Il segreto per crescere bambini intelligenti (I 4 pilastri dell’educazione)
Pubblicato il 24 Aprile 2009 da Mamma Felice • Ultima revisione: 10 Giugno 2015
Il segreto per crescere bambini intelligenti? 4 sono i cosiddetti pilasti dell’educazione, che permettono di allevare bambini intelligenti.
Ma, innanzi tutto, per crescere figli intelligenti, non ossessioniamoli con il fatto che lo sono. Questa la prima e più efficace conclusione di un articolo davvero interessante che conservavo da diversi mesi: The Secret to Raising Smart Kids, pubblicato su Scientific American.
Molta gente dà per scontato che una intelligenza o abilità superiore siano la chiave per il successo. Ma più di tre decenni di ricerche mostrano che una sopravvalutazione dell’intelligenza o del talento – e il ritenere che queste caratteristiche siano innate e fisse – rende le persone vulnerabili a fallimenti e paure, e demotivate ad imparare.
Insegnare alle persone ad avere una “attitudine mentale alla crescita” che incoraggia a focalizzarsi sull’impegno anziché sull’intelligenza o sul talento, porta al raggiungimento di grandi obiettivi a scuola e nella vita.
Come trasmettiamo ai nostri figli un attitudine alla crescita?
Un modo è quello di raccontare storie che parlino del raggiungimento di obiettivi derivante da duro lavoro. Per esempio gli studi citati nell’articolo hanno mostrato che parlare di geni matematici che erano già nati così, mette gli studenti in un atteggiamento statico (non di crescita), mentre la descrizione di grandi matematici che si sono innamorati della matematica e hanno sviluppato incredibili capacità, genera una attitudine alla crescita.
Genitori e insegnanti possono far sviluppare una “attitudine mentale alla crescita” nei bambini, lodandoli per i loro sforzi e per la loro perseveranza (anzichè per la loro intelligenza) raccontandogli storie di successo che enfatizzino il lavoro duro e l’amore per l’apprendimento, e insegnandogli ad utilizzare il cervello come una ‘macchina per imparare’.
Quindi, per esempio, alla luce di questa ricerca, sarebbe scorretto lodare un bambino dicendogli: ‘sei davvero intelligente in queste cose’, mentre sarebbe più corretto dirgli: ‘devi aver lavorato davvero sodo’.
Empowerment: accrescere il potenziale
Questo mi riporta alla mente (anche se i due studi non arrivano alle medesime conclusioni) il termine Empowerment, preso dalla Psicologia Sociale, nell’accezione di sentire di essere in grado di fare, accrescere il proprio potenziale.
Nell’accezione della psicoterapia, Empowerment significa incremento delle proprie competenze mediante l’esperienza di sé e delle proprie potenzialità (learning by experience). L’empowerment si consegue con l’attivazione del processo di conoscenza dell’altro basato sul coinvolgimento, la comprensione empatica e il senso di responsabilità.
Fonte: Psychomedia.
O ancora:
Empowerment indica l’insieme di conoscenze, abilità relazionali e competenze che permettono a un singolo o a un gruppo di porsi obiettivi e di elaborare strategie per conseguirli utilizzando le risorse esistenti. Indica sia un concetto sia un processo che permette di raggiungere gli obiettivi, e si basa su due elementi principali: la sensazione di poter compiere azioni efficaci per il raggiungimento di un obiettivo, e il controllo, la capacità di percepire l’influenza delle proprie azioni sugli eventi.
[…]
L’empowerment è strettamente connesso al concetto di cambiamento. Il punto di forza dell’empowerment è che esso, proponendo nuove alternative, non costringe ad abbandonare il già conosciuto. Queste alternative sono nuove possibilità da affiancare a quelle note tra cui scegliere, e non una volta per tutte, ma tutte le volte che si vuole […] all’insegna non della ricerca della soluzione migliore, ma dell’aumento delle possibilità, delle scelte, della libertà.
Fonte: Giuseppe Burgio
Un termine perfetto (anche se non vi è il corrispondente in italiano) per esprimere quella capacità umana di apprendere al meglio, in armonia con se stessi e con gli altri.
Ma quali sono, allora, i quattro pilastri dell’educazione?
Lo scopriamo dal libro di Jacques Delors – Nell’Educazione un tesoro, in cui è contenuto il ‘Rapporto all’UNESCO della Commissione Internazionale sull’Educazione per il Ventunesimo Secolo’ (Armando Editore).
L’educazione, secondo Delors, si basa su 4 tipi fondamentali di apprendimento:
- Imparare a conoscere, cioè acquisire gli strumenti della comprensione;
- Imparare a fare, cioè agire creativamente nel proprio ambiente;
- Imparare a vivere insieme, quindi partecipare e collaborare con gli altri;
- Imparare ad essere.
Non sono sfide bellissime?
Non è sufficiente fornire a un bambino, all’inizio della sua vita, un bagaglio di conoscenze al quale possa attingere per il resto della vita. Ciascun individuo deve essere messo in grado di cogliere ogni occasione per imparare nel corso intero della sua vita, sia per ampliare le sue conoscenze, abilità e attitudini, sia per adattarsi a un mondo mutevole, complesso e interdipendente.
E se penso alla scuola, alla cosiddetta ‘educazione formale’, vedo invece che di solito ci si concentra solo sull’imparare a conoscere (contenuti, sempre contenuti…) e in minor misura sull’imparare a fare. Gli altri aspetti vengono un po’ lasciati al caso…
Imparare a conoscere
Un apprendimento che non si basa solo sull’acquisizione di informazioni, ma piuttosto sul venire in possesso degli strumenti della conoscenza.
Imparare a conoscere presuppone che si ‘impari ad imparare’, attraverso l’esercizio della memoria, della concentrazione, della riflessione.
Imparare a fare
Strettamente legato al problema della formazione professionale, consiste nel mettere in pratica ciò che è stato appreso e adattarlo al mondo del lavoro.
Imparare a vivere insieme, imparare a vivere con gli altri
Una vera educazione moderna dovrebbe essere in grado di evitare i conflitti o di risolverli pacificamente, sviluppando nei ragazzi il rispetto per gli altri, le loro culture, i loro valori spirituali.
Questo tipo di educazione si realizza in due modi:
- attraverso la scoperta graduale degli altri
- e attraverso l’esperienza di obiettivi comuni per tutta la vita.
Se si devono capire gli altri, occorre però capire prima di tutto se stessi: la propria cultura, il modello familiare, la visione del mondo.
Imparare ad essere
L’educazione deve contribuire allo sviluppo totale di ciascun individuo: ovvero consentire a tutti di risolvere i propri problemi, prendere le proprie decisioni, assumersi le proprie responsabilità.
Una completa realizzazione, dunque, in tutta la ricchezza della personalità umana: spirito e corpo, intelligenza, sensibilità, senso estetico, responsabilità, valori, grande autonomia.
Per questo, sia in questo libro di Delors che in quasi tutte le teorie sociali moderne, non si confina più l’esperienza educativa solo nelle scuole, ma la si ripensa come ‘educazione per tutta la vita‘ (lifelong education): ovvero la capacità (e possibilità) di imparare in tutte le fasi della nostra vita, in tutti gli ambienti, a tutte le età.
E la creatività, non è forse uno dei tanti aspetti della nostra intelligenza che stiamo di nuovo rimettendo in gioco?
Non ci crederai, ma pensavo proprio a questi temi stamattina, a seguito del mio risveglio precoce (ahime’ sono sveglia dalle 4, accidenti all’insonnia).
Man mano che mia figlia cresce aumentano le preoccupazioni riguardo alla sua educazione. Anch’io penso che l’educazione debba andare oltre l’apprendimento di nozioni, perche’ sono convinta che l’intelligenza non si basi esclusivamente sulla conoscenza. Oggi, soprattutto grazie a studiosi come Howard Gardner, la pedagogia tende a parlare di “intelligenze multiple”, che comprendono vari aspetti della vita umana. Se e’ vero (come e’ vero) che ognuno di noi ha un tipo di intelligenza diversa, “seguire il bambino” – come diceva la Montessori – dovrebbe aiutarci a scoprire di che tipo di intelligenza e’ dotato nostro figlio e aiutarlo ad esprimerla. (Piu’ facile a dirsi che a farsi, mi si dira’, ma bisogna almeno provarci..)
Sono proprio d’accordo… spesso si desiste perchè costa fatica: siamo stanchi, siamo pieni di cose da fare. E, come se non bastasse, ci costa fatica ‘psicologica’: ammettere che nostro figlio non è una cima in matematica, o è troppo timido, ecc…
Sai, il mio unico intento, con Dafne, è cercare di ‘liberarla’.
Non so se ci riuscirò, ma ci voglio provare.
Vorrei liberarla innanzi tutto da me stessa… che detto così sembra assurdo, ma intende che vorrei che il suo grado di autonomia fosse tale da potersi separare da me, da poter camminare da sola, senza paura, forte di se stessa e del fatto che io comunque la amerò sempre e ci sarò sempre.
E poi vorrei che fosse una bambina ‘normale’. Non mediocre, ma normale. Non voglio farle credere di essere un genio, di essere la più bella, di essere la più brava. Questa è una cosa che ho passato e non auguro a nessuno: il carico di frustrazione che deriva dal dover eccellere è pesantissimo. Soprattutto quando non è supportato dai fatti (un reale genio), ma solo dalle aspettative della famiglia.
Riusciremo a lodare questi bambini, a spronarli, a farli innamorare dei libri senza cadere nella vanità di pensare che i nostri figli siano più intelligenti degli altri?
Non sarà di sicuro tanto facile ma penso che sia l’unica cosa giusta da fare… ognuno di noi, anche i nostri piccoli, ha bisogno di essere se stesso, di avere fiducia nelle proprie capacità e nello stesso tempo di sapere che c’è qualcuno alle sue spalle che sarà pronto ad accoglierlo a braccia aperte nei momenti di difficoltà, che sarà pronto a consolarlo nei momenti di sconforto, che accetterà il suo modo di essere comunque esso sia…
ultimamente anche la piccola meraviglia – nonostante mi si attacchi al collo appena entro in casa dal lavoro (e qui ecco che mi sciolgo come un vasetto di Nutella al sole…) – anche lei cerca durante la giornata i suoi spazi e, in qualche modo, si isola e gioca da sola… e se proviamo ad inserirci noi, lei cambia attività, per tornare sui suoi passi quando le diamo tregua.. in questi momenti è giusto tirarsi indietro e lasciarla fare… o almeno, noi facciamo così.. concordo su quello che dici: un bimbo deve sentirsi ‘normale’, perché essere pressati dalle aspettative degli altri non è mai tanto bello, nemmeno da grandi..
Quello che più di ogni altra cosa vorrei riuscire a dare io alla p.m. è la gioia di vivere, la gioia di imparare e di scoprire cose nuove, la gioia di leggere e di conoscere tutto il mondo che sta intorno a noi… credo che questo sia il più bel regalo che possiamo fare ai nostri piccoli: vivere con la gioia di vivere
Come potrei non quotarti!?
Ogni tanto, parlando con Nex, ci interroghiamo entrambi se sia possibile ‘regalare’ a Dafne un’infanzia e un’adolescenza serene. In fondo ci sono anche persone che hanno vissuto questi periodi in modo felice e spensierato, no?
Se potessi regalarle questo, sicuramente troverebbe in sè la forza necessaria per superare le difficoltà che le si presenteranno da adulta, senza paura di essere sola o non farcela.
Il mio scopo non è preservarla dagli errori, nè farla vivere in un mondo incantato avulso dalla realtà.
Il mio scopo è farle capire (chissà se ce la farò) che nel mondo c’è tanta bellezza, tanta poesia, tanto amore… tante persone buone. E che la felicità esiste, e può esistere da subito, sin da giovani, risparmiandosi tanti stati di sofferenza.
Ce la fai, ce la fai, ce la farete! Se non ce la fa una mammafelice a fare una figliafelice, che ce la deve fare???
L’importante è tutto l’amore che ci metti, il resto, sono sicura, viene da sè!
bacini bacini…..
Condivido pienamente !
Sono sempre interessantissimi i tuoi articoli di psicologia … sarà che ultimamente, i miei figli iniziano ad avere età “del tubo” (non so se mi spiego 🙄 ) ed io ho ancora più di prima il bisogno di avere dei parametri per capire se quello che faccio può portare a dei buoni risultati o se è il caso di cambiare direzione. Certo io e Alpha ci fidiamo molto anche del nostro sentire ma leggere libri specifici (e magari anche casi limite 😉 ) ci dà la misura delle cose da non fare …. della serie “se le conosci, le eviti”. Siamo partiti dal libro degli scarabocchi, più o meno all’età di Dafne, e attualmente sul comodino ho: “Se mi vuoi bene dimmi di no”, “Dal no al si senza urla e minacce”, “Papà, mamma, la scuola ed io” e “Come far fare i compiti ai bambini” …. 😐 . Fffff (esalo), ragazzi che fatica 😉 (ma anche una gran soddisfazione ). Buon cammino a tutti i genitori, Beta
Ma che belli, questi libri!
Quando hai tempo ci dici di chi sono?
…. faccio un post? 😀 …. adesso son lanciata!
siiiiiiiiii
E’ interesantissimo questo articolo. E’ uno di quelli tuoi articoli che mi stamperò sicuramente. Brava.
Grazie Barbara, davvero molto interessante questo articolo, ne farò tesoro… anch’io come Laura in questi giorni mi sto interrogando sul futuro di Martina…. Per natura sono un pò apprensiva, ma parlando con te ho capito cosa intendi per “liberarla” … e credo che tu abbia perfettamente ragione …. vigilare sempre, ma allo stesso tempo lasciarla andare….
Non so se ci riuscirò…. ma almeno ci voglio provare….
Sempre a proposito di lodare il proprio figlio … aprirò un post sul forum….
Sono molto d’accordo anch’io con questo post, e aggiungerei dell’altro. Da mamma di un bambino di soli 19 mesi, quindi in eta’ prescolare, osservo che a volte si chiede ai bambini di “imparare” ogni sorta di cose fin dalla piu’ tenera eta’. Certo l’obiettivo e’ lodevole, prepararli alla vita, ma bisogna sempre ricordarsi che per affrontare la vita con entusiamo, coraggio e curiosita’ bisogna avere prima tanta serenita’ e fiducia in se’ stessi, e solo poi il possesso di skills e nozioni specificiche. Quindi mettiamo sempre il bambino/a al centro di tutte le scelte, non sacrificandolo in nome dell’uomo o la donna di domani.
Io sto riflettendo molto su questi temi, visto che sto crescendo il mio bambino bilingue, e ne ho scritto anche sul mio blog, dove trovate citati anche un paio di articoli interessanti: http://blog.bilinguepergioco.com/2009/03/23/lidea-della-settimana-quante-lingue-parla-il-bambino-perfetto/
Letizia
http://blog.bilinguepergioco.com
Grazie Letizia e benvenuta!
E’ davvero interessante l’articolo che hai segnalato… ti aggiungo subito ai link per non perderti 😉
Grazie a te!
Ora mi leggo per bene l’articolo che hai citato, The Secret to Raising Smart Kids, e magari lo menzionero’ anch’io nel mio blog, se per te e’ OK.
Letizia
http://blog.bilinguepergioco.com
Ma certo!
IO provengo da una situazione di forte stress familiare..genitori che pretendevano l’eccellenza, che criticavano i fallimenti e che mai lodavano le conquiste…spero di riuscire ad avere un atteggiamento più equilibrato..perchè penso, come sempre, che la virtù stà nel mezzo..lodare i meriti come stimolo a migliorarsi e a superare le difficoltà come parte della vita e momento d’arricchimento e di crescita…
Ti capisco benissimo, ahimè.
Per questo adesso, da grande, la mia ‘missione’ è gridare a tutti che la felicità è possibile, ed è possibile prima dei 30 anni
Mi associo!
Complimenti per questo bellissimo articolo!
Scriverò in privato nel forum la mia esperienza con i miei genitori, ma vorrei condividere qui con tutti un pensiero:
io frequento un forum di genitori di bambini affetti da spasmi infantili e devo dire che vedere come i bambini e i loro genitori lottano per ogni piccolo progresso ti fa veramente capire quanto si può raggiungere se lo si vuole veramente.
Spiego spesso a mio figlio che per riuscire a fare certe cose bisogna impegnarsi, come p.es. quando non riesce a far stare in piedi un palazzo di lego, perché sbaglia il baricentro, e si arrabbia 😀
Anch’io come Barbara spero che sia un bambino normale, nel senso che si senta a suo agio con gli altri e che agli altri piaccia stare con lui. Perché essere un genio secchione non è bello, ma nemmeno essere un asino ignorante
Per quanto riguarda dare il buon esempio, sì, è vero, siamo noi il loro specchio. L’altro giorno una mamma mi ha detto con voce triste e colpevole che la psicologa del nido di sua figlia le aveva detto di giocare con sua figlia e di sorriderle di più, perché lei stava passando un brutto periodo e probabilmente rifletteva le sue emozioni ed espressioni sulla bimba.
Per cui forza e coraggio, mettiamoci d’impegno!
(P.S. Barbara scusa l’assenteismo, ti scrivo in privato )
Ci manchi! Ma so che il lavoro ti impegna e io ti aspetto…
sono le 1pm, ma probabilmente sono ancora mezza addormentata… ho inserito il commento nel campo per il nome 😯
comunque: grazie ancora per il bell’articolo!
Grazie a te, Gaia, e benvenuta!
L’ho letto adesso, molto interessante! Con le prime due figlie è andata come è andata (si vedrà fra un po’) ma con le ultime due ci posso provare!!! ciao e buona settimana a tutte
Il mio indirizzo scolastico è stato scelto da mio padre (ai miei tempi NON potevi esprimere una tua opinione o meglio proprio non veniva considerata) quindi dopo aver svolto per tanti anni una professione che proprio non era nelle mie “corde”… NON ho assolutamente voluto influenzare le scelte dei miei figli.
Sono sicura che te ed il tuo Nex farete le scelte giuste per la vostra Dafne… già solo il fatto che vi poniate il pensiero è molto positivo.
Serene giornate a tutti
molto interessante, l’ho linkato qui: http://www.gemellinfamiglia.it/forum/viewtopic.php?f=30&t=1823#p30060
ciao Mammafelice,
non so se ti interessa, ma credo potrebbe essere di tuo interesse contribuire al blog http://www.studiodedalo.net/blog
lo Studio Dedalo si occupa da ventanni di educazione e attraverso il blog sta cercando di mettere in connessione il sapere pedagogico con ciò che accade nella quotidianità per poter continuare a riflettere attorno a ciò che si insegna come professionisti, come persone, come società. e mi sembra che il tuo blog, in questa sezione, porti un interessante esempio di riflessione pedagogica attorno a ciò che si insegna.
Abbiamo pensato che potrebbe essere interessante un tuo contributo: ogni fine mese lanciamo un tema attorno cui aprire la discussione. il tema attorno a cui discuteremo questo mese è
Cosa velano le veline
cordialmente,
Anna – Studio Dedalo -“
ciao,
è una lunga battaglia la mia, quella di insistere a delineare le diffeenze tra educazione e psicologia e/o peggio psicoterapia.
educare è una cosa e come molti dicono, nei commenti, dura una vita e non equivale all’apprendere contenuti, ma molto ha che fare con l’imparare ad imparare, imparare a vivere, pensare, risolvere problemi, a crescere, imparare ad insegnare ….
e forse questa è una cosa che non si impara dai libri, insomma non solo dai libri, ma anche da quelli che gli altri ci insegnano, volendolo o meno….
credo che per i genitori, l’esercizio della consapevolezza aiuti molto a conoscere e conoscersi, per affrontare con i figli la lunga strada del crescere insieme, ascoltando imparando ed insegnando …
altro e diverso è volere figli intelligenti, estremizzando l’intelligenza (complice una certa scuola di psicologia cognitivista) come comportamento da addestrare, ma l’intelligenza senza la complessità che compone un essere umano rischia di essere ben poca cosa.
un saluto monica
Concordo in pieno sull’esercizio alla consapevolezza: credo che sia davvero uno dei modi migliori per provare ad essere dei buoni genitori.
bighellonando sul tuo sito ho visto un paio di riferimenti, come in questo articolo, a metodi che insegnano ad imparare, e all’importanza di alcuni stimoli, come la musica, nella crescita
ti invito quindi amichevolmente a visitare, se ne hai la curiosità, qualche sito che parla del metodo Suzuki e all’educazione al talento, in cui la nostra famiglia è “immersa” da quattro anni (mia figlia suona il violino da quando ne aveva 4)…così, per curiosità…
Mi farebbe molto piacere! Se mi lasci qualche link lo visito volentieri…
visto che sei a Bologna, potresti iniziare dal sito del Cemi (Centro di educazione musicale infantile) che include anche corsi con il metodo suzuki, sempre che Dafne abbia meno di 5 anni…
Centro di educazione musicale infantile – Bologna Via del Pratello 70 – 40125 Bologna 051 524978 338 9638689 fiorenza.rosi@cemi.bologna.it. Segreteria: Anna Leone 051 471854 328 4536385 …
http://www.cemi.bologna.it/
In alternativa tutto ciò che trovi con “suzuki method” “talent education” “crescere con la musica”
spero di riuscire a trascinarti in questo mondo…almeno come interesse se non come partecipante diretta ciao
ciao sono una mamma di due spllendidi bambini uno di 5 anni e l’altro di 17 mesi, come tutte le mamme si interrogano sul futuro dei propri figli ma io sono in una fase con il primo molto particolare. ho cercato di dargli sempre la priorità su tutto dandogli spazio di muoversi e crescere in base alle proprie esigenze forse sbagliando! oggi mi trovo avanti un bambino che non rispetta le regole e non mi ascolta diciamo che questo comportamento si è accentuato con la nascita o meglio con la crescita del fratellino ma a fine anno scolastico ho avuto lo stesso giudizio anche a scuola non ascolta l’insegnante e non rispetta le regole;inoltre è attratto da bambino + irrequieti di lui e non so come fare ormai l’estate è passata ma io non sono riuscita a modificare il suo comportamento e mi spaventa perchè veranente non socome fare. sto scrivendo quì queste poche righe non sapendo se potete suggerirmi quale atteggiamento assumere grazie e a presto!
complimenti finalmente tra tanti blog ridicoli leggo qualcosa di interessante.