La Pet Therapy

Pubblicato il 27 Marzo 2009 da • Ultima revisione: 20 Marzo 2015

Un po’ di anni fa, quando ero giovane ed ero al primo anno di Scienze dell’Educazione (poi diventata Scienze della Formazione… che per la cronaca non ho ancora terminato, ma questa è un’altra storia) ho incontrato un professore eccezionale: un pazzo, uno che normalmente veniva a lezione ubriaco e non parlava mai di quello di cui avrebbe dovuto parlare, ma che comunque aveva delle verità filosofiche da dire, e io lo ascoltavo volentieri.

Soprattutto mi aveva colpito una sua affermazione: che noi giovani ‘intellettuali’ (oggi non sono più giovane, e non sono nemmeno intellettuale, ma a quei tempi non lo sapevo…) dovevamo distinguere tra cosità e vita. E per ‘cosità’ intendeva il lasciarsi sopravvivere, il lasciarsi trascinare dalla corrente… ovvero non rendersi mai conto di essere vivi.

Comunque, essendo che poi in fondo era davvero un pazzo bevitore, un giorno se ne uscì con una cavolata che ricordo ancora oggi: che la Pet Therapy era una stupidaggine (detto in modo più colorito) e non serviva a niente.

Ora… sicuramente la Pet Therapy, o terapia dell’affetto, non è il rimedio a tutti i mali, nè rappresenta la pillolina magica che permette di guarire da patologie serie, ma ritengo che sia un valido strumento ‘accompagnatorio’ al proprio percorso di guarigione:

La “Pet Therapy” non é una panacea, utile a risolvere tutte le malattie. Infatti non é sufficiente affiancare un animale a una persona sofferente per aspettarci il miracolo della guarigione. Una corretta applicazione della “P.T.” non coinvolge solo un uomo e un animale, ma anche tecnici competenti del comportamento umano e quelli competenti del comportamento animale.
Fonte: Amici Animali

Come nasce la Pet Therapy?
(Definizione tratta dal sito di Pet Therapy Italia)
La pet-therapy nasce negli anni 50 negli Stati Uniti attraverso un famoso neuropsichiatra di nome Boris Levinson.
Egli scoprì l’importanza di avere un cane come amico quando uno dei suoi piccoli pazienti affetto da autismo di Kanner chiamò il suo cane per nome.
Da quel momento Levinson cercò di favorire la relazione fra il suo cane e quel bambino.
Attraverso questa relazione il bambino iniziò ad uscire dalla malattia.
Boris Levinson iniziò a studiare diversi casi con l’aiuto del suo cane. Questa nuova tecnica venne chiamata pet-therapy. Il nome pet sta ad individuare il pupazzo di peluche, ecco perché pet-therapy può essere anche tradotto con terapia dell’affetto.

Due tipi di Pet Therapy
Distinguiamo tra due tipi di Pet Therapy in campo medico-psicologico:

Animal-Assisted Activities (AAA), ovvero ‘attività assistite dagli animali’: si tratta di attività volte a migliorare la qualità di vita di alcune categorie di persone (anziani, ciechi, malati terminali, ecc.), con interventi di tipo educativo e/o ricreativo  costituiti da incontri con animali da compagnia.

Animal-Assisted Therapy (AAT), ovvero ‘Terapie effettuate con l’ausilio di animali’. In questo caso ci si trova di fronte ad un’attività  terapeutica vera e propria (cioè con precise caratteristiche) che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di salute di un paziente.
È una terapia di supporto che integra e rafforza le terapie mediche tradizionali.

Ha degli obiettivi: cognitivi ( miglioramento di alcune capacità mentali, memoria, …),  comportamentali (controllo dell’iperattività, acquisizione di regole),  psicosociali (miglioramento delle capacità di relazione di interazione) e psicologici  (miglioramento dell’autostima).

Sono interventi con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali rispondenti a determinati requisiti sono parte integrante dei trattamenti volti a favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive nonché della salute del paziente.

Si tratta quindi di co-terapie dolci, che affiancano i trattamenti medici.
(Per approfondimenti: Ministero della Salute)

Del resto, se ci pensiamo, prendersi cura di un animale, sia esso un cagnolino, un coniglio, un gatto… può aiutare moltissimo tutti noi. Intanto perchè l’amore che l’animale nutre per il suo ‘padrone’ è del tutto incondizionato. E poi perchè prendersene cura implica una responsabilità verso un altro essere umano: nutrirlo, accudirlo, lavarlo, giocare con lui… offrirgli un sostentamento fisico e anche psicologico. E io penso che questo sia un bellissimo sforzo, ad esempio, per chi soffre di depressione o ha difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno. Per non parlare, poi, delle persone con patologie quali l’autismo, alcune forme di disabilità e di ritardo mentale o con disagio psichiatrico.

Ora, ben lungi dal voler fare la tuttologa in campi per cui non ho alcuna professionalità, come semplice persona io credo che chi è capace di amare un animale e prendersene cura, è una brava persona, che ha in sè, potenzialmente, la felicità. Al contrario, penso che chi è in grado di far del male a un animale, è una persona da evitare accuratamente, e da non frequentare.

Proprio la scorsa settimana è stata avvelenata Zara, la cagnolona di Veronica, una delle ragazze che frequentano il Forum… che cosa brutta, orrenda. (Ne approfitto per dire a Veronica che ci penso sempre e spero che la cucciolona possa guarire). E questo mi ha fatto pensare a come voglio educare Dafne, insegnandole il rispetto per qualsiasi forma di vita: dalle formiche agli elefanti. Lo facciamo insieme?

Concludo segnalando il sito si una mia carissima amica, Terry, che oltre ad essere una donna fantastica, ha anche adottato da poco una cagnolina di nome Sole, e da quando se ne occupa ha aperto un blog accuratissimo e pieno di informazioni: Gli Amici di Sole.

In particolare sono rimasta colpita da uno dei suoi ultimi post, intitolato ‘Il rapporto tra cane e bambino’, in cui ha raccontato un pezzo della sua vita molto commovente (ne riporto qualche passaggio… il resto potete leggerlo da lei):

Nel giugno 2006 mio figlio (che all’epoca dei fatti avevi quasi 8 anni) è stato aggredito da un cane di proprietà del vicino di casa. A seguito dell’aggressione ha riportato delle ferite in viso sulla tempia sinistra, sotto l’occhio e al lato sinistro della bocca.
Una volta rientrati a casa è iniziata forse la parte più delicata in quanto egli mi poneva domande come “ma io sono brutto mamma ora?” “ma tornerò come prima?” a cui comunque dovevo trovare una risposta che lo tranquillizzasse.

C’è voluto parecchio tempo e pazienza da parte sia mia che sua affinché la situazione piano piano migliorasse. L’aspetto più impegnativo riguarda la sfera psicologica che questa aggressione aveva lasciato. Non mi vergogno ad affermare che aveva lasciato un segno maggiore in me che per un lungo lasso di tempo quando riuscivo ad addormentarmi vedevo mio figlio ricoperto di sangue con conseguenti risvegli. E dall’altra parte c’era lui che comunque doveva condurre una vita normale come è e deve essere quella di un bambino di otto anni.

All’epoca dell’accaduto e logica conseguenza di esso avevo maturato la decisione che non sarebbe mai entrato un cane in casa mia nonostante mi piacciano e ogni tanto mio figlio me lo chiedesse.
Questa decisione con il passare del tempo è cambiata nel senso che dopo le vacanze estive del 2008 ho valutato l’ipotesi di avere un peloso in casa (mettendo da parte quel residuo di timori che comunque la vicenda aveva lasciato).  Non ho pensato di acquistarlo ma ero orientata verso l’adozione infatti mi sono collegata ad alcuni siti di associazioni e ho guardato quali cani ci fossero che incontravano i miei desideri. Quando ho visto LEI. E’ stato amore a prima vista e ho subito contattato l’associazione per poter iniziare l’iter dell’adozione.

Lei e mio figlio sono strepitosi insieme.  A turno le diamo da mangiare e da bere, la portiamo fuori quando deve fare i suoi bisogni in modo che se ne occupi anche lui e che si responsabilizzi. Andiamo insieme a fare lunghe passeggiate e la maggior parte delle volte è mio figlio che vuole tenerla al guinzaglio.

Avere Sole con noi è stata la decisione più bella che potessimo prendere. Tutto questo per dire che è possibile che anche un bambino che è stato aggredito da un cane riesca ad avere un rapporto normale con loro, che capisca che non tutti i cani sono pericolosi, che sappia che lui per primo deve comportarsi bene con lei e che un giorno alla volta sarà un ulteriore tassello per un rapporto che durerà nel tempo.

Ve lo segnalo perchè è Terry che mi ha dato l’idea di questo post, lei che mi ha fornito i link, e soprattutto lei che ha fatto una recensione davvero splendida, con una marea di post, dedicata a chiunque voglia approfondire l’argomento Pet Therapy. Grazie, Terry, ti voglio bene!



Commenti

24 Commenti per “La Pet Therapy”
  1. Veronica

    Grazie Barbara!!!non solo per questo post interessantissimo ma anche per aver citato Zara e quindi le brutalità vigliacche che vengono commesse sugli animali. Abbiamo adottato Zara da cucciola in un canile..la sua ‘infanzia’non era stata delle migliori..ma da quando vive con noi è parte delle nostra famiglia…partecipa a tutti gli eventi out-door, dalle passeggiate in montagne ai pic-nic e mio filgio ha con lei un bellissimo rapporto. Lui aveva un anno quando l’abbiamo adottata e passano moltissimo tempo insieme. Penso che avere un animaletto di cui prendersi cura sia importante per un bimbo, lo aiuta non solo a responsabilizzarsi ma anche a superare quei momenti di ‘crisi’ legati alla crescita.Scusa se mi sono dilungata :)..volevo solo aggiungere che Zara sta meglio e ci sono buone possibilità che riesca a salvarsi…per lo meno ci speriamo…

    • cristina

      cara veronica, mi spiace tantissimo per la tua Zara ma vedrai che andrà tutto bene, la stessa cosa è successa a me con la mia piccola piccola Hoppy, aveva 6 mesi ma è morta pochi giorni prima di Natale, la prima volta con la mia famiglia siamo riusciti a salvarla ma la seconda non ce l’abbiamo fatta. Ogni sera penso a lei, al campanellino che aveva al collare, era tutta nera e al buio abbiamo rischiato più volte di pestarla, piccoletta!!quando arrivava di corsa la sentivi arrivare perchè il dindin era fortissimo e finiva in derrapata davanti alla porta finestra della cucina, ogni volta che preparo la lavastoviglie penso a lei perchè veniva sempre a curiosare, si sedeva lì e ci guardava mettere i piatti dentro! ma penso che da 14 anni c’è anche il mio Briciolone che riempie i miei rientri a casa dal lavoro e i pomeriggi in giardino (poveretto ieri si è pure beccato il bagnetto!)è ancora bello vispo ma ha iniziato la sua vecchiaia da dormiglione!!i cani riempiono ogni secondo della tua giornata, non si arrabbiano mai e ti amano sempre anche quando gli sgridi perchè si siedono sul tappeto di casa sbagliato (ma ci riprovano sempre!)ok ora basta se no piango!

  2. 😀 😀 😀 tutto giustissimo…quando ero anch’io giovane studentessa di Sc. dell’Edu. a Bologna (di cui mi manca la Laurea…ma anche questa è un’altra storia!) ho seguito dei seminari, tenuti da Proff. splendidi e veramente competenti sulla Pet-Therapy/Pet-Education, e credo sia davvero un campo, ancora parzialmente sconosciuto, pieno di potenzialità, non solo come “terapia” ma anche per il mantenimento di uno stato di benessere psico-fisico che, concordo con te pienamente, porta ad un miglioramento delle capacità di comprensione e collaborazione verso tutti, uomini e animali, come insegna Madre Natura, no? 😉

  3. Che bel post! Ma allora anche tu sei un’amante degli animali? Che bello!
    A proposito di bambini e cani mi hanno consigliato un libro che si chiama “bambini e animali, le radici dell’affetto e della crudeltà” di Frank R. Ascione. Ma forse lo conoscevi già. Io lo devo ancora leggere…

    P.S. Mi vergogno di non aver scoperto prima il blog di Terry. È meraviglioso.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      Io sono un’amante degli animali… da lontano 🙂
      Nel senso che mi piacciono moltissimo, ma ho delle allergie terribili che mi impediscono di averne. Ad esempio ai gatti.

      Per il resto, ho scelto di non tenere animali in casa (soprattutto un cagnolino) perchè non possedendo un giardino, mi sentirei in pena a lasciarlo sempre in appartamento. Ma quando avremo la casa con il giardino, subito!! E’ uno dei nostri sogni…

      Poi amo moltissimo i cavalli… per tanti anni sono stata un’amazzone, e forse quei momenti di pura libertà, di contatto con la natura, di pace ‘cosmica’ sono stati i più belli di tutta la mia giovinezza.

  4. Alura… (premessa)
    Anche io mi iscrissi a scienze dell’educazione nel 1997
    per trasferirmi poi ad ad un altro corso di laurea… sempre nel campo che nn ho mai finito…
    e cmq Bà mi duole informati che le due facoltà son rimaste indistinte nonostante scienze dell’educazione sia inutile, pero’ a Bologna c’è un bel corso per educatrice di nido che sta finendo una mia giovane collega… 😛

    Io ho una cugina che ha un pò di probremi
    e i sue due cavalli sono la sua ancora di salvezza…
    il cavallo piu’ anziano, nero, è stato salvato dal macello ed è cosi’ buono e mansueto che lo usano per la pet terapy con i bambini disabili…
    e a volte penso che sarebbe molto bello poter avere degli animali al nido…per poter aiutare i bambini in momenti difficili…ma ovviamente non si può….
    io la mia terapia personale la faccio con chatty adottata 9 anni fa….e non è solo un cane anzi… e penso che quando nascerà fagiolo e avrà circa un anno gli prendero’ un cagnolino 🙂

  5. p.s fondiamo anche il club delle laureate a metà su face book??!?!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (17 anni)

      ehhee, ci vorrebbe proprio! 🙂
      per la cronaca, a me mancano 5 esami (lo so, lo so…) e tra un mesetto devo decidere se riprendere o no. probabilmente no.
      sempre problemi di soldi, uff.

      • no, dai, che così mi scoraggio anche io… mi manca un cavolo di esame, che non riesco a fare x i soliti problemi di mancanza di giornate di 72 ore…
        … ma dobbiamo farcela! cerchiamo il modo insieme, dai, che unite ce la possiamo fare, e poi magari fondiamo il club di quelle che ce l’hanno fatta… con calma e gesso…! 🙂
        bacini a tutte

      • Ma che bell’articolo!
        Io la scorsa estate avevo preso un gattino…che somigliava moltissimo a quello della foto.
        Lo abbiamo coccolato, curato per bene.
        Poi un giorno lo avevamo lasciato fuori alla finestra del salone (di solito lo tenevamo fuori durante il giorno e in casa per la notte). Io e la vitellina siamo uscite a far spese. Al nostro ritorno era scomparso….e io non ho potuto fare a meno di ripensare alle parole di un mio cattivissimo vicino (beccato da me e il maritozzo nell’atto di dare un calcio al nostro gattino) “eh, se ti becco da solo ti faccio fuori”…detto in tono scherzoso per cercare di farci capire che lui gli animali, in realtà li ama….
        Ora abbiamo preso un porcellino d’india (o, come lo chiama la vitellina, il “puccellino”), Niccolò (il nome l’ha scelto lei..) che sicuramente è più gestibile di un gatto.
        La casa profuma di fieno…..ma mi da tanta allegria.
        Parlando di esami….a me ne mancano 5…da un bel po’…ogni tanto mi torna la voglia di ricominciare e di finire….poi do un’occhiata al portafogli e capisco perchè mi sono arenata…

        Problema comune, vedo…

  6. Terry

    Grazie a te Barbara, ti voglio bene anch’io! Bacio a Dafne!

  7. Lo so ti capisco 😛 vale anche per me 😛

  8. E’ bellissimo questo post!!!!!! 🙂
    E’ un pecato che hai l’allergia, cmq quando Dafne sarà più grande potete prendere un animaletto che non ti dia dei problemi?
    Io non riesco a vivere senza gli animali. Mi fanno stare bene, mi fanno bene allo spirito.
    Adesso che non ho più il cane, quando sono triste vado da un mio vicino che ne ha due nel giardino, le faccio un po’ di coccole e ritorno felice 🙂
    Cmq (e finisco) questa settimana abbiamo preso due gattini piccoli piccoli, non hanno ancora un mese, che pecato che non te li posso fare vedere, uffi..

  9. cara, noi genitori abbiamo davvero un ruolo cruciale nel trasformare i nostri figli – che spesso si divertono a torturare piccole bestiole – in adulti sensibili e rispettosi degli animali.
    grazie per questo bel post

  10. COmplimenti per il post. Sempre su questo tema ci tengo a segnalare un posto a Milano, un maneggio, dove fanno lezioni di cavallo per bambini bisognosi di particolari attenzioni. L’istruttrice è speciale e molto brava.
    Sono andata con mio figlio ad esplorare questo posto e l’ambiente è proprio carino.
    Il rapporto con i cavalli e gli animali in generale e i bambini è fantastico e aiuta molto.
    Ecco il sito:
    http://www.ilfontanile.it/

  11. E’ vero le persone che fanno del male agli animali non possono essere brave persone. E’ anche vero che la paura dei cani non è instintiva nei bambini, sono le madri a contagiarli. Però poi lo negano. Terry è stata invece bravissima 🙂

  12. Concordo sulla Pet Therapy, secondo me è un validissimo aiuto; una mia casa amica d’infanzia (affetta da ritardi motori e mentali) ha sviluppato con i cavalli bellissimi rapporti, che l’hanno molto aiutata in vari ambiti della sua vita.

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