Lavorare da casa… si può?
Pubblicato il 11 Febbraio 2010 da Mamma Felice • Ultima revisione: 7 Agosto 2014
Come ho spesso detto, io sono una telelavoratrice. O meglio, sono una lavoratrice autonoma e lavoro da casa (dal corridoio, precisamente ).
Non posso dire di aver propriamente ‘scelto’ questa situazione, ma posso dire di essermici buttata a capofitto quando l’occasione mi si è presentata in modo tangibile.
Quando sono rimasta incinta ho perso il lavoro: un lavoro che adoravo, in centro, all’Università. Uno spasso veramente, sia per il tipo di ambiente, che per le persone che ho incontrato. Quando ho perso questo lavoro, ci son rimasta male! Molto male! Avevo paura, come un po’ tutte le neomamme, di non riuscire a tornare nel mondo del lavoro dignitosamente, visto che lavorare non solo mi serve, ma mi piace!
Così ho rispolverato le mie conoscenze tecniche ed ho ricominciato ad occuparmi di siti web, questa volta professionalmente. Il primo anno, con Dafne molto piccola e poco tempo a disposizione, ho lavorato con ritenuta d’acconto.
Il secondo anno ho aperto una P IVA sotto il Regime dei Minimi, che prosegue in questo terzo anno.
Quindi la mia risposta è: Sì, si può lavorare da casa. Ma…come?
La mia ‘fortuna’ è stata quella di avere una professionalità facilmente ‘vendibile’ sul web: realizzo siti web e blog. Quindi il mio lavoro si può facilmente svolgere via terminale, e non per forza in un ufficio.
Difficile è quando non si ha una professionalità vendibile sul web: se avessi fatto la panettiera, per dire, non avrei potuto lavorare da casa.
Ma ci sono tante altre professioni che si possono ‘offrire’ su internet, e magari non si sa di possedere: chi ha buone capacità di scrittura può proporsi come scrittore freelance per i portali online; se si è veloci a digitare, ci si può proporre per la battitura di tesi, o per data entry; se si conosce bene una lingua straniera, ci si può proporre alle agenzie di traduzione o alle aziende di import-export per traduzioni ’spot’ o ai portali internazionali; se si fanno belle fotografie, ci si può proporre alle riviste o ai siti di stock foto; se si è bravi con la grafica, ci si può proporre alle aziende di sviluppo web, e così via…
Regole banali, ma basilari per lavorare su Internet
Cosa bisogna fare per essere presi sul serio?
Essere seri. Per lavorare da casa occorre fare dei piccoli investimenti, dotarsi delle giuste attrezzature, proporsi attraverso i giusti canali.
Ecco alcune idee che vi do senza la pretesa di insegnarvi nulla, ma a partire dalla mia esperienza personale e soprattutto lavorativa, visto che per formazione scolastica ho lavorato anche nella selezione del personale.
Per esempio:
– Imparate la Netiquette, ovvero il modo di comportarsi su Internet. Per esempio evitate lo spam, non mandate email a più indirizzi mettendo le email in chiaro, non scrivete in maiuscolo, non usate abbreviazioni tipo sms, non inoltrate mai catene di S. Antonio soprattutto se si tratta di bufale non verificate, non scrivete email con testo colorato o con font strani (mai usare il Comic, per favore!), non spedite allegati non richiesti o non ridimensionati a sufficienza…
– Procuratevi un indirizzo email funzionante e ‘serio’: se la vostra email è tenerinapuccipucci76, forse il vostro cv verrà cestinato. Aprite un indirizzo di posta elettronica su Gmail, nella forma nome.cognome, e inserite nelle email una bella firma (non colorata, e non con le gif animate!) che vi renda contattabili semplicemente: Nome e Cognome / email / telefono / cellulare / skype / sito web/blog
– Inviate un cv mirato: non inviate il vostro Curriculum a casaccio, e non inviatene 50 alla volta. Scrivete un bel curriculum, serio, pulito, di massimo 2 pagine, utilizzando il cv del Formato Europeo e stampato in PDF, e corredatelo da una email di presentazione breve ed efficace. Mandate un cv solo per rispondere a un annuncio, oppure solo se lo avete annunciato prima via mail o telefono. Non recatevi presso le aziende a consegnare il cv a mano: fatelo solo se vi è stato concesso un appuntamento! Spedite il vostro cv tramite email, possibilmente non il Lunedì (giorno in cui le persone rientrano al lavoro e potrebbero cestinarlo con lo spam accumulatosi nel weekend), nè il Venerdì (giorno in cui la gente sta pensando al suo weekend e ha altro per la testa). Non telefonate mille volte per sapere se il vostro cv è stato ricevuto! Piuttosto richiedete la notifica di ricezione del messaggio.
– Create un blog: qualsiasi professionalità stiate offrendo, avrete più possibilità di essere notati e apprezzati se avete un sito internet o un blog (ben fatto!) che vi serve come cv online. Tenete il vostro blog sempre aggiornato, e se non sapete creare un blog, non usate palliativi tipo word, frontpage, netscape: creano del codice che i motori di ricerca non indicizzano correttamente, e non sono ottimizzati per tutti i browser. Piuttosto fatevelo fare da qualcuno esperto (ehm… :fiu: ), o usate un blog ospitato su una piattaforma gratuita, per esempio Blogger.
– Lavorate nella Legalità: se offrite il vostro lavoro, dovete essere pronti a rilasciare una ricevuta o una fattura. Se il vostro reddito non supera i 5000eur nell’anno solare, potete usufruire delle ritenute d’acconto, o lavoro occasionale (che deve essere occasionale davvero). Oppure potete affidarvi a un commercialista (o all’Agenzia delle Entrate) e aprire una P IVA: con il Regime dei Minimi potete avere un regime fiscale agevolato, se non superate i 30mila euro l’anno (magari!). Non offrite e non accettate lavoro in nero: chi offre lavoro in nero non sta offrendo un lavoro serio. E se poi non vi pagasse?
Naturalmente apritevi un conto corrente online dedicato al lavoro, e fornite ai clienti la possibilità di pagarvi con un bonifico online (farsi pagare con postepay o altri metodi astrusi non è professionale, e non sono sicura che sia legale).
– Procuratevi le attrezzature giuste: munitevi di una connessione ad internet professionale, ovvero non con un compagnia telefonica che ogni 3×2 vi lascia offline, ma spendete qualcosa in più per non avere interruzioni di linea. Createvi un account Skype (messenger usatelo per parlare con le amiche, non per lavoro…) e inserite del credito per fare telefonate. Se non avete il telefono fisso, procuratevi un telefono voip con un numero geografico. Abilitate un servizio di fax online. Comprate le licenze dei software che utilizzate, compresi gli antivirus, e non scaricate illegalmente programmi, sw, eccetera: tenete sempre il PC pulito da file illegali e non usatelo per scaricare con Emule e simili o per giocare, per evitare di essere invasi da virus e trojan. Usate un PC dedicato al lavoro, in cui le cartelle siano ordinate per anno e per tipologia (offerte, fatturazione, ecc…) e i file nominati in modo da ritrovarli (2010-02-10_Nomefile).
– Siate onesti: secondo il motto di Google, Don’t be evil, siate onesti e non approfittate delle difficoltà dei vostri clienti, non chiedete cifre gonfiate in base alla mancanza di alternative del cliente, non pensate di poter fregare i clienti in un mondo in cui le informazioni circolano liberamente, siate gentili. Date sempre la possibilità al cliente di potersi ‘liberare’ di voi: i buoni clienti non sono quelli che si tengono per forza, ma quelli che si tengono per fiducia e apprezzamento.
E soprattutto siate aperti: condividete TUTTO il vostro sapere, non abbiate paura di metterlo a disposizione e condividerlo, perchè tanto la vostra abilità non dipende dalla quantità di informazioni che possedete, ma dal modo in cui sapete farle vostre.
Come direbbe una certa Mammafelice, siete voi che potete fare la differenza, con il vostro talento e le vostre idee… e non le nozioni che chiunque può imparare leggendo un qualsiasi manuale. (Eccetto il Manuale della Felicità, ovvio!! Quello è importantissimo ehheee :heart: )
Le idee non contano, se non vengono realizzate. Abbiate il coraggio di realizzarle e siate felici!!! :cuore:
(E se non mi sputazzate in faccia, avrei in mente altre idee sul lavoro da casa, tipo: Monetizzare un blog, Aprire un negozio online, Pro e Contro del telelavoro, Come arredare l’ufficio :heart: )
uh sai cosa mi servirebbe proprio? Un articolo dal titolo: come fare moto e ginnastica mentre lavori al PC!
Non ridere ma ho un progetto per un porta notebook da fissare allo stepper (o alla cyclette o al tapis roulant) per poter lavorare e contemporaneamente evitare di stare tutto il giorno col culo poggiato (non scerzo è, ce l’ho davvero!) 8)
ahahahaaa no no, io passo! io e la fatica fisica non andiamo d’accordo 😆
neppure io, l’unica mia ginnastica sarebbe camminare per chilometri e chilometri (magari sulla spiaggia 😉 ) e di quello non mi stanco, ma con il pc (e soprattutto con tutti i miei pasticci da craft) mi rimane un pò scomodo 😆
Ciao, ti seguo da diverso tempo e trovo i tuoi post sempre interessantissimi. Questo in particolare mi tocca da vicino perché ho scoperto da poco di essere incinta e ancora non l’ho comunicato alla scuola paritaria presso cui lavoro come insegnante con contratto a tempo determinato. Il problema è che ho una paura folle che mi lascino a spasso (purtroppo c’è già stato un precedente)! Certo, sono un’insegnante abilitata, dopo la maternità potrei trovare un altro posto, no?? Siiiiiiiiiiii, nel 2010??? Con i tagli alla scuola che ci sono???? Con un’inutilissima abilitazione per insegnare storia dell’arte??? Probabilmente se perdessi quel lavoro troverei un’altra cattedra in tempo per la maggiore età del mio bimbo! Perciò mi guardo intorno e cerco di “mettermi a vento”, come si dice a Genova: sto cercando di trasformare le mie vendite casuali di oggetti da me creati in un’attività più continuativa e remunerativa (almeno un pochino, non pretendo tanto), faccio tantissime ripetizioni di latino, aiuto mio marito in ufficio… Sicuramente il tuo post è stato molto utile per me e attendo gli approfondimenti, soprattutto per quando riguarda il discorso del negozio on line! A presto!
Valeria, mi dispiace che tu debba scontare questa mancanza di tutele… ti auguro ogni bene!
Utilissimo! Aspetto con ansia le prossime puntate!
IO sono un’archeologa, ma da sue mesi ho avuto il mio adorato bambino e la vedo dura…sarà veramente complicato ricominciare a lavorare..a fare il mio lavoro…con un bambino da gestire. Non avrò sempre un nido a disposizione..perchè il mio lavoro mi fa spostare in continuazione, non ho una sede specifica…per cui sarà dura. non mi scoraggio perchè vedo mie amiche che ce la fanno…speriamo bene.ma in questo anno in cui ho deciso di fermarmi per dedicarmi solo al mio bimbo è il mio blog la mia valvola di sfogo e non nego che mi piacerebbe molto aprire un laboratorio di arte e artigianato, qui dove vivo..E’ un pensiero che ho da tempo….
Grazie per questo tuo sito così bello e profondo. E’ così bello che ci siano persone così simili a me anche se così lontane….
Milena
Ciao Milena! Io ho una cara amica che per tanti anni ha lavorato negli scavi e nelle catacombe, un po’ in tutta Italia. Anche lei è diventata mamma da poco. Lei insegna anche alle medie, però sai cosa si è inventata? Ha scritto un libro (per il Dottorato, però…) su dei mosaici delle tombe PincoPallo nel Lazio. Diciamo che ha messo a frutto il suo lavoro per aprirsi un varco nel mondo della scrittura di settore. Non so se è fattibile per tutti, ma mettere in circolo le idee fa sempre bene…
Milena dacci l’indirizzo del tuo blog così ti veniamo a trovare! 🙂
Ops sorry….era linkato sul nome! 🙂
😆
io posso dire che l’ideale sarebbe avere lavori che puoi fare un po’ in ufficio e un po’ da casa, con una certa flesibilità, che lavorare da casa ha certe pesantezze….brava che ne parli, sarà utilissimo per le tante donne che stanno cercando uan sistemazione diversa, e anche per noi telelavoratrici paralavoratrici che aleno ci confrontiamo
aspetto i post su come non farsi distrarre, come lavorare quando i bambini hanno la febbre, come non ridursi a un primitivo con la scusa che stai a casa…..
aspetto i post su come non farsi distrarre, come lavorare quando i bambini hanno la febbre, come non ridursi a un primitivo con la scusa che stai a casa…..
ehm, perchè, queste cose davvero esistono, si possono fare? 😆
ah ah ah, si si se queste cose si possono fare qualcuno ci spieghi il segreto
continuerò a curiosare tra i votri post…che non possa trovare un’ispirazione…vedo che il problema è diffusissimo e non per ricorrere alla solita “mal comune mezzo gaudio”, ma sapere che in tante abbiamo questo problema mi fa sentire meno sola…
sono impiegata amministrativa per forza (nel senso che se non lavoro non mangiamo) e i 26.000 lordi di cui parla nex non li vedo (la media dei cud si aggira sui 15.000 lordi, per capirci, col fulltime).
non ho capacità nè fondi da investire per inventarmi un nuovo lavoro e l’azienda non può farmi lavorare da casa perchè ho bisogno delle carte che circolano in azienda (sì, si lavora molto con la carta, ancora, e non si può evitare) e devo gestire anche il magazzino, quindi devo stare in ufficio.
d’altro canto il collega che invece può lavorare da casa sta producendo meno della metà di quello che guadagna, perchè se è vero che si può lavorare da casa, poi bisogna avere anche dipendenti onesti, che lavorano davvero le ore che si fanno pagare, mentre invece con la scusa del telelavoro quando non sono in azienda si fanno i fattacci loro. e come campa un’azienda così?
il brutto è che non si può nemmeno dimostrare e tocca stipendiare una persona che non rende.
per forza poi il telelavoro è ostacolato in ogni modo.
però se vai avanti con questa tematica io leggo tutto con attenzione, perchè la situazione qui la conosci…
ah, guarda, da precaria io sono per il precariato globale 😉
nel senso che secondo me dovremmo essere TUTTI precari e lavorare per obiettivi e progetti, con tutto ciò che ne deriva…
si, mi trovo assolutamente d’accordo con MF, è che siamo troppo poco precari qui in Italia e così quando succede qualcosa ecco che è la catastrofe…
la mia vita è cambiata da un po’ e adesso lavoro da casa… una svolta!! si può fare e, come dici tu, tutti i lavori impiegatizi si possono fare da casa e da qualsiasi altra parte. il mio ufficio è dove siamo io, un pc e un telefono 😆
ps. grazie per aver messo il link a mammanews su abcmamma
Barbara, questi post sono molto interessanti e ci danno la possibilità di leggere e scambiarci i nostri punti di vista. Aggiungo alla tua lista un paio di nuove considerazioni che ho fatto ultimamente (sto rifacendo il cv, cercando scietà a cui spedirlo e spedendo, quindi sono proprio in tema con questo post 😉 ).
Punto1: ho visto che il cv formato europeo non lo vogliono più, ora chiedono un cv che abbia un minimo di personalizzazione, in quanto (giustamente) ricevendo tutti cv nello stesso formato nessuno risalta.
Punto2: conoscevo questa cosa del lunedì e del venerdì, ma penso che sia abbastanza una leggenda, anche perchè se tutti spediamo i cv tra martedì e giovedì, ingolfiamo l’email del ricevente e come al punto 1 non emergiamo in qualche modo. Io di solito spedisco quando mi sento di aver trovato un giusto potenziale interlocutore, senza mai guardare che giorno è, e di solito va bene. Importante ricordarsi prima di inviare l’email di chiedere la ricevuta di lettura, che io spesso dimentico :-/
Uh Francesca, che robe interessanti che dici!
Io ho una domanda: ma per chi fa lavori creativi in qualche modo, o comunque visibili, il curriculum serve ancora oppure è meglio mostrare il proprio lavoro?
Che dite?
A me piace avere un curriculum online: io ho un mio sito in cui ho la mia presentazione, i servizi che offro e il mio portfolio.
E, volendo, un cv in PDF, parziale, da scaricare, per approfondire alcuni elementi…
da quello che leggo in rete e che chiedono il cv serve sempre, come dice Barbara non troppo lungo però, e sicuramente un unico cv non basta per ogni tipo di lavoro. Mi spiego meglio: bisognerebbe avere almeno un paio di cv in cui si metta in risalto la manzione per la quale ci si propone, e magari le prime esperienze lavorative raggrupparle in un’unica voce, anche perchè il cv come dice Barbara non deve superare le due pagine. Poi cosa molto importante, mantenere la cronologia delle proprie epserineze lavorative dallìultima tornando indietro. Presto anche io metterò il mio cv online, così comincia a girare anche liberamente sul web, male non farà 😉
Anche io ho dei cv differenti a seconda della mansione per cui mi propongo. Visto che ho fatto molti lavori, preferisco raggrupparli per mandare informazioni ‘a tema’.
Ciao Francy!
La mia scelta del cv europeo è molto banale: perchè molta gente non sa usare bene word (e simili) e spedisce cv con i fiorellini, scritti in maiuscolo, colorati, ecc… era diciamo solo per sobrietà eheee 😉
guarda Barbara, io ho sempre avuto il mio cv nel formato europeo, solo che ora sto leggendo spesso in giro nei siti di società o di chi cerca collaboratori di renderlo unico che non vuol dire appunto disegnino, fiorellini, ecc, mi raccomando! Come input iniziale direi: cominciamo a spostare la linea divisoria del cv europeo da sinistra e destra, togliendo quelo logo europeo in alto e vediamo cosa succede. Sul cv bisogna lavorarci molto, non c’è nulla da fare.
>> Le idee non contano, se non vengono realizzate. Abbiate il coraggio di realizzarle e siate felici!! <<
Mi piace questa frase… mi ci sono soffermata piu' del dovuto… Ho un block-notes pieno di idee… figlie di un unico grande progetto… ho solo bisogno di coraggio… prima o poi…
Buon w-e mammafelice…
Questo è un post interessantissimo!!! E molto utile. Alla fine di questa seconda gravidanza dovrò cercarmi lavoro. Perché sai, due gravidanze DUE così vicine quando le mie colleghe vanno fino all’ottavo mese -e io che son sfigata e ho avuto minacce d’aborto sono la pecora nera e son dovuta (verbo dovere, non volere)- e al quarto mese dopo il parto mollano il nano a qualcuno e tornano mi fanno sembrare come quella che “s’è fatta mettere incinta pur di non lavorare”.
Quando invece a lavorare avrei preferito andare per non sentirmi così alienata da tutto ciò che non è “infanzia”.
Ci torno 🙂
Laura, e’ terribile, nn ho parole!!!!!!Che persone orrende!!!
caspiterina…m’ero persa questo post…la blog rol del mio blog non si aggiorna come si deve ufff….
Ho letto con interesse il post…ma ho saltato (perdonatemi) gli ottantaepassa commenti…. 😯
Anche io lavoro a casa…e come te lavoro nell’ingresso…
io faccio la sarta…o almeno cerco di farla perchè con tre figli e e una casa da mandare avanti non è sempre facile.
Ho amato e odiato e poi riamato il mio lavoro.
Ho cominciato quando non ero ancora mamma, la casa era perennemente sottosopra ma riuscivo a soppravivere…
quando son diventata mamma la cosa si è amplificata finchè, per evitare un esaurimento nervoso, ho mollato, quasi nauseata, il mio amato lavoro da sarta e per un intero anno ha fatto al mamma casalinga, poi un anno la segretaria ma quando son rimasta incinta del terzo figlio ho dovuto lasciare il lavoro…non ho nessun parente che mi guardi i bimbi e così ho deciso di restare a casa…ma aimè…tre figli non sono compatibili con un solo stipendio e così, ho ripreso a cucire.
Ho sempre cucito in nero…e la cosa non mi è MAI piaciuta…
Il mio desiderio era quello di aprire un piccolo laboratorio, ma la paura delle tasse era troppo forte…e così ho atteso di sentirmni sufficientemente sicura di me.
la sicurezza è arrivata un anno fa…assieme ad una novità…un probabile trasferimento di regione…quindi il mio sogno che avevo tirato fuori dal cassetto e spolverato per bene pronto ad indossarlo, ho dovuto riporlo con non poche lacrime…
Non mi piace lavorare in nero, ma credo che per il momento non abbia altra scelta…lo stipendio di mio marito non basta e i pochi soldi che entrano col mio lavoro sono comunque indispensabili…
Lavorare in casa facendo il mio lavoro ha i suoi lati positivi e negativi.
è positivo il fatto che posso tenere i bimbi con me, è positivo che tra un orlo ed un altro, metto su l’acqua per la pasta e carico la lavatrice
è positivo che posso andare ai colloqui dei miei bimbi senza dover chiedere permessi,
è positivo che posso pportare i miei bimbi dalla pediatra senza delegare nessuno (anche perchè non ho nessuno a cui delegare)
Ma trovo anche un mucchio di lati negativi.
prima di tutto non sono in regola…e non mi metterei mai in regola in casa, ciò significherebbe aprire la mia casa ad un mucchio di persone che vanno e vengono a tutte le ore (ecco perchè voglio un localino tutto mio)
è negativo il fatto che il cucito crea un mare di disordine e la casa sia sempre un cantiere e non posso mai invitare nessuno perchè mi vergongo del disordine assurdo!
è negativo che la mia bimba giochi tra spilli e forbici…
è negativo che se lavoro tanto non riesco nemmeno a fare una lavatrice fa un’orlo e l’altro con la conseguenza che le mie due lavatrici giornaliere si accumulano all’inverosimile.
è negativo perchè chi stà in casa, è risaputo, perde un mucchio di tempo mentre se si ha l’impegno di dover uscire, ci si organizza molto meglio
caspita…forse ho scritto troppo.
grazie per il post, cara barbara, lo trovo incoraggiante.
un saluto
miks
Mia suocera ha fatto la sarta per moltissimi anni: spero che legga il tuo commento per darti qualche idea buona…
Oggi come oggi esiste anche la possibilità di aprire una piccola P IVA come Artigiana: è molto conveniente!!
Prova ad informarti all’Agenzia delle Entrate, guarda… non si sa mai! 😉
mi sono già informata…avevo già quasi tutto pronto…mi mancava solo il locale…poi è arrivata la notizia del trasferimento…non potevo aprire la sartoria, l’avrei dovuta chiudere nemmeno un anno dopo…ci avrei solo perso….e non era proprio il caso.
aspetto di arrivare nella casa nuova per vedere cosa potrò fare…
…attendo anche io che tua suocera passi…magari lei ha la soluzione al disordine??
sai, non per partire prevenuta, ma ricordo una cosa che mi disse mia nonna prima ancora di sposarmi (lei faceva la sarta)
mi disse : “non fare la sarta perchè ti ritrovi la casa troppo in disordine e non riesci a seguire bene i bambini” e io da giovane incosciente dissi “ma vaaaa….basta essere organizzate!!!”
…le ultime parole famose….
Ma no, daiiii! Mia suocera ha avuto due figli e aveva la casa ordinata, la cena in tavola e faceva la sarta… Basta un po’ di organizzazione, e soprattutto di COLLABORAZIONE. Mio suocero, tornato dal lavoro, aiutava mia suocera e cucinava, lavava i piatti e faceva ciò che c’era da fare. Secondo me bisogna solo sposare l’uomo giusto 😉
invio questo messaggio solo perchè prima mi son scordata di flaggare (si dice così??) l’avviso via e-mail, cosa che ho fatto ora con questo messaggio 😀
bacio
Barbara, stavamo parlando con Mr Issimo e ti volevo chiedere questo: ma i contributi inps nel regime dei minimi quanti sono? e poi: i contributi si applicano ad un tetto minimo (es: io guadagno 5000 lordi ma il tetto minimo è 10mila e io per tale devo pagare anche se ne guadagno la metà di meno) o no?
grazie
Laura, prendi tutto con le pinze perchè io sono ignorantissima, e delego tutto alla ‘mia’ comercialista che è una ragazza meravigliosa che in pratica mi fa anche da insegnante di sostegno 😆
Comunque a differenza del Regime Ordinario, col Regime dei Minimi i contributi INPS sono inferiori (ma di gran lunga, eh!) e soprattutto non devi anticipare niente, e si applicano SOLO sui guadagni. Non ci sono nemmeno gli studi di settore.
Semplicemente emetti una ‘fattura’ che ha una dicitura particolare ‘ai sensi dell’art pincopallo blablabla’, e applichi una ritenuta d’acconto vera e propria del 20%. Quindi non IVA, ma ritenuta. Tetto massimo 30mila euro.
Per approfondire ti lascio il link del Regime dei Minimi: https://www.mammafelice.it/2009/02/24/il-regime-dei-minimi/
Piccola correzione: i contributi INPS sono inferiori se guadagni poco, perchè non c’è il minimo di 2400 euro che con la partita IVA normale paghi comunque, anche se non guadagni niente.
Il vantaggio del regime dei minimi è che, a parte le spese che sosterrai per l’attività e le spese di commercialista, tutte le altre sono in percentuale su ciò che guadagni.
In giro trovi molte tabelle che confrontano le spese con regime ordinario e regime dei minimi per varie fasce di reddito, vista la complessità del sistema tributario italiano comunque non avrai mai la certezza di niente 🙂
In linea di massima se non sai quanto incasserai, oppure se sei sicura che incasserai meno di 20mila euro, ti dovrebbe convenire il regime dei minimi.
Se hai molte spese da scaricare, oppure prevedi che guadagnerai più di 20mila euro, ti dovrebbe convenire il regime ordinario.
Sono d’accordo con Barbara che per far funzionare il lavoro in casa ci vuole collaborazione e comprensione fra i conugi Vorrei dire aMiks ho lavorato tanto a casa, portavo i bambini all’asilo, quando non c’erano io cucivo quando i bambini erano a casa m dedicavo a loro ed alle facende domestiche. Certo è stato un sacrificio, ma se non ci sono altre soluzioni se pò fà. Comunque se ci riesci valuta l’ipotesi di un locale per poter lavorare fuori casa. Con la crisi che ci ritroviamo anche solo con le riparazioni penso che non ti andrebbe male. Elsa
come ho già scritto, ero sul punto di aprire un piccolo laboratorio, avevo già parlato con la commercialista, mi ero fatta tutti i conti per vedere di non andare in perdita….solo che dobbiamo trasferirci, dal piemonte alla sardegna…se aprivo il laboratorio l’avrei dovuto chiudere nemmeno dopo un anno perdendoci parecchio
Così credo proprio che aprirò qualcosa in sardegna.
Anche io cucio mentre ci sono i bimbi a scuola…quelli grandi, perchè ne ho una piccola che stà a casa con me…e non sempre è facile con una nanerottola che fruga ovunque 😛
Grazie Elsa!
Io sono interessatissima al negozio online!
Non credo che avrei il coraggio di lasciare un lavoro fisso per buttarmi in un lavoro indipendente, ma mi piacerebbe tanto qualcosa tipo lavoro fisso part-time e poi arrotondare facendo quello che veramente mi piace (cucire e creare bijoux).
…lasciatemi sognare…
Ho già iniziato a vendere qualcosina appoggiandomi sulle piattaforme Etsy e MissHobby ma non ho molto tempo per dedicarmi alle mie creazioni quindi i miei negozietti languono… 😐
E brava Barbara, hai proprio scritto un bel post.
È vero che c’è chi è fatto per il lavoro da casa e chi no. Ho delle amiche che non lavorerebbero mai a casa, nel senso che farebbero tutto tranne lavorare. Ci vuole molta autodisciplina.
Poi ci sono quelle persone che non hanno proprio il carattere per affrontare le “incertezze” del telelavoro autonomo. La busta paga a fine mese fa dormire sonni molto più tranquilli che le fatture a fine mese che non si sa se verranno pagate
Comunque sia, non è vero che con le 14 mensilità si guadagna sempre di più che lavorando in proprio. Dipende… È vero invece che il lavoratore autonomo non è tutelato: se ti ammali, cavoli tuoi, se perdi un cliente idem e se hai una gravidanza a rischio pure.
Io però sono una grande sostenitrice dell’autoimprenditorialità e del lavoro autonomo. Mi piace e non cambierei per nulla la mondo 😀
Salve a tutti,
perdonate la mia domanda banale, ma come fate a trovate dei clienti???
in attesa di una vostra risposta vi ringrazio anticipatamente
a presto
ah beh, dipende clienti per quale tipo di lavoro, no?
Decisamente! 😆