Come fai a far tutto? No, davvero, io non ci riesco!
Pubblicato il 28 Ottobre 2010 da Mamma Felice • Ultima revisione: 7 Agosto 2014
Questo è un articolo strano, che nasce da un’idea di Letizia BPG. Un articolo strano perchè ha avuto una gestazione lunghissima, di circa un mese, e si è sviluppato in un voracissimo thread via email, in cui erano presenti anche Claudia e Silvia e Serena di GC, e si è concluso con una decisione: oggi, 28 Ottobre, scriveremo tutte lo stesso post! Divertente e strano perchè per me è stato come una rivelazione: avete presente la sensazione di origliare per caso da una porta, e sentire cosa le persone pensano di voi? Io ho potuto apprenderlo dal vivo, e posso affermare con sicurezza che voi mi sopravvalutate!
Letizia mi ha definita inspiring. Un bellissimo complimento, ma che agitazione!
Perchè io no, davvero, non ce la faccio a fare tutto. Non sono ancora diventata la persona che vorrei essere, non riesco a chiudere la giornata finendo tutti i lavori che devo fare, non riesco a rispondere a tutte le email… e non riesco certamente a fare il pane in casa tutte le mattine, ad avere la casa splendidamente in ordine e a preparare tutti i giorni dei pranzetti succulenti!
Vorrei fare outing, se ancora servisse: io ogni tanto mangio al McDonald’s, e mi piace pure. Ogni tanto compro le buste di insalata pronta (tipo ieri, per esempio). Io metto i vestiti non stirati, e per stirare i jeans e le polo di mio marito, aspetto la visita della suocera (Elsa, scusa, devo confessare apertamente). Io certe volte butto i calzini per terra e li trovo dopo due giorni sotto il letto. Io ho comprato il piumino con copripiumino Ikea per non dover rifare il letto, visto che non credo di averlo mai rifatto in vita mia, tranne che durante le ispezioni dei parenti. Io sono una cicciona a dieta. Io sono una che ha avuto una vita incasinatissima, che ancora non è risolta, e piango, urlo e dico anche delle brutte parolacce (non davanti a Dafne, però…). Io non so cucire, e quando mi metto in testa di saperlo fare, riesco a rompere gli aghi della macchina e il filo mi si spezza continuamente e io maledico tutti i santi di pannolenci del mondo ultraterreno. Io mi definisco una persona banale, e lo dico con orgoglio e senza disprezzo: dopo una vita passata a non sentirmi come gli altri, la mia normale banalità è una conquista fortemente desiderata.
Io no, davvero: io non riesco a fare tutto. E ammetto, senza un minimo di vergogna, che ‘fare tutto‘ non rientra minimamente nelle mie priorità. Io, fondamentalmente, me ne frego. Me ne frego che la vita sia una folle corsa verso l’infinito: io sono asmatica, e non corro.
Così, ecco, questa è la mia giornata. Di ora in ora. Adesso per favore ditemi che anche la vostra giornata è come la mia, e facciamo pari e patta. E la prossima volta che pensate che io sono ‘bravizzima‘ perchè faccio un mucchio di cose, rivolgete la frase contro voi stesse e dite: IO sono bravissima e faccio un mucchio di cose! :cuore:
Una giornata tipo
ore 7.00
La sveglia. Dafne è in catalessi: ci mette un’ora a riprendersi. Sembra un’adolescente nel corpo di una treenne. Sono una mamma bravissima: ieri sera ho preparato già i vestitini da metterle oggi, così non dovremo litigare davanti all’armadio perchè lei vuole i pantaloni a fiori, la maglia a righe e pure il cappello estivo.
Io ho il compito di far bere il latte a Dafne, che tiene abbracciato il biberon per 20 minuti e non si smuove. Poi si va in bagno: pipì, faccia, denti, crema, profumo, capelli… peggio che una beauty farm. Quando si stufa, inizia a scappare nuda per casa. La convinco ad andare sul tappeto della sua cameretta, e mentre suona lo xilofono con un mestolo della cucina, riesco a infilarle i vestiti. Per le scarpe vuole assolutamente Nestore.
ore 8.00
Nestore porta Dafne all’asilo; a lui affido diecimila indicazioni e comunicazioni per le maestre, e non ne ricorderà nemmeno una. Io nel frattempo carico la lavatrice (e se mi ricordo la aziono pure), mi vesto (beh, mi metto la tuta), scrivo l’almanacco, leggo le prime email, cancello lo spam, mi riprendo.
ore 8.30
Io e Nestore facciamo colazione-riunione: prendiamo un caffettone e parliamo della giornata lavorativa, oppure litighiamo. Cosa c’è da fare, a chi bisogna scrivere, quali fatture sono da stampare, quali offerte da preparare… La nostra giornata lavorativa inizia.
ore 9.00
Devo scrivere almeno 7 articoli, senza considerare l’arretrato che ho accumulato per lavoro (non ci voglio pensare). Rispondo ai commenti, mando offerte, scrivo altri articoli, preparo il calendario editoriale di qualcuno dei 3mila siti che gestisco, risolvo qualche casino.
In queste 3 ore di lavoro dovrò cercare di incastrare anche una serie di attività arretrate: rispondere a 50 email (stima per difetto), fare la spesa online per la prossima settimana (l’unico svantaggio della spesa online è che ci devi pensare con una settimana di anticipo, altrimenti il giorno di consegna viene occupato dagli altri), cucire quel benedetto meitai da bambini che sto progettando da circa 1 mese (lasciamo perdere, va…), raccogliere la roba stesa e buttarla sulla sedia nell’ingresso (dove resterà per circa 10 giorni, finchè Nestore, esasperato, non mi minaccerà di morte per costringermi a piegarla e a metterla nei cassetti), e magari anche preparare un’attività da fare nel pomeriggio insieme a Dafne: dobbiamo inventarci un nuovo gioco del memory e giocare al negozio!
ore 12.00
Scaldo il pranzo preparato la sera prima e butto giù la pasta fresca: 1 minuto di cottura, il tempo di finire l’email che stavo per spedire (stavolta non ho nemmeno bruciato il pranzo). Mangiamo sereni, chiacchieriamo, parliamo di lavoro e anche no. Nel frattempo, tra una parola e l’altra, rispondiamo a una chat di lavoro, scriviamo due email, mandiamo le offerte e io finisco il lavoro urgente che dovevo consegnare 3 mesi fa.
ore 14.00
Arriva il camioncino della frutta e verdura: sento suonare il clacson e mi precipito giù. Devo correre, prima che mi passino tutte davanti: sono anziane, ma velocissime. La signora con la stampella corre più veloce di me!
Dopo aver messo a posto le verdure, mi resta il tempo di finire quel progetto che meditavo da mesi (o forse no) e farmi una doccia.
ore 16.30
Si va a prendere Dafne a scuola. Mi faccio lasciare da Nestore alla Coop, mentre lui va a prendere Dafne all’asilo: incastrati come in un tetris vivente, dobbiamo essere sincronizzati al massimo, altrimenti Dafne in macchina inizierà a lamentarsi. Ho esattamente 12 minuti per arraffare dagli scaffali una parvenza di cena, trovare le penne che mi servono, pagare e farmi trovare nel posto convenuto all’ora x. Mentre ci sono, prendo dal banco gastronomia una porzione di lasagne verdi alla bolognese e una porzione di fesa di tacchino al limone, così quando arrivo a casa posso congelare tutto in piccole porzioni, e avrò risolto il problema di N cene di Dafne, per quelle sere che arrivo lunga e non ho preparato niente.
ore 17.30
Gioco con Dafne e pulisco le verdure. Mentre lavo a una a una le foglie di uno dei due enormi mazzi di coste che ho comprato ieri con la spesa online, mi maledico per la pessima scelta.
Ho 4 fuochi accesi e il forno che sta scaldando. In cucina ci sono 40 gradi e un’umidità del 400%.
Nel frattempo, tra una mescolata e l’altra, gioco con Dafne, la libero dalla colla che si è spalmata addosso, placo uno dei suoi capricci e cerco, almeno per questa volta, di non bruciare niente.
Tappa in bagno per lavarsi, spalmarsi la crema, mettersi un cerotto, fare pipì, spruzzare l’acqua per terra e correre nuda per casa mentre tento di infilarle di nuovo le mutande. Vorrei avere dei pattini!
Nel frattempo Nestore, che smadonna su un codice, ogni 10 minuti mi chiede: Sta bruciando qualcosa?
Mi sento sotto pressione.
ore 18.30
Ingaggio una lotta all’ultimo sangue con Dafne: devo prenderle le misure perchè ho chiesto a Elsa, mia suocera, di cucirle un vestitino da Pippi Calzelunghe per Halloween. Non so nemmeno da che parte si cominci, e la piccola ribelle non collabora. Mi serve qualcosa di forte.
ore 19.00
Si cena. Scaldo il mezzo pollo che ho arraffato alla Coop e condisco l’insalata (in busta), sbuccio le barbabietole e cipolle cotte al forno che ho comprato all’esselunga. Nella mia spesa fast and furious ho comprato anche dei panini integrali: stasera c’è il pane! Chissà se domani mi ricordo di accendere la macchina del pane?
Mentre Dafne e Nestore litigano per sedersi a tavola, perchè Dafne vuole vedere Pippi Calzelunghe o altre amenità simili, preparo le verdure per domani: le metto nei contenitori da microonde, così domani a pranzo e cena avremo tutto pronto, e stavolta non sarà un’insalata in busta. Nel frattempo inforno la torta di coste e formaggio, sperando di non farla bruciare.
Dafne rovescia l’acqua circa 7 volte, vuole cambiare due piatti e 3 bicchieri (ha deciso che le piace bere e poi sputare l’acqua nel bicchiere) e il tutto deve corrispondere alla sua scala cromatica: piatto verde con bicchiere verde, piatto arancione con bicchiere arancione, piatto rosa con bicchiere fucsia. Mangia due bocconi e poi vorrebbe il gelato. Col cacchio. Tra un capriccio e l’altro cantiamo la canzone di Pippi, ascoltiamo cosa ha fatto all’asilo (ma la traduzione del discorso non è pervenuta) e le diciamo di togliersi le dita dal naso e non mangiarsi le caccole. Io e Nestore cerchiamo un dialogo tra un moccolo e un Mentana.
ore 20.00
Questo è il mio momento segreto. Mi alzo da tavola, molto scorrettamente, abbandonando Nestore nelle grinfie di Dafne. Mi dedico 15 minuti di solitudine davanti al PC, per leggere le notizie, rispondere a qualche amica, leggere i feed rss o semplicemente fare un giro su facebook. Se Nestore è troppo stanco, faccio finta di andare in bagno e faccio le parole crociate: questi 15 minuti di isolamento li pretendo dalla vita!
ore 20.30
Nestore sparecchia, carica la lavastoviglie, pulisce la cucina e prepara i sacchi dell’immondizia da buttare domattina. Io amo quest’uomo. Io nel frattempo mi spalmo sul lettone con Dafne, per preparare le decorazioni di Halloween e leggere insieme una storia della buonanotte. Scegliamo una delle Fiabe Sonore, e la leggo ad alta voce, facendo le voci e leggendo le filastrocche in rima, tra uno sbadiglio e l’altro. Dentro di me prego che Dafne si addormenti in fretta, ma ovviamente non sarà così.
Nestore porta il ‘cacche ciato bon‘, ovvero il biberon con il latte al cioccolato (io l’ho detto che è straniera, questa bambina) e Dafne beve il suo lattone serale, si alza dal letto ancora 300 volte per farsi rincorrere, si posiziona in bilico sul poggiolo del divano e crolla.
ore 22.00
Finisco il mio lavoro. Io e Nestore siamo di nuovo seduti alla scrivania e rincorriamo le scadenze. Anche oggi non riuscirò a finire tutto quello che dovevo finire… pazienza!
ore 24.00
Mi metto il pigiama e mi lancio sul letto. Guardo un po’ di TV, tento di leggere qualche pagina del libro che ho iniziato, e sento che mi si chiudono gli occhi. Vorrei un gin lemon, ma non posso. Magari stasera vado a letto prima dell’una, posso farcela. O magari no. Tanto domani si corre di nuovo, e non ho nemmeno il tempo di lamentarmene.
Massì, va bene così: in fondo vivere mi piace molto di più che dormire.
sono una neo lettrice del blog e pensa che per mezzo post pensavo che nestore fosse un peluche della bimba!:))
comunque vorrei toccare un topic di cui non c’è traccia: io quando non tramortisco sul divano o appesa al lettino con un braccio formicolante e dolorante, ma sono abbastanza sveglia da poter pensare “adesso voglio proprio fare…” non riesco a finire di formulare il pensiero che lui mi zompa addosso di soppiatto e a tradimento e come dire di no? però anche balzac (c’è sulla smemo… 🙂 diceva che una notte d’amore è un libro letto in meno… e quindi? la lista delle cose da fare è sempre lì pesante come un macigno ed è anche un po’ avvilente….
Grazie Grazie Grazie!!! perchè nella tua giornata incasinatissima trovi anche il tempo di leggere nel pensiero di noi altre mamme. Proprio ieri sera ho inchiodato marito al muro implorando di ascoltare le mie turbe riguardo il non riuscire a combinare un tubo in tutta la giornata e stasera apro il tuo blog (sì, confesso, ti leggo da un po’…sei anche mia concittadina!! 😉 )e trovo questo articolo. Bè, la mia situazione è un po’ diversa, io ho 2 teppisti di 15 mesi che mi frullano intorno tutto il giorno, ma non ho ancora ripreso a lavorare (se non me li prendono al nido dove li metto?) ma quando rientrerò a orario pieno…bah…meglio non pensarci che già ora la sera crollo sul letto alle 22.
Grazie Barbara, perchè mi fai tornare a sentire in sintonia col mondo 😀
Angy, con due bimbi di 15 mesi sei già fantastica a sopravvivere! 😉
ore 6 recupero dalla pila di robe da stirare dei vestiti del giorno e stiro
nano (11mesi) sveglio alle 6.30 colazione ore
7.30 tutti fuori papà accompagna al nido
8.00 ufficio
17.00 esco dall’ufficio fra gli sguardi torvi dei colleghi che mi vedono come la casalinga che lava/stira/impasta
17.30 ritiro nano al nido
17.30-18.00 approvvigionamento cena
18.00-18.15 cena nano
18.30-19 mentre nano digerisce faccio cena e fra le urla che richiedono attenzioni non è simpatico fingersi cuoca appassionata
19.30 nano dorme e maschio alfa rientra
19.31 maschio alfa alza il sopracciglio davanti alla cena
19.32 pulsioni omicide
19.33 razionalità riprende il comando
19.30-20 cena chiacchiere riordino cucina
oltre le 20 sono morta la casa è una merda nulla è stirato il pavimento è sporco e c’è disordine ovunque
bello eh?
eh eh eh mal comune mezzo gaudio, nel mio caso mi associo a Pattyz ma (per fortuna) io devo moltiplicare “solo” per due mostri ma dividere gli adulti, in pratica sono io a far tutto e non ho neppure qualcuno con cui litigare o ridere quando le cose vanno miracolosamente bene 😉
Aggiungici le litigate con il quasi ex-marito e la ricerca di qualcosa che mi manca personalmente (perchè io non lo so mica se riesco a vivere sola per tutta la vita) e completiamo il quadro, una mezza catastrofe macchisenefrega
No, dai, il 2011 sarà l’anno della tua riscossa!
Sono ancora qui che rido… …. adoro il tuo stile
Ma grazie!
Ao, ma questo è il paradiso delle mamme con i sensi di colpa tipo me! Ora mi tatuo il tuo blog, così mi ricordo di passarci…
ok diciamo che su certe cose mi ritrovo in te mamma mia, pero devi essere onesta con te stessa, tesoro tu lavori e il doppio di molte altre ti abbraccio forte forte
Grazie ragazze! Adesso capisco che l’importante non e’ fare tutto e bene ma fare bene le poche cose ci ci prefriggiamo. questi spunti sono davvero un toccasana per il mio morale tante volte sotto i piedi. Sei e tutte voi siete delle donne mamme amiche insostituibili
Ho appena letto il post e devo dire che ognuna di noi si riconosce in te Mammafelice. Io sono una di quelle che vorrebbe, e sottolineo vorrebbe, fare tutto e nel modo migliore, ma si sa, non si possono fare tante cose bene pertanto alla fine trascuro qualcosa e il mio obiettivo è presto allontanato. FAccio come posso mi alzo anche io alle sette e la mia giornata finisce, se va bene a mezzanotte! E, naturalmente se la gionata fosse costituita da 48 ore ci sarebbe da fare per tutta la durata delle 48 ore! Penso che siamo tutte nelle stessa barca! Cerchiamo di remare ogni giorno e non di affondare!!!!