metropoli come Melbourne i bambini hanno la possibilità praticare qualsiasi sport vogliano, fatta eccezione per quelli legati alla presenza di neve, ovviamente.
Per le famiglie, ogni weekend si trasforma in una corsa ad ostacoli per portare la prole in piscina, al campo da calcio, da tennis, di football australiano.

Quello che vorrei sottolineare è il numero di opportunità a disposizione dei figli. Essendo cresciuto nella provincia di Cuneo degli anni Settanta, stupenda non fraintendetemi, dove o giocavi a calcio o non facevi molto altro, il vivere a Melbourne offre orizzonti molto più ampi.

Un altro motivo che ci ha fatto scegliere l’Australia è il crescere i figli con la conoscenza dell’Inglese come lingua madre. Che ci piaccia o meno, la conoscenza dell’Italiano non aiuta più di tanto soprattutto se ci si vuole misurare a livello globale mentre il sapere l’Inglese, come minimo, è uno dei requisiti per poter aumentare il proprio potenziale. Il bello del vivere a Melbourne è che si vuole imparare un’altra lingua le opportunità non mancano, essendoci qui rappresentanti di tutte le nazioni del mondo!

Per quello che riguarda l’istruzione, fino ad ora abbiamo avuto esperienza diretta di asilo nido, asilo e scuola materna.
Le strutture disponibili in Australia per i figli piccoli sono ottime. Moltissime sono private e quindi costano però hanno aiutato quelli come noi che, senza parenti in grado di aiutare con l’accudimento dei figli, dovevano fare affidamento ad altri mentre si guadagnava la pagnotta. Nostro figlio maggiore nacque poco dopo un anno dal nostro arrivo in Australia, in un periodo in cui sia io che mia moglie stavamo creando le fondamenta per la carriera in Australia. In parole povere, scegliemmo di affidare nostro figlio ad un asilo nido dall’età di quattro mesi. Non fu facile ma la qualità dell’accudimento era tale che penso nostro figlio abbia tratto beneficio dal passare la maggior parte del tempo con coetanei.

Nostro figlio maggiore è al secondo anno di scuola materna e noi siamo estremamente soddisfatti della qualità delle scuole statali. Io faccio il confronto con la scuola italiana degli anni settanta, quindi ingiustamente, ma devo dire che il tipo di insegnamento è molto diverso, molto più flessibile, in sintonia con le potenzialità del singolo studente e con il modo di collaborare nel mondo del lavoro che i giovani affronteranno tra un paio di decenni.

Uno dei maggiori punti deboli dell’istruzione in Italia è la bassa reputazione che le università italiane hanno a livello globale. Solo un paio sono tra le prime duecento al mondo! Io sinceramente non me ne resi conto fino a quando me andai all’estero però, da genitore, voglio dare ai miei figli la possibilità, se la vorranno, di andare ad una università, come quelle australiane, riconosciute a livello internazionale.

Ma allora l’Australia è perfetta? Certo che no!
L’Australia è lontana, da porta a porta ci vogliono quasi 36 ore e volare con bambini piccoli non è facile, noi l’abbiamo fatto! La lontananza da familiari ed amici è dura, soprattutto per i bambini ed i nonni. Vedersi ogni qualche anno è molto diverso dal vedersi ogni giorno.
I figli cresceranno per forza perdendo i contatti con la cultura e le tradizioni italiane. Non illudetevi che, nonostante i vostri sforzi, per i vostri figli sarà diverso. Conosco moltissimi Italo-australiani di seconda generazione: spesso l’unico legame con l’Italia è il cognome.

Un’ultimissima nota negativa riguardante l’Australia è il sole: ce n’è troppo. Non sto scherzando, il buco nell’ozono legato alla ferocia del sole australiano fa si che gli Australiani abbiano uno dei tassi di cancro alla pelle più alto al mondo. Per gli Italiani amanti dell’abbronzatura questo può essere uno shock notevole: preparatevi a spalmare crema protettiva fattore 30 sui vostri figli,a farli andare in gito con il cappello d’estate e a tenerli in casa dalle 11 alle 3 quando il sole picchia….

A parte ciò consiglierei a tutte le mamme interessate ad emigrare all’estero per offrire ai figli una vita diversa di prendere in considerazione l’Australia come destinazione e seguire l’esperienza mia e di tanti altri Italiani su Italiansinfuga.com!



Commenti

49 Commenti per “Perchè crescere i figli all’estero”
  1. ogni volta che leggo o scopro esperienze dirette di persone, famiglie, che decidono di trasferirsi, mi viene un nodo allo stomaco e un frigolio alle mani… credo che per me la cosa prima e di base è quell’attimo in cui si prende il coraggio a 2 mani e si decide. Poi si parte, o per lo meno ci si prova,ma se prima non c’è quell’istante decisivo e coraggioso, è difficile. E’ l coraggio di cambiare, di avere una vita diversa, il coraggio di osare. Ecco, è quello che mi manca. ringrazio Aldo per la sua esperienza diretta e le sue parole di incoraggiamento.
    p.s. avevo pensato anche all’australia ai tempi, ma i tempi e le procedure ostiche all’entrata mi avevano scoraggiato del tutto. 😐

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Sì, le procedure di ingresso sono veramente ostiche: mio cognato abita lì con sua moglie, australiana di origine, e nonostante fosse sposato con un’australiana e dunque non partisse proprio da zero, ha dovuto compilare centinaia di documenti…

  2. Per quanto mi riguarda non mi capita di pensare spesso a lasciare questo pezzo di terra (=Alto Adige) che ritengo meraviglioso nonostante tante difficoltá da affrontare, prima di tutto il carovita, questo in particolare é un periodo molto duro. Forse si puó anche “amare troppo” una terra, una cultura, da noi forse é un po’ una questione “genetica”, sapendo che i nostri nonni e bisnonni hanno lottato e sofferto tanto. Infine, la mentalitá tirolese é fra le piú attaccate alla propria terra, inutile negarlo… 😉

  3. bellissimo racconto, ammiro il coraggio di chi fa una scelta del genere, non facile ma che ripaga sicuramente.

  4. valentina

    Mi capita di sentire il “frigolio alle mani” che prova kosenrufu mama quando penso a ricostruire tutto lontano da qui ma poi, inevitabilmente, anche se non vivo in un paradiso (sopratutto per famiglie con bambini) come l’Alto Adige, sento di avere delle radici troppo profonde nella terra padana.
    Ciò nonostante vorrei dare la possibilità alla mia bambina di 2 anni di sperimentare la convivenza con una cultura diversa, per questo motivo sarei orientata ad ospitare una ragazza alla pari.
    Qualcuna di voi ha fatto questa esperienza? Ha senso dividere la propria casa, il proprio tempo e la propria famiglia con una giovane sconosciuta?
    Se avete esperienze e suggerimenti mi piacerebbe condividerli.
    Grazie!

  5. Valentina

    Ciao a tutte, leggo spesso questo sito ma fin’ora avevo scritto molto poco.
    Ora però mi riprometto di farlo più spesso anche perchè tutte le mattine prima di iniziare a lavorare vado su mammafelice e già mi sento meglio.
    Io vorrei tanto andare a vivere e lavorare all’estero, mi frenano due cose. mia mamma che ha 75 anni e non si muoverebbe mai da qui e il mutuo della casa (che abbiamo iniziato da solo un anno).
    Per il resto……
    Non so, non riesco a pensare di lasciare qua da sola mia mamma, so che c’è mio fratello ma con me lei ha un rapporto diverso. Non me la sento di lasciarla sola soprattutto ora che ha qualche acciacco in più ed ha bisogno di me x fare la spesa, andare dal medico….etc..
    Chissà, magari quando mia figlia (che ha 4 anni) sarà adulta e (spero) se ne andrà all’estero, anche io avrò quella libertà che mi permetterà di farlo.
    Mi fa sempre più schifo questo paese e se fossi sola senza legami me ne andrei subito.
    Scusate lo sfogo……

  6. Valentina

    ops….una mia omonima..allora cambio nick, se non c’è già io mi chiamerò Vale..che dite?

  7. Che bella qust’esperienza di Aldo, da segnalare sicuramente! Io, un pò mi rammarico di non aver fatto esperienze all’estero o di non essere stata più risolutiva; adesso, con una situazione lavorativa stabile, e con marito poco incline ai cambiamenti (tipico degli italini…sigh!)un trasferimento non è proprio il mio obiettivo…però, però stò lavorando sui figli. Intanto tento di dare tutte quelle informazioni necessarie perchè il loro riferimento non sia solo la punta del naso ma oltre; li sprono nello studio delle lingue in maniera efficace soprattutto dell’inglese; tento, soprattutto con il primo di renderli più indipendenti possibili sia fisicamente sia psicologicamente dalla famiglia, è importante, ed ogni anno (almeno quando le economie lo permettono) si va all’estero! Austria, Germania soprattutto, comunque Europa, perchè debbono iniziare a rendersi conto di cosa succede fuori frontiera. Non mi riferisco soltanto al sistema scolastico o delle opportunità lavorative ma faccio riferimento anche a quelle piccole cose che denotano il grado di civiltà di una popolazione: parchi urnabi, puliti, file ordinate alle casse supermercati, orari di aperture negozi calibrate, persone che ti sorridono, raccolta differenziata reale etc….potrei continuare.
    E’ chiaro che anche le nazioni straniere avranno i loro problemi, ma loro hanno civilmente risolto alcune questioni che da noi, credo, non si risolveranno mai…..
    Chiudo accennando solo brevemente a master, viaggi studio, borse di studio di cui si deve approfittare ma soprattutto della volontà dei genitori di crescere dei figli che sappiano scegliere bene il loro futuro anche lontano dalle lasagne di mammà.
    ff

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Che bellissimo commento… me lo voglio imprimere nella memoria per poter fare il tuo stesso percorso. Grazie!

      • come ff anche la mia situazione è stabile qui, e a questo punto non andrei a vivere all’estero. ma faccio di tutto per rendere indipendenti di testa i miei figli e spero di farli studiare da un certo punto in poi altrove. le lingue sono la priorità e i viaggi a vedere i paesi vicini pure.

  8. fiocco72

    Interessante questo post e non posso negare di adorare l’Australia, anche se un passo del genere non lo farei male. Io sono molto legata all’Italia nonostante le tante cose che non vanno bene, e sono legatissima al mio paese d’origine, anche se non c’è nulla, ma c’è la mia casetta, la mia famiglia e non è poco…Non ho mai sentito l’esigenza di andarmene via, la vedo come una cosa troppo costosa e difficile da realizzare. Non ho mai girato molto all’estero, sono stata solo in Svizzera e in Croazia, quando posso viaggiare preferisco vedere le ns. bellezze. Soprattutto ora che ho due figli grandi ( 9 e 14 anni) che non vogliono sentire parlare neanche di cambiare paese, figuriamoci nazione…Le cose sono più facili se uno prende una decisione simile quando si è solo coppia come ha fatto Aldo, ma sradicare una famiglia con usi e costumi è difficile. Invece che “scappare” secondo me dovremmo impegnarci tutti un pò di più a migliorare il ns. paese che ha tante cose belle ma tante teste “malate”!!! 😀

  9. Complimenti per questa scelta coraggiosa e impegnativa. Un vero dono per i vostri figli. Io sono cresciuta fuori Italia e questo, oltre a darmi la possibilità di conoscere un’altra lingua, mi ha fatto vivere in un contesto diverso, un’esperienza bellissima, per la quale sarò sempre grata ai miei genitori.
    Nota: molta invidia per i tre parchi walking distance da casa vostra! Ciao!

  10. Che bello questo articolo,io ho tanti cugini in Australia,è stato il fratello di mio nonno ad emigrare in quela splendida terra.Da li sono nati i suoi figli e poi i figli dei figli….Sono contenta perchè siamo in contatto e loro spesso vengono qui ,nelle montagne di Torino,a trovarci.Io ho avuto la fortuna di andarci,ne sono rimasta entusiasta.
    Eh si ci va coraggio a fare queste scelte…io personalmente non so se ci riuscirei…ma…mai dire mai!

  11. Io concordo con chi dice che il grande ostacolo è trovare il coraggio di fare il salto.
    Seguo spessissimo anch’io Italiansinfuga, mi sono vista tutti i video di Aldo.
    E credo che persone come lui possano aiutare chi, come me ma anche come altri, avrebbero voglia di andare a vivere all’estero ma non hanno il coraggio di lasciare il certo (anche se precario) per l’incerto.

  12. Io queste cose non le devo leggere… mi sta già venendo voglia di partire. Barbara, tu sei pronta? 😉

  13. …che dire…ho già vissuto in America per un pò…ho fatto una vita diciamo moolto agiata, e fatto cose e viaggi indimenticabili grazie ad una mia cara amica americana…sono tornata…perchè mi mancava casa, qui nelle mie Marche, vivo in collina..a due passi dal mare, dalla Riviera Adriatica, e dai Monti Sibillini, una vita semplica, genuina, dove è bello anche annoiarsi…..e non per forsa devo passare le domeniche al waterpark…tristissimo e fintissimo… è bello l’affetto di chi ti vuole bene, e di chi ti conosce….
    Il lavoro?..perchè è così importante la carriera? guadagnare? se poi stai in ufficio 14 ore al giorno, guadagni magari l’equivalente di 4000 euro al mese, hai una casa enorme (come quelle americane), mandi i bimbi al nido quando ancora hanno solo bisogno di te, e ti perdi le loro vite…e si perchè il tempo non torna indietro……
    Ti perdi i tuoi che si invecchiano, ti perdi, gli abbracci, i pianti, le gioie di una gravidanza condivisa in famiglia, ti perdi il calore che è quello che una grande famiglia può darti…
    I pro di crescere i figli all’estero sono tantissimi… tutti quelli che hanno spinto mia sorella a vivere a Londra, con il compagno e il figlioletto…vita agiata, vacanze infinite, una bellissima casa…ma allora perchè quando ci viene a trovare ora che ha il bimbo non vorrebbe più partire?????

  14. Proprio il post che mi serviva!
    Devo dire che decidere di “partire” senza figli è diverso che partire con i figli. Io sento ora molta più responsabilità nella scelta che stiamo facendo rispetto a quella intrapresa 6 anni fa di vivere negli States quando PF non c’era. Mi è stato decisamente facile fare i bagagli ed andare all’avventura allora. Ora abbiamo passato 2 mesi a pensare, a ponderare, a valutare, a discutere, a stendere piani, a farci venire paturnie…
    Una volta presa la decisione, poi rimane solo la voglia di buttarsi, ma decidere non è per niente facile. Che ansia, ragazzi…

  15. Chiara b

    Io abito in Cina dal 2004, mi trovo molto bene, a parte l’ inquinamento che e’ davvero il mio cruccio, il resto e’ tutto o quasi positivo, le bambine vanno in una scuola internazionale, a 3 anni parlano gia’ 3 lingue e conoscono bambini e tradizioni provenienti da tutto il mondo.
    Consiglio caldamente un’ esperienza all’ estero!

    • lau

      Hola a tuttx!
      Ni hao Chiara!
      Sono una mamma, originaria di Vicenza, con un passato non molto lontano (nel tempo e nel desiderio), di backpacker a giro per il mondo.
      Da 5 anni vivo in Argentina, dove ho scelto di far nascere la mia piccola.Non ho con questa terra vincoli di sangue, ma sento fortemente l’orgoglio di un paese che si sta ricostruendo dalle rovine, sociali ed economiche, di decenni di gestione politica catastrofica e di una dittatura militare che ha razziato la più tenera gioventù locale.
      Dal 2003 l’Argentina è nuovamente una nazione degna, amministrata con intelligenza e con politiche di grande rispetto e fomento dei diritti umani.
      Vi sembrerà forse una scelta,la mia, molto idealista..pensate però che le idee si fanno atto, si incarnano in realtà:la realtà che viviamo io e mia figlia riempie di speranza, se non ancora di gioia: tanto, tanto ancora da fare!
      La mia piccola cresce intanto con la sua mamma che insegna italiano, inglese ed olandese [anvedi! i “matti” che vogliono imparare lingue strane li trovi a tutte le latitudini! ; ) ]; cresce bilingue,e mangiando troppa carne, come tutti gli argentini..ma qui è così buona!
      Interpello Chiara per un consiglio, ed appoggio..morale: progetto di tornare in Cina, spero l’anno prossimo, o al massimo fra 2, per dare un passo avanti per quanto riguarda la mia formazione, e per migliorare le mie capacità di apportare all’economia familiare: ho intenzione di tornare per avanzare nello studio del cinese mandarino, che ho lasciato a congelare dai tempi dell’ università.Chiara, se hai la possibilità/desiderio di orientarmi..ti ringrazio! La priorità quanto al luogo,è per mia figlia: una località vivibile, con buone scuole internazionali per lai, ed una buona università per me.Io intanto risparmio, progetto, e preparo cibo cinese che a lei piace tanto!Un abbraccio a voi tuttx..Hasta la victoria!

  16. Come spiega molto bene Aldo, emigrare ha sia lati positivi che lati negativi, che vanno seriamente valutati e ponderati. Nella conquista di nuove cose c’è sempre la mancanza di quello che si è lasciato. Vanno messi in conto spicchi ampi di solitudine con cui fare i conti, la lontananza dai cari soprattutto quando avrebbero bisogno della tua presenza, la difficoltà di ricrearti i tuoi spazi lavorativi e sociali ricominciando da zero. A fronte di questo possono essere opportunità che in Italia non riuscirai mai a conquistare, più serenità nella qualità della vita, più consapevolezza di quello che sei e di dove vai.
    Ho vissuto un mese a Melbourne, è una città che ho amato tantissimo. Sulle scuole non so dire nulla, ma sul sole è come dice Aldo. Io sono stata quando lì era inverno e dovevo mettere una protezione alta sul viso ugualmente!

  17. Nannapupon

    Ho viaggiato abbastanza ma soprattutto in posti molto diversi (america asia, medio oriente, europa) e devo dire che per ora ho soddisfatto abbastanza la mia voglia di girare pero’…Pero’ non ho dimenticato che quello che mi serve di piu’ e’ poter spesso cambiare punto di osservazione della realtà. Viaggiare, trasferirsi secondo me ti offre questa enorme possibilità. Tutto assume proporzioni diverse e si imparano nuovi modi di affrontare le situazioni. Ora che ho due bimbi piccoli (e un marito ) cerco di dare loro questa oppurtunità come regola di vita: abbiamo già cambiato casa , regione e contesto (dalla città alla campagna) e devo dire che ha richiesto un bella capacità di adattamento e flessibilità. Non escludo di rifarlo (anche provando fuori dai confini nazionali) perche’ e’ davvero arricchente e poi tornare a casa diventa dolcissimo: si ritrovano tutte le persone care e se ne aggiungono di nuove in ogni posto in cui ci ritrova a vivere!

  18. BonzoMamma

    Ho letteralmente divorato l’articolo e i commenti, per noi anche questo salto è spesso oggetto di discussioni e di progetti, calcolando che mia madre ci seguirebbe a ruota, anzi partirebbe prima forse di noi… non avrei il problema dell’assenza della mia famiglia. Però sono io quella che non vuole lasciare la mia Roma, i ricordi di mio padre all’ombra del Foro Romano che mi spiega gli antichi romani, i sanpietrini distruggi tacchi, il tramonto dietro il vittoriano… I primi passi dei miei figli a campo de fiori e la mia piccolissima e adorata Casa dello Gnomo, i miei amici che sono da 20 anni la mia famiglia scelta.
    Però mi rendo conto che per i Bonzi sarà importante parlare inglese. Allora ci siamo trovati una soluzione temporanea e fin da questa estate passeremo grazie al lavoro di Ing. BonzoBabbo due mesi all’estero, permettendo loro di immergersi in una cultura straniera… l’esperienza di Elasti nella cittadina di A. mi ha ispirato questa scelta. Forse è poco, ma è comunque qualche cosa…

  19. mio marito non si è voluto mai spostare quindi ho deciso che emigrerò se i miei figli vorranno andarsene e soprattutto se a quel punto mi vorranno con loro:-) ma l’austraial e veramente troppo lontana non sò nemmeno se in tutto l’arco della mia vita riuscirò ad andarci almeno una volta!

  20. cristina

    Ciao!
    noi ci stiamo preparando ad emigrare in Australia per il 2012, le motivazioni nostre sono più o meno le stesse della tua famiglia: dove crescere un figlio (che oggi ha solo 3 anni) e dove vivere sereni la nostra vecchiaia!

    Il prossimo anno viaggio esplorativo a Perth per cercare il “sobborgo giusto”!

    Non siano stanziali ma finora ci siamo mossi sempre e solo all’interno dell’Italia, rassegnandoci al fatto che tutta Italia è un paese, anche se cambi regione, tutto il resto non cambia, crediamo che il trasferimento a Perth sarà quello decisivo e definitivo!

    Grazie per questo splendido ed utilissimo web site!
    Cristina

    • In bocca al lupo, chissà come sarà emozionante trasferirvi fin là, e bello, e tutto nelle vostre mani. Godetevi l’Australia

      • cristina

        si credo che sarà bello, a noi piace molto il mare pulito (abbiamo vissuto sul mare in Italia ma sempre a fare i conti con l’inquinamento) , la vita senza particolari “problemi” burocratici e scocciature inutili, in un ambiente sano e pulito contraddistinto da istituzioni integre e rispettose!.

        OLtretutto non vogliamo che ns figlio cresca nell’ambiente malsano di un paese NUCLEARIZZATO contro il volere della popolazione!

        Siamo agevolati nei ns progetti dal fatto che il bambino farà homeschooling, quindi potremo godercela fintanto che non andrà al college, ed allora sarà sufficientemente grande per viversi la sua vita

        🙂

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