Giocare con i numeri
Pubblicato il 14 Maggio 2010 da Mamma Felice • Ultima revisione: 20 Marzo 2015
La scorsa settimana Nali mi ha chiesto qualche idea per insegnare al suo bimbo a riconoscere i numeri e le quantità, e io mi sono appoggiata come sempre al mio libro ‘Montessori, la scoperta del bambino’ e ai blog montessoriani che leggo abitualmente, per cercare qualche giochino/esercizio da suggerirle.
Ho tuttavia intitolato l’articolo ‘Giocare con i numeri’, perchè credo fermamente che dobbiamo resistere, come genitori, ad anticipare le tappe di apprendimento dei bambini. Li scolarizziamo troppo presto, gli insegniamo a leggere e scrivere già alla scuola dell’infanzia… e poi arrivano in prima elementare che sono annoiatissimi, perchè il programma di prima prevede di ripetere le lettere una ad una (e magari con un metodo diverso) e questo rappresenta una grande scocciatura, che si trasforma in disinnamoramento.
L’ho provato anche io, e devo dire che la scuola mi è sempre stata antipatica: ho iniziato col piede sbagliato, e ricordo perfettamente che fingevo (o mi facevo venire veramente) dei gran mal di pancia, pur di non andare a sorbirmi quelle enorme pagine di A e B tutte insieme.
Quindi io voto sempre per il gioco libero, e soprattutto per l’autocorrezione. Credo che questi giochi debbano avvenire in modo libero e spontaneo, senza la nostra direzione, senza la nostra correzione. Invece molto spesso abbiamo la tendenza a dire ai bambini: no, non si gioca così, il puzzle va fatto in questo modo; no, non è quello il due; no, quella non è la m di mamma… e così via.
E perchè? Perché correggere un bambino in età prescolare per insegnargli COME secondo noi si fa a giocare? Non sarebbe meglio che fosse LUI ad insegnare a noi come NON si fa a giocare? 😉
Per questo mi piacciono tantissimo i giocattoli non convenzionali: nuovi usi per vecchi oggetti! I cucchiai di legno, le ciotoline della cucina, le mollette del bucato… che noia i giochi ‘preconfezionati’ che sono sempre uguali a se stessi! I nostri bimbi avranno il tempo di timbrare il cartellino quando saranno grandi… purtroppo!
Comunque torniamo ai numeri…
Cap. XVIII Insegnamento della numerazione e avviamento all’aritmetica.
Dopo aver parlato di aste numeriche e cartoncini smerigliati, si passa agli esercizi di associazione tra segno grafico e quantità:
Ho fatto costruire due casellari per numeri: essi consistono in una tavoletta orizzontale divisa in cinque parti da piccole cornici rilevate, ed entro ogni cornice possono deporvisi degli oggetti: e da una tavoletta verticale unita ad angolo retto alla prima, pure divisa in cinque parti da linee verticali semplicemente disegnate; dentro ogni spazio sta una cifra. Nel primo casellario le cifre sono:0, 1, 2, 3, 4; e nel secondo: 5, 6, 7, 8, 9.
L’esercizio è semplice: si tratta di deporre entro il quadro del piano orizzontale un numero di oggetti corrispondente alla cifra disegnata sul piano verticale. Si danno al bambino piccoli oggetti diversi per rendere vario l’esercizio: io uso dei piccoli fusi che faccio appositamente fabbricare; i cubetti di Froebel; e i dischi che si usano nel gioco della dama. Posto un gruppo di tali oggetti accanto al bambino, egli deve collocarli a posto; cioè per es. mettere un disco in corrispondenza de’1; due dischi in corrispondenza del 2, ecc. Quando ha creduto di finire, e bene, chiama la direttrice perchè verifichi.
Sull’onda di queste situazioni, ecco alcune soluzioni pratiche ed economiche che ho visto sul blog di Leptir e che secondo me sono bellissime (si tratta di un blog in lingua straniera, ma le foto parlano da sè):
– Scoiattoli: tesserine con scoiattolini disegnati e nocciole che fanno da pedine;
– Scovolini e perline di legno: si utilizzano gli scovolini delle pipe per infilarvi le perline di legno… perfetto per conciliare la matematica con gli esercizi di precisione:
– Mango: associare alle figure la mollettina con il numero corrispondente alle quantità di mango disegnate sui cartoncini;
– Mele: somme e associazioni realizzate con cartoncini che riproducono alberi di mele.
Tra qualche ora pubblicherò qualche carta tematica relativa a questi giochi con i numeri, così, se non avete il tempo di prepararli da sole, potete sempre scaricarli da qui 😉
Foto: Gonzaga Arredi.
Per me è stato proprio così. Sono arrivata in prima elementare che già scrivevo e sapevo riconoscere le lettere. Mi annoiavo a morte e a volte facevo anche finta di non capire. 🙁
E’ durata per tutte le elementari!!
Ora non cerco di stimolare troppo la mia bimba (ha 21 mesi!) ma capisco che a volte è lei a chiedermelo. Non pensavo potesse e sapesse giocare a memory e l’ho scoperto solo quando a casa di amici l’ho vista riconoscere tesserine di legno e finire puzzle.
Ora comincia a contare con le dita.
Nel suo asilo usano metodi montessoriani, e saro’ felice di scaricare le nuove carte tematiche!
Che belle idee!!! Grazie (sei impeccabile come sempre!)
Grazie per queste belle idee. Solo di recente, leggendo qua e là, mi sono resa conto anche io che non è proprio il caso di anticipare i tempi con la scrittura o i numeri. La mia prima bimba ha 4 anni e mi fa sempre vedere che scrive papiri di geroglifici (si scrive così? 🙄 ) e io le chiedo di leggermeli senza proporle lettere o numeri “veri” lasciando che si esprima così, senza incanalarla, questa è l’età della fantasia e della spensieratezza, facciamogliela vivere !
E’ difficile calibrare bene le informazioni da dare ai bimbi: mediare tra la loro curiosità, che va sempre soddisfatta, e la nostra vanità di vederli fare una cosa prima degli altri.
Io non corro questo pericolo: Dafne ha due anni e mezzo e ha iniziato a parlare da appena 3 mesi. E’ ritardataria, da questo punto di vista. Ma so per certo che riconosce già delle lettere (la M di mamma, l’accento di papà) ed è bravissima nei puzzle e con le forme. Davvero non so se preoccuparmi e andare da una logopedista, o se lasciare che segua i suoi tempi…
Per fortuna almeno da noi a scuola non imparano a scrivere copiando pagine di A, B ecc. ma usano metodi un pò diversi, anche perchè i bambini sono molto più avanti..si corre troppo, i miei figli per mio volere sono andati a scuola che sapevano scrivere il loro nome, conoscevano lettere e numeri ma non scrivevano le parole se non qualcosa copiato. Perchè davvero per loro poi sarebbe stata una gran noia…Hanno tanto tempo per imparare, facciamoli crescere con i loro tempi.
Saruccia sa scrivere il suo nome e il suo cognome, sa con che lettera inizia il mio nome e quello del papà (e poi le lettere restanti le scrive giuste, ma in ordine sparso 😆 ).
Riconosce sia le lettere che i numeri ma, per il momento non sa scrivere.
E dopotutto forse ha ragione fiocco: non affrettiamo troppo le cose. 😉
Ciao Barbara!!Non sono d’accordo sul termine “scolarizzare precoce”.Già con questo vedi in negativo la scuola.(Il che potrebbe starci).Io a tre anni già scrivevo e leggevo un pò.A quattro giocavo con i quadretti delle Roselline.Delle elementari mi piaceva saper fare meglio di tutti le cose, ma io avevo una maestra che era molto flessibile.Semplicemente diversificava le cose secondo il tuo livello.Ora, io sono per il gioco-apprendimento/conoscenza ad oltranza.Minimo fino alle medie.Anche adesso che sono adulta(e penso anche voi)adoro scoprire cose nuove sotto forma di gioco.Ora il problema è che qualsiasi cosa va fatta con serenità.E la serenità implica che se tuo figlio di tre anni preferisce giocare a comporre frasi o fare puzzle da 50 pezzi, che altri giochi più adatti alla sua età, tu mamma non devi forzarlo a non farlo.(vedi termine precoce).Come ovviamente vale il viceversa.
Baci uffa.
Sono d’accordissimo con te: rispettare i tempi e le curiosità dei bambini, sempre.
Non sono molto convinta della flessibilità degli insegnanti di oggi: non dimentichiamoci che ai nostri tempi c’erano le compresenze, e c’erano 2-3 maestri (per lo meno ai MIEI tempi) ed ora c’è il maestro unico. Onestamente credo che in questa situazione (orrenda) anche il miglior maestro faccia fatica ad essere flessibile, e che purtroppo maestro unico = standardizzazione.
Io ringrazio non so chi, ma ho avuta la maestra unica per tutte le elementari e adesso che vivo in rep dominicana e che insieme ad altre mamme ho aperto una scuola montessori bilingue inglese spagnolo senza fini di lucro, credo fermamente che ai bambini occorre dargli una persona di riferimento per lo meno fino ai 6 anni, e, secondo il mio parere personale, anche oltre.
I bambini hanno bisogno di riferimenti e una maestra unica che li accompagni nei primi anni del loro apprendimento é fondamentale.
Chi volesse aiutare nel nostro progetto o semplicemente incuriosirsi puó visitare la pagina http://www.tioconejolasterrenas.com. Le risorse sono poche, la voglia di aiutare é tanta. Buenas noches. Susy
Grazie per le idee, alla mia principessa piaceranno, soprattutto perchè sceglieremo insieme le attività. Sono d’accordo anch’io con il seguire i tempi e fare le cose in modo sereno. Mi piace l’idea di poter trasmettere alle mie bimbe messaggi positivi, tra cui l’apprendimento, che non sia solo scolastico. Credo che ogniuno agisca in base al suo vissuto, più o meno. Io cerco di “muovermi” in base al carattere che hanno(una ha 4anni, l’altra 15mesi). Comunque grazie, questo blog è una risorsa.
io a poco più di 3 anni leggevo tutte le lettere, e verso i 5 scrivevo il mio nome. alle elementari non ho mai avuto problemi di noia, ci sono solo rimasta male quando la maestra (vecchio stile, zitella e acida) non mi ha fatto i complimenti per essere già in grado di scrivere, come invece mi aspettavo. per il resto ero troppo impegnata a perfezionare e dimparare altro, per sentire la noia.
e spero vivamente che il programma di prima elementare non sia incentrato sulla conoscenza di numeri e lettere oltre i primi 2-3 mesi, perchè mi tufferei nell’homeschooling senza pensarci troppo, in caso.
ficoooo questo gioco
anche a me non piace la “scolarizzazione” precoce, non voglio che per loro i libri e gli esercizi diventino un obbligo noioso come mettere a posto i giochi!e infatti camilla scrive il suo nome e “MAMMA”, lucia conta fino a 20, ma nessuna delle tre sa fare i miracoli!
però io a 4-5 anni ricordo che facevo scrivere a mia nonna i nomi delle vicine di casa e poi li ricopiavo, ho imparato a scrivere così e non mi è mai pesato nè studiare, nè andare a scuola…
ps ho provato le polpette agli spinaci…bboneee!
Mamma Felice, grazie!
Thank you for featuring my activities here! I’m so flattered.
Kisses from Croatia 🙂
Thanks to you, Leptir. We love your ideas!
sembre belle idee, io sono per un apprendimento graduale, non dobbiamo insegnare ai nostri bambini tante NOZIONI, per quelle c’è la scuola a tempo debito, piuttosto dobbiamo insegnargli la solidità emotiva che è ben altra cosa e la strada è molto più difficle! mi viene in mente a questo proposito che devo fare un post su un libro che ho letto …
Bella la frase ‘solidità emotiva’, mi piace molto!
Come voi, anch’io pensavo che anticipare l’apprendimento fosse negativo per i bambini, io stessa sapevo leggere benissimo all’età di 5 anni e a scuola mi sono annoiata, per di più leggevo troppo e anche di notte e questo mi ha causato una miopia abbastanza elevata. Ma dopo aver letto i libri di Glenn Doman ho cambiato radicalmente idea. Il fatto è che più si apprende in tenera età (fino a 5 anni circa) più l’intelligenza AUMENTA. In più ci sono cose che se non impari prestissimo, poi farai una fatica boia ad imparare (come le lingue). Non preoccupatevi di “rubare l’infanzia” a vostro figlio, i bambini si DIVERTONO MOLTISSIMO ad imparare (nel modo giusto).
Ciao, Sara.
Ho imparato a leggere intorno ai tre anni (ma solo lo stampato maiuscolo e minuscolo, il corsivo è rimasto un mistero fino alle elementari!) e anche Sara (dieci anni) e Francesco (sei) sono andati a scuola sapendo già leggere, e sapendo scrivere qualcosina: i loro nomi e qualche parolina semplice. Nessuno ha sofferto di noia sui banchi di scuola, Franci per ora è molto felice di partire un po’ “avvantaggiato” e col suo carattere ansioso può stare più tranquillo!
Quello che penso sia importante è seguire il desiderio dei bimbi: entrambi erano molto curiosi verso le lettere (calamite sul frigorifero!) e l’avvicinamento alla lettura è stato del tutto naturale. Il piccolo di casa (quattro anni) non mostra invece quasi nessun interesse, e non viene forzato in alcun modo. Ma va matto anche lui per le tue carte tematiche!!!
😳 😆 8) 😉 🙁 🙄 😯 😐 😕 😀 :oink: :argh:
CIAO DA ELENA BORTOLATTO