Mamma Felice

Il racconto di una gravidanza difficile

Pubblicato il 27 Agosto 2009 da • Ultima revisione: 7 Settembre 2014

gravidanza-difficile

Questo articolo, commovente e dolcissimo, è scritto da Sara, e racconta i mesi della sua gravidanza, considerata da subito ‘a rischio’. Sara è un’educatrice di asilo nido e ha anche un blog, dove dà consigli alle mamme sulle attività da svolgere con i bimbi.

Oggi il suo bambino, Alessandro, ha più di un mese e mamma e bambino stanno entrambi bene.

I pensieri di una mamma alle prese con una gravidanza difficile

Mi ripetevo spesso: ho 30 anni, il tempo passa, sarebbe proprio ora di mettere in cantiere un nanetto, perché è quello che voglio… che vogliamo.
Poi c’era la casa da finire, il mutuo, il lavoro precario che frenavano il tutto… Beh, non tutto tutto, ecco.
Sì, perché quando non vedi il tuo uomo per quindici giorni e hai davvero voglia solo della sua vicinanza il resto non conta.
E poi succede che a fine Ottobre ti prendi anche un week end solo per voi non sapendo che in realtà siete già in tre…^_^

C’ho messo un po’ a decidermi a fare il test: nutrivo recondite speranze che fosse un falso allarme. Poi una sera, prima di uscire a cena, vista la motivata insistenza del mio compagno, l’ho fatto… e senza nemmeno contare fino a tre è apparso il risultato: POSITIVO!

Il mio primo pensiero??? “NO!!! Che scocciatura”
Eh, sì… io, amante dei bambini, ho pensato questo!!!
Mentre il mio compagno ha accolto la notizia festante.

Ero titubante perché sapevo benissimo che, qualora io avessi detto al lavoro del mio stato, sarei dovuta rimanere a casa da subito in quanto le educatrici di asilo nido vengono considerate a rischio biologico in questi casi.
Cosi ho tenuto la notizia per me (e Luca) fino a Natale, ho continuato incoscientemente a tirare su bambini e a fare fatica, non mi son risparmiata, mi sentivo forte…
A casa lo abbiamo detto ai nonni a Natale nella felicità generale chiedendo di mantenere il segreto fino allo scadere dei tre mesi; per il resto vivevo normalmente fin troppo.

Fino a quando una mattina appena dopo Natale mi accorgo di avere delle perdite di sangue…
Sono stata colta dalla paura, dal pianto…. ero persa!

Forse solo in quel momento ho realizzato quanto fossi già attaccata a quel fagiolino, a quel cuoricino che avevo sentito battere poche settimane prima, potente come non mai.
Ero convinta di averlo perso. Ho percorso tutta la strada verso il pronto soccorso in silenzio tenendo la mano di Luca, sono entrata da sola in ambulatorio sperduta, ho fatto subito l’ecografia e subito durante questa ho sentito il cuore del mio fagiolino e… sono rinata.
Era stato solo un modo per dirmi: ‘hey, mamma, abbi più cura di me’ e questo momento difficile ha rafforzato (come se ce ne fosse bisogno) il rapporto tra me e il suo papà.

Sono seguiti riposo e punture da fare.
Nonostante l’ansia nel fare la pipì OGNI GIORNO, ho condotto una vita abbastanza normale… condita con qualche puntura di ormoni.
Certo, non ho fatto la spavalda, ma l’ho presa un po’ sotto gamba…LO AMMETTO!

Così, dopo nemmeno un mese, nuove perdite, anche se meno vive…
Altro giro al pronto soccorso: quello più vicino sta volta, dove vado con più tranquillità, dove incontro infermiere speciali, ma una ginecologa insensibile che mi tratta come una che si è slogata un polso, che mi visita e mi fa male.

Torno a casa con una scorta di medicine da prendere e mi metto a riposo seriamente: io, un letto e il PC (e qui incontro Mammafelice n.d.r).
Sì, perché poi ti rendi conto che l’unica cosa che conta è che tuo figlio stia bene: tutto il resto non conta e fai di tutto perché ciò avvenga.

Aspetti ore interminabili ai controlli…
Varchi con ansia ogni volta la porta dell’ospedale, rifai analisi dubbie e aspetti ore perché il medico le veda… e sei sempre li sul filo del rasoio, ma sei fiduciosa.

Sei fiduciosa e desiderosa di sapere, ti prepari alla tanto attesa morfologica, tutti ne parlano come un evento stupendo… saprai finalmente se avrai un maschietto o una femmina, potrebbe bastare no???
NO! No, perché tuo figlio ha già pensato alla mossa successiva: non ti fa vedere lo stomaco, e tu sai bene che un bambino senza stomaco non può vivere, ma pensi sia un caso.
Torni dopo una settimana, e niente. Ed esci con il capo chino e tanti sospiri, ma non demordi.
Fai qualche km in più il giorno dopo e vai a trovare il ginecologo nel suo ospedale, ma si vede ancora una cosa troppo piccola.
Allora il ginecologo, per scrupolo, ti fa tornare il mercoledì dopo… e tu come un automa vai con la speranza che sia l’ultima.

Non parli del futuro, guardi spaesata i corredini per i bambini…
Tutti ti chiedono come va e tu tra mezzi sorrisi dici ‘bene’.

Il mercoledì dopo speri sia davvero l’ultima, e invece…. NO! si vede poco. E intanto le 25 settimane si avvicinano.
Finché segui il consiglio del ginecologo e vai da una sua collega…
Sei davanti a Lui quando telefona in reparto e chiede quando c’è la dottoressa Xxx, lui avverte che l’indomani sarete lì.
L’indomani chiami per sicurezza e la dottoressa non c’è!!! E via ,un sasso si posa sullo stomaco.
Le infermiere non vogliono dirti quando c’è: spieghi la situazione, si sbilanciano, ti dicono di venire sabato.
Tu sabato, visto che ci sono 40km di strada, chiami, sai che devi essere all’ospedale entro le 14,00.
Fuori piove, il tempo è grigio, prendi il tuo bagaglio di ansie e di paure e parti, arrivi all’ospedale, ti presenti in reparto… e ti senti dire che la dottoressa è andata via da poco, che si sono sbagliate a darti l’orario e che torna alla sera.

Ricordo come fosse ieri quel momento, ho lasciato che L. inveisse pacatamente contro le infermiere e mi son messa a piangere da sola in un angolo, perché non ce la facevo più: il peso, l’ansia, la paura erano schiaccianti.

Ho rifatto la morfologica il martedì successivo solo perché un’infermiera gentile ci ha spianato la strada e la dottoressa accolti dopo tutta la giornata di lavoro.

Lo stomaco era ben visibile sul monitor e il nanetto quel giorno si è messo pure a deglutire. ^_^

Da quel giorno mi son presa il lusso di comprare qualcosa per Alessandro: prima non avevo il coraggio.
Ho comprato con il sorriso e pensavo scioccamente di finire la gravidanza in pace.

Naaaaaaaaaaaa….
Perché non poteva essere cosi’giusto???
No, perché al controllo mensile ti trovano la pressione altissima, il ginecologo ti parla di gestosi, di dove andare in caso di un parto prematuro… e ti dà il tuo nuovo pacchettino di ansie da portare a casa.

Conti le settimane, perché sai che più passano e più il tuo ometto cresce, non vedi l’ora che arrivino le 34 o le 35…
Misuri la pressione tutti i giorni, quando vedi l’aggeggio ti batte il cuore, a volte non respiri più.
Ti senti sola, perché il tuo compagno è via per lavoro, ma alla fine qualcosa nella pancia si muove e ti rendi conto che sola non sei, gli parli, gli chiedi di darti la spinta per tenere duro…
Sorridi quando senti altre mamme dirti ‘ah io ho avuto una gravidanza splendida’ e ridendo ribatti ‘sì, anche io… come no!!!’
Sbuffi quando ti dicono che non ci son più le donne di una volta (come se fosse colpa mia…)

E arrivi a 37 settimane, nel mentre ti fai anche un giorno di ospedale, giusto per testare il terreno.
La pressione alta ti è nemica, ma fagiolo non ne risente minimamente: lui cresce, si muove, si fa gli affaracci suoi 🙂 e tu prendi tre pastiglie al giorno e ti senti troppo rimbambita, ma il tuo uomo ti è vicino, tanto vicino e sei felice.

Il tuo ginecologo lo hai salutato da quasi un mese: ora ti segue il centro di gravidanza a rischio, perché la parolina che mette il brivido ci vuole sempre.

In compenso trovi delle splendide ostetriche e delle splendide infermiere.

Ti rendi conto che su otto mesi sei stata serena il primo, perché non sapevi, e un altro per puro caso…
Perlomeno non hai avuto modo di pensare alle ansie del parto, del dopo parto e via andare…

E ora, giusto per tenerti viva, ti parlano di induzione al parto… e non capisci perché: solo per pressione???
Però stavolta li freghi e vivi giorno per giorno, tanto il tuo nano della pancia si muove e tu sei tranquilla.
Perché tutto questo è stato sopportabile, lo hai vissuto come normale…. grazie anche alla vicinanza del tuo uomo e della famiglia, perché fa parte del ruolo di mamma.

Quando Mammafelice mi ha chiesto di raccontare della mia gravidanza difficile ho riflettuto sulla parola ‘difficile’: la mia gravidanza, fisiologicamente parlando, a parte la minaccia d’aborto iniziale, sarebbe stata anche tutto sommato facile rispetto a tante altre passate a letto, a vomitare, senza ferro ecc…
La mia è stata una gravidanza al cardiopalma, alle prese con l’ansia: l’ansia ha regnato sovrana tanto da schiacciarmi… quando alla fine poi, Alessandro stava meglio di me.

L’ansia è una nemica da sconfiggere.
S@R@



Commenti

19 Commenti per “Il racconto di una gravidanza difficile”
  1. ….ma attente anche alla pressione alta 🙂
    Alessandro è nato 08/07/2009 in fretta con parto cesareo a 38 settimana …sempre per la pressione alta 😛 Una degna conclusione no???? 😛

    Grazie a mammafelice per avermi fatto inaugurare questa sezione 🙂 😳 ti adoro 🙂

  2. Grazie di cuore per il meraviglioso racconto,grazie davvero.

  3. Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza….

  4. Fa bene farlo, fa bene scriverlo, forse senza l’imput di mammafelice non ci avrei mai rimuginato su 🙂

  5. EleVi2008

    Grazie,Sara per aver raccontato la tua Gravidanza!!!un abbraccio alla vostra famigliola!!! 😀

  6. aspirantemamma

    Bietolina bella, son tanto contenta che adesso state bene!

  7. Veronica

    Mi hai fatto venire l’ansia ma pure ridere..perchè è stato bello condividere grazie al forum la tua esperienza e sono stra felice che ora stiate bene e felici tutti e due!

  8. ^___________^ Grazie a tutte, grazie si avermi supportato e sopportato in questi mesi 😳

  9. Mammafelice (Mappano) - Ariete

    immagine livello
    Guru
    Mamma di Dafne (17 anni)

    Veramente è stato un piacere… sei una persona deliziosa.

  10. quasimamma

    Grazie! Perchè mi hai fatto ripensare ai momenti della mia di gravidanza, ed era tanto che non lo facevo, e mi son venuti i lucciconi..

  11. è utile raccontarsi…ci fa sentire meno sole. La mia gravidanza è stata cotellata da “gravidanza a rischionati morti o morti neonatali” ed esami del sangue trasferiti a “casa di dio” a migliaia di km di distanza..papazzana nata sanissima in un bel giorno d’estate..il bello è poterle raccontare col sorriso..un abbraccio

  12. Maia

    Grazie del racconto!
    Io non sono “a rischio” ma sono cresciuta coi racconti drammatici di mia madre (sfortunata ma anche un po’ tragica) e sto vivendo la gravidanza con molta ansia.Sono nata prematura, e in famiglia non hanno fatto che ripetermelo all’infinito, quasi a farmi “pesare” il tempo dedicato alle mie cure. E, lo confesso, vivo con la paura, non troppo nascosta, che anche mia figlia nasca prematura. Ovviamente, non perché sia un peso; ma perché temo che possa risentirne. Ma prego il Signore che vada tutto bene. Grazie Sara, per il tuo racconto; mi ritrovo molto nella tua ansia. E mi sento un po’ meno matta.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Mi dispiace, Maia, che tu debba sentire questo peso su di te. Certo, la gravidanza è un’incognita, ma nella maggior parte dei casi è assolutamente fisiologica, quindi dovresti pensare solo al bene. Concentrati sul bene, sulla positività, sulla felicità. Non è detto che ci siano dei problemi, e se ci saranno, ci penseremo poi!

    • vivo ancora di pane e ansia, pero’ ora un figlio di 7 anni splendido e sanissimo! 🙂 e una cognata nata prematura che mio figlio adora 🙂

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