L’importanza della musica per i bambini

Pubblicato il 13 Marzo 2009 da • Ultima revisione: 20 Marzo 2015

Ho letto un articolo davvero molto bello di Paola Anselmi, della scuola popolare di musica Donna Olimpia di Roma, che ho contattato qualche tempo fa via mail (gentilissima) proprio perchè avevo in progetto di parlare dell’importanza della musica per i bambini piccoli.

L’idea è nata come sempre da quando ho letto ‘La scoperta del bambino’ della Montessori, che considerava l’educazione musicale una importante tappa nel curricolo delle Case dei Bambini (anche se parla di ‘porre solo delle basi’ per il futuro):

L’educazione musicale

Rumori e suoni nella natura e nella supernatura;
Il bambino costruttore di suoni e di oggetti sonori;
Suoni, ritmi e movimento;
Il suono e il gesto;
I suoni organizzati: analisi e riproduzione: ninne nanne, filastrocche, cantilene, fiabe musicali e loro traduzione drammaturgica in piccolo gruppo;
Il coro, l’inventacanto e  l’inventaorchestra;
Striscia storica degli strumenti musicali;
Il silenzio e l’ascolto;
Approccio ai generi musicali;
Verso la scrittura e la lettura musicali.

Obiettivi: comprensione della natura e del fenomeno del suono; esplorazione dell’io sonoro; educazione sensoriale all’ascolto; la socialità del suono; creatività interpretativa e produttiva.
[Il Curricolo: tratto da Opera Nazionale Montessori]

Per la Montessori, sono questi i fattori concorrenti all’educazione musicale:
Ritmo e ginnastica ritmica: la musica si introduce negli esercizi di equilibrio detti di ‘camminare sul filo’, ripetendo più e più volte una sola frase musicale;
Riproduzioni musicali: con brevi lezioni si mette il bambino in grado di fare le sue esecuzioni liberamente, fornendogli strumenti adatti a lui per dimensioni e per semplicità. Lo sviluppo è dato dall’opportunità di prendere uno strumento, quando l’ispirazione li spinge a cercare qualche armonia che è rimasta radicata nel loro cuore;
Lettura e scrittura musicale: si impernia sugli esercizi sensoriali, consistenti nel riconoscere i suoni musicali del materiale delle campane, che in un primo esercizio si appaiano, e poi si mettono in gradazione. Poter ‘maneggiare’ le note, cioè gli oggetti che le producono, tutti uguali tra loro in ogni particolare (salvo nel suono), separatamente spostandole per rimetterle insieme è di grande aiuto, perchè pone le note sotto una forma materiale. Non rimane che accoppiare la nota al suo nome: i nomi do, re, mi, fa, sol, la, si, sono incisi su dischetti di legno e i bambini li depositano sul piede di ogni singola campana.

A questo proposito, Paola Anselmi, con riferimento al libro di Edwin Gordon, A Music Learning Theory for Newborn and Young Children, scrive:

Purtroppo, nel nostro paese, il panorama degli stimoli musicali negli ambienti frequentati dai bambini è spesso ancora povero di varietà: la maggior parte di canzoncine, filastrocche e ninne nanne sono nella stessa tonalità (maggiore) e nello stesso metro (binario). Questo fa si che il bambino non riesca ad applicare un passo fondamentale dell’apprendimento: imparare dalle differenze. Tanti più stimoli diversi avrà l’opportunità di vivere, tanto più affinerà la sua capacità discriminatoria, avendo a disposizione la possibilità di paragonare.

Anche Gordon parla di fasi musicali:
– l’assorbimento, in cui il bambino ‘ sente’ (a volte letteralmente incantato) ciò che succede musicalmente intorno a lui;
– l’imitazione, in cui il bambino impara dagli adulti che gli stanno accanto, e che fungono da modelli;
– l’assimilazione, coordinamento tra respiro, movimento, intonazione e ritmo;
– la formalizzazione, e codificazione (scrittura e lettura) di concetti e notizie che il bambino ha già in se, proprio come nel percorso del linguaggio verbale per un bambino non rappresenta un problema cominciare a scrivere e a leggere parole e concetti di cui già ben conosce il significato.

Uno degli aspetti innovativi di questa metodologia é il concetto dell’audiation o pensiero musicale, il bambino viene stimolato a ‘sentire’ dentro di sé il suono non fisicamente presente nel luogo, acquisendo più tardi la capacità di esprimerlo, sempre in momenti diversi e a volte scegliendo di farlo fuori dall’ambiente della lezione. A questo proposito acquista una grandissima importanza il ‘silenzio‘: la possibilità per il bambino di trasformare uno stimolo in passo di apprendimento. L’errore in cui spesso si può incorrere è, infatti’ la paura di perdere l’attenzione dei bambini, rischiando così di dare luogo a una ipersollecitazione assolutamente inutile e anzi a volte dannosa.
[Fonte: www.donnaolimpia.it]

Alla varietà e complessità delle proposte si affianca “prepotentemente” l’uso del movimento. La prima vera risposta del bambino alla musica è attraverso il movimento: è molto frequente nei bambini molto piccoli che per lungo periodo la loro interazione musicale con gli adulti sia quasi esclusivamente vissuta attraverso il corpo.

A proposito di movimento Gordon ha reinterpretato la teoria sul movimento messa a punto negli anni ’70 da Rudolf Laban, coreografo e danzatore, che comprende quattro elementi fondamentali del movimento legati alle fasi di crescita del bambino: il movimento fluente (caratteristico dei neonati), il peso (quando il bambino comincia a sedersi o rotolare, quando acquisisce abbastanza autonomia corporea da cambiare posizione da solo), lo spazio (la capacità di spostarsi nello spazio che lo circonda), il tempo (raggiunta una sicura autonomia di spostamento la capacità di decidere “l’andamento”); la fase finale di acquisizione di questi 4 elementi porta alla consapevolezza del movimento fluente con pulsazioni: significa aver compreso cosa divide una pulsazione dall’altra, lo spazio che intercorre tra le pulsazioni, il vero fluire del tempo.
[Fonte: www.musicainculla.it]

Ringrazio di cuore Davide Brazzo e Patrick Trentini, dell’Istituto Musicale Vivaldi di Bolzano, che si sono prodigati per me per la ricerca delle informazioni. Patrick inoltre da qualche giorno è diventato papà di una bellissima bambina, e gli auguro ogni bene del mondo. E ne approfitto anche per dirvi che Patrick è un pianista bravissimo, e il suo CD si trova su iTunes.

Indirizzi:
Scuola popolare di musica Donna Olimpia
Via Donna Olimpia 30 – 00152 Roma – Italy
tel. +39 06.58202369



Commenti

10 Commenti per “L’importanza della musica per i bambini”
  1. La musica è molto importante per i bambini e anche per gli adulti. E’ bello crescere imparando e sperimentando delle belle sensazioni grazie alla musica 🙂

  2. Una mia collega fa una cosa molto bella, fa laboratori musicali per gruppo di bambini tra elementari e medie…durante il periodo scolastico….li aiutata a costruire strumenti e poi li suonano assieme …alla fine del percorso fanno anche un saggio….
    invece noi spesso al nido faccioamo dei corsi molto interessanti con una docente che si chiama arianna sedioli
    che ci lascia davvero molto…
    ti lascio un link 🙂
    http://www.ariannasedioli.com/images/testatina.jpg

  3. Alora inanzitutto la musica fa bene a tutti poi per i bambini e molto importante , tramite la musica se sprimo sentimenti , se riescono anche a calmare ansie paure e stati de ansia, insoma non e che fa da medicina ma se scelti bene i brani possono veramente esere un tocasana per i nostri tesori!
    Noi non facciamo musicoterapia con Thiago ma fa taetro e nel teatro isano la musica, en piu facciamo la Johansen http://www.genitoricontroautismo.org/content/view/760/55/it_IT/
    e aparte el fatto che lui e un apasionato de la musica (il papa e musicista ) ma lo rilasa , e quindi la si fa tutte le sere per 10′ e dopo si adormenta.Ve o alegato il link per chi volese sapere di piu !

  4. Ed è anche a due passi da casa mia!

  5. Incredibile. 🙂 Ho scritto anch’io un pezzettino sulla musica e i bambini venerdì, ma l’ho pubblicato domenica sera. Bacio.

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