Norme di Primo Soccorso: come effettuare la chiamata al 118
Pubblicato il 28 Maggio 2009 da Mamma Felice
Per quasi 10 anni, prima del mio trasferimento a Bologna, sono stata volontaria (e insegnante) in Croce Rossa, e ho prestato soccorso anche per il 118. Ho una venerazione per la CRI, che mi ha dato tanto e a cui ho dato tanto. E ho una venerazione soprattutto per l’educazione sanitaria, per la prevenzione e per il primo soccorso, perchè mi hanno aiutata a conoscere molte persone, andando in giro per aziende, scuole e associazioni a fare corsi di primo soccorso.
Quindi, ben lungi dal dare consigli medici, per i quali non sono titolata, ecco qualche indicazione di primo soccorso: più che altro per non aggiungere danni al danno
Cos’è il primo soccorso?
Il primo soccorso è l’aiuto che chiunque può dare a una o più persone vittime di incidente, in attesa di un soccorso sanitario qualificato che se ne faccia carico. Si differenzia quindi dal pronto soccorso, che è invece effettuato da personale specializzato in possesso di attrezzature adeguate (volontari soccorritori).
Il primo soccorritore e il volontario soccorritore hanno però un principio in comune: entrambi non possono e non devono sostituirsi al medico, ma semplicemente mettere in moto determinati atti che servono a preservare l’infortunato da eventuali aggravamenti.
La condotta da tenere
Cosa non si deve MAI fare?
– Accompagnare o trascinare l’infortunato in un locale pubblico o in un luogo diverso da dove lo abbiamo trovato;
– Caricarlo su un’auto di passaggio senza aver capito bene cosa gli è successo;
– Somministrargli alcolici o dargli comunque da bere;
– Trasportarlo in ospedali sbagliati.
Cosa si deve fare?
Bisogna chiamare i soccorsi! In Italia esiste un numero gratuito unico e nazionale per le emergenze: il 118. Si può chiamare questo numero anche quando non si hanno soldi sul cellulare.
In alcune regioni in cui il 118 non è attivo, o negli stati europei, si può chiamare il 113 (dove rispobderanno in italiano).
Come si effettua la chiamata di soccorso?
Molte persone, prese dal panico, chiamano il 118 senza dare le giuste indicazioni, rallentando inesorabilmente i soccorsi.
Se ci limitiamo ad urlare: veniteeeeeeeeeeeeeee, si è fatto male aiutoooooooooooo… non potremo ricevere i soccorsi adeguati.
Dove deve venire l’ambulanza? Che tipo di ambulanza occorre? Quanti sono i feriti? Cosa è successo?
E’ importante sapere che in Italia il 118 è un’organizzazione molto efficiente, che svolge numerosi compiti:
– la prima persona che risponde al telefono fa una scrematura del tipo di problema, per passarvi il medico o infermiere più adatto alla vostra situazione;
– il medico o l’infermiere che rispondono alla vostra chiamata, vi fanno alcune domande utili e indispensabili per capire cosa è successo, e NON vi fanno perdere tempo. Le loro domande vi fanno guadagnare tempo, perchè indirizzeranno l’ambulanza giusta nel posto giusto;
– l’operatore potrà tenervi al telefono mentre un’ambulanza è GIA’ partita, quindi non dovete preoccuparvi di chiudere la comunicazione. Anzi, si dice sempre che noi dobbiamo essere gli ultimi a mettere giù il telefono, per essere certi di aver dato tutte le indicazioni indispensabili;
– il 118 sa in tempo reale quali sono i medici specialisti di turno negli ospedali e anche i posti letto disponibili: per questo è importante non precipitarsi in ospedale da soli, in caso di emergenza, perchè si rischia di sbagliare ospedale;
– il 118 è in costante contatto con carabinieri, polizia, vigili del fuoco, unità cinofile e sommozzatori… quindi in alcuni casi manderà più tipi di soccorsi. Ma soprattutto coordina diversi tipi di ambulanze, che vengono inviate a seconda dell’urgenza della vostra situazione: le ambulanze di base, composte da soli volontari; le ambulanze con infermiere a bordo; le ambulanze con medico a bordo; le ambulanze di rianimazione pediatrica; l’elisoccorso…
[La CRI non è il 118.
La CRI (e le altre croci) lavorano con il 118 su convenzione.]
Ecco le informazioni importanti da comunicare al 118:
– segnalare la dinamica dell’evento: cosa è successo?
– segnalare la località precisa, i riferimenti topografici, il numero civico della propria abitazione e il numero dell’interno, il piano, la scala, la presenza di ascensori;
– segnalare il nominativo presente sul citofono: se lasciamo un cognome diverso da ciò che è scritto sul citofono, non ci troveranno mai!;
– in tangenziale e in autostrada (dove NON ci si può fermare!), segnalare la direzione di marcia, l’uscita e il km;
… In ogni caso è sempre valida la regola di attaccare il ricevitore per ultimi.
Cosa bisogna fare per prestare un corretto primo soccorso?
Mentre attendiamo l’arrivo dei soccorsi, cosa possiamo fare?
Innanzi tutto: calma e ragionamento!
Bisogna sempre ricordarsi un principio molto importante, perchè non dobbiamo mai strafare: piuttosto che far male, meglio non fare!
Autoprotezione:
Innanzi tutto ci si deve proteggere! Se ci sono fiamme, cavi dell’alta tensione lesionati, incidenti con più veicoli in strade pericolose, pericoli di carichi pendenti, ecc… bisogna proteggere se stessi e fare in modo di non farsi male. Se ci facciamo male, non solo non abbiamo aiutato l’infortunato, ma abbiamo aumentato il numero delle persone da soccorrere.
Cerchiamo di non fare gli eroi, che non abbiamo il fisico!
Valutare la dinamica dell’evento:
Se capiamo cosa è successo, saremo più utili ai soccorritori. L’infortunio è avvenuto per un trauma, una malattia o una causa ambientale?
Stare vicini all’infortunato:
Se possibile, dobbiamo stare vicini all’infortunato: tenergli la mano, parlargli dolcemente, tranquillizzarlo. In questo modo potremo valutare se e per quanto perde coscienza, se respira, se vomita, se si muove, se ha emorragie, ecc…
Completamento dell’assistenza:
Si attende l’arrivo di un’ambulanza, o di un medico IN DIVISA, raccontando ciò di cui siamo stati testimoni e allontanandoci quando la nostra presenza non è più richiesta.
Questo è molto importante per evitare di incorrere nel reato di Omissione di Soccorso.
Art. 593: Omissione di soccorso.
Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un’altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o altra causa, omette di darne immediato avviso all’Autorità è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila.
Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare il soccorso necessario o di darne immediato avviso all’Autorità pubblica.
Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte la pena è raddoppiata.
Cosa significa?
Significa che la Legge NON ci obbliga a soccorrere una persona, a farle il bocca a bocca o a fermarle un’emorragia, se non sappiamo farlo o non vogliamo farlo per proteggerci da aventuali contagi.
La Legge ci obbliga a chiamare i soccorsi (118) e ad aspettarli sul luogo dell’evento, per non abbandonare l’infortunato e per consegnarlo nelle mani di personale qualificato.
La scala delle urgenze
Ovviamente bisogna chiamare il 118 solo quando è davvero necessario, per non privare di un’ambulanza chi ne ha davvero bisogno.
Se abbiamo un’unghia incarnita, NON dobbiamo chiamare il 118, ma andare dal nostro medico di base.
Se abbiamo una forte influenza, chiamiamo la guardia medica.
Se abbiamo un dolore al torace, chiamiamo il 118!
[Le informazioni raccolte provengono da una dispensa scritta di mio pugno per la mia ex-sede CRI e si basano sul libro per Monitori e Capomonitori a cura Di Anna TOS RICCI: Lezioni di Primo Soccorso, direttive di insegnamento ad uso dei Monitori e Capomonitori della CRI]
Ma quante cose hai fatto e fai?!
Molto utile questo post. Io ho sempre detto ce ogni madre dovrebbe fare un corso base per saper affrontare le sutuazioni che si possono creare con un bambino piccolo (principio di soffocamento, trauma ecc.).
Secondo me sarebbe utile inserirlo in ogni corso di preparazione al parto. A noi insegnarono le manovre d’intervento in caso di ingestione di corpo estraneo e devo dire che dà sicurezza sapere cosa bisogna fare. E tu lo saprei mooolto meglio di me.
Buona giornata!
Non sai quanto sono d’accordo con te!
Io penso di parlare di altre piccole indicazioni di primo soccorso, ma preferisco non parlare di rianimazione pediatrica, nè di manovre di disostruzione delle vie aeree perchè devono essere insegnate ‘dal vivo’… altrimenti poi si crede di saper fare una cosa che invece crea solo danni.
Le sedi di Croce Rossa (per lo meno i Comitati Pronvinciali) organizzano 4 bellissimi corsi di 10 lezioni, che di norma costano meno di 50eur:
– Primo Soccorso;
– AMA: assistenza al malato e anziano in famiglia;
– Mamma e bambino (utilissimo per imparare come prendersi cura dei bimbi e come effettuare le manovre di primo soccorso);
– Educazione sanitaria.
Sono corsi bellissimi(io avevo l’abilitazione ad insegnare nei primi due tipi di corso), ricchissimi di informazioni e con tante esercitazioni pratiche. Li consiglio vivamente!
Non finirai mai di stupirmi 😉
Sì, vedrai che prima o poi finirò… anzi, mi sa che ormai non c’è più niente di nuovo 😆 😆 😆
E’indispensabile sapere cosa fare in caso di emergenza, soprattutto non farsi prendere dal panico ( a me capita di sicuro….) 😳
A me è preso il panico solo a leggere l’articolo, figurati se mi trovassi nella situazione… 😯
Ma tu non fai testo! Stavi svenendo anche a guardare la videocassetta di un documentario sul parto! 😆
Brava, brava, bel post molto utile che condivido appieno!! Quando ero incinta della mia seconda bimba ho partecipato ad un corso di primo soccorso del 118 proprio perchè mi sono detta: tra qualche mese avrò due bimbe piccole, metti che ingeriscano qualcosa ecc, almeno saper fare qualche manovra di base… E’ stato utilissimo, mi è spiaciuto solo non proseguire con il volontariato attivo causa… maternità 😉 Ma è un’opzione che mi riservo per gli anni a venire… Proprio di recente, tra l’altro, ho cominciato a ripassare qualcosa, perchè è facile ‘arrugginirsi’ un po’. La prima lezione mi aveva fatto capire subito l’importanza di partecipare a questi corsi: come allertare correttamente il 118. Sembra una sciocchezza, mentre è fondamentale farlo nel modo giusto senza far perdere tempo prezioso 😉
Come assistente del Responsabile Health & Safety della mia azienda (e come curatrice della newsletter sulla Safety che invio mensilmente ai colleghi…..le pillole di safety…anzi che non le hanno chiamate le supposte… 😀 ) non posso che complimentarmi per la correttezza e chiarezza delle info.
Applausi applausi applausi
Grassieeeeeeeeeeee
Però se hai delle cose da aggiungere le pubblico volentieri, così diciamo le cose per benino.
Bravissima MammaFelice,
anche io ho fatto il corso e ho trovato utilissime le informazioni che ho appreso, anche se alcune hanno infranto alcune credenze derivanti dai film.
Hai fatto bene a divulgare queste nozioni, di fondamentale importanza in momenti decisamente critici.L’importante è ricordarsi le regole in un momento in cui la tensione è alle stelle, tanto quanto l’adrenalina….sai, il panico può fare brutti scherzi….quindi studiare, studiare, studiare, fino a quando si sarà tatuato nella nostra mente 😀
hihhiiii un giorno parlerò anche delle credenze da sfatare.
ho visto cose che voi umani… 😆 😆 😆
Ma sai che è un po’ che ci penso? Poi arrivi tu e mi dai tutte queste buone dritte.. a questo punto lo devo proprio fare ‘sto corso… grazie MF, sempre precisa e puntuale!
certo che sarebbe una figata organizzare un corso bello bello da seguire tutte insieme… mumble mumble mumble.
magari in un raduno! 😆
Di’ la verità che ci stai facendo un pensierino su questa cosa del raduno…! Io lo so che ci pensi, lo so, e sappi che quando ti deciderai io sarò lì! Ovunque lo organizzerai. Ovunque.
(Comunque, se ti viene in mente di farlo in un posto di mare, con tanti ristorantini e quel bel profumo di fritto misto che a casa non ho voglia di preparare, sappi che ci vengo ancora più volentieri…!)
Guarda, ci sto pensando davvero… ma dopo l’estate, quando fa fresco, o magari nell’anno nuovo.
Sai, un raduno cambia tutto. Bisogna che sia spaziale 😉
… me l’ero persa questa replica.. 😳
guarda che qualsiasi cosa organizzata da TE è spaziale!
Io aspetto e mi prenoto in anticipo.
Anche io ne ho fatti due
e piu uno che rinfresco ogni anno in azienda incentrato sui piccoli nani,.,,
e per fortuna che li ho fatti 😉
devo giusto fare il corso di aggiornamento per il primo soccorso aziendale… maròòòòò a me che mi fa impressione tutto me lo fanno fare!
ma va là, che è divertente.
poi se ti fanno fare il bocca a bocca… salutami Anna! 😉
ah, Anna si chiama
l’altra volta non si era manco presentata
e sì che l’ho rianimata con tanto ammore 😀
(certo che… vogliamo parlare dell’igiene durante l’esercitazione? vogliamo parlarne? meglio di no…)
Maddai! Ma io dopo ogni ‘limonamento’ disinfettavo sempre tutto per bene… da voi non lo fanno?
Comunque questa povera ragazza è esistita davvero. Era una ragazza statunitense morta per annegamento, se non erro. Da allora i suoi genitori si impegnarono a divulgare le norme di primo soccorso e ad alimentare gli studi sulla rianimazione cardiopolmonare, e produssero questo manichino con il nome della figlia (e anche il suo volto…) 🙄
se una passata (veloce, che tardi) con carta e alcool lo vogliamo chiamare disinfettare… se non altro ognuno puliva da se prima di fare la propria esercitazione, che se avessi dovuto fidarmi della pulizia di qualcun altro credo che mi sarei sentita male…
l’ho detto che mi fa schifo tutto, no?
Interessante la storia di Anna, mi spiace per la ragazza.
Utile!
quante ne sai…sei un mito!
Grazie, davvero utilissimo!!!
No, veramente ne so poche… però parlo solo di quelle, così sembra che ne so a pacchi
Grazie, informazioni utilissime!
Ciaoooo:-)!
Inutile dirti che questo genere di informazione è utilizzzzzzima…..e anche se spero di non doverne mai aver bisogno, ne farò tesoro.
Ma, a parte, qusto….Bologna?..Sei a Bologna?
Sisì, sono una tortellina!
e io un’aceta balsamica! Respiriamo quasi la stessa aria (o afa,che forse in questi giorni,a parte il temporale di ierisera, è più corretto…) ^_^
Non me ne parlare… io son qui col condizionatore a palla e Dafne in body che sculetta con le sue ciccette di fuori
Ma tu sei proprio di Bologna? Noi viviamo nel quartiere Navile.
Scusa il ritardo di questa risposta…m’ero persa…. (se mai mi sono ritrovata…) NO, io abito a Modena…(aceto balsamico…) ma ho sposato un bolognese….per cui Bologna è la nostra “seconda città”….
Brava barbara utilissimo post
sono un infermiera che ha prestato per anni servizio colontario di assistenza nelle pubbliche assistenze e ancora oggi quando i miei pazienti chiamano in reparto per qualche emergenza il non saper comunicare con precisione determinati dati e il panico che la situazione determina ritarda e rende difficile l’intervento…
Beba, allora se hai qualche consiglio da darci, sappi che è assolutamente gradito!